SU FRAGILI ALI DI FARFALLA - Percorso insieme a frate Gabriele Trivellin - Come la Luce in contrasto con le tenebre dell'esistenza, altrettanto la verità si manifesta da sé stessa in contrasto con il falso: è indice o norma, tanto di sé quanto del falso. Di siffatta concezione della verità è testimonianza la matematica, allorché si ha una conoscenza chiara e distinta, allora si è immediatamente consapevoli della sua verità e non è possibile alcun dubbio. Per raggiungere la verità, basterebbe quindi tenere fermo il criterio dell'evidenza, liberandosi dai pregiudizi indotti dai sensi, dall'immaginazione e dal linguaggio, oltre che dalle credenze tradizionali. Conformemente, a questa concezione ci si può muovere partendo da Dio ì, anziché dagli enti del mondo o del soggetto umano, prendendo a fondamento la definizione di sostanza. La vita, dunque è una sostanza che si definisce come ciò che è in sé (non inerisce in altro) e si concepisce per sé stessa, anziché in base ad altro; e da questa sola definizione si deducono tutte le caratteristiche della sostanza vitale: esistenza necessaria (per coincidenza di essenza ed esistenza), eternità, infinità unicità ed indivisibilità e ciò indipendentemente dalla sofferenza e dal dolore del vissuto o della condizione critica umana. L'unicità della sostanza, infatti, viene affermata tanto contro la pluralità delle sostanze create riconosciute dai cristiani e oltre, di 2 generi di sostanze come quelle spirituali e materiali. Pensiero ed estensione, sono invece 2 attributi di un unica sostanza (gli unici che noi conosciamo, fra gli infiniti che noi dobbiamo riconoscere alla sostanza in ragione della sua infinità); e le cose del mondo, corpi e anime, sono solo MODI di essere in qualsiasi condizione si trovino che possono anche essere determinazioni particolarissime di questi attributi. Perciò, la legge approvata dalla regione Toscana sul fine vita si aggira su fragili ali di farfalla specie se non si riconosce né a livello medico e nemmeno etico filosofico la ragione dell'essere al mondo: rappresentare una manifestazione della creazione come causa degli enti finiti che hanno il sacrosanto compito di non essere stati concepiti solo per sé stessi. La sostanza vitale, infatti, è pensata come essenzialmente attiva in quanto Dio è potenza e produttività infinita. Ma l'attività vitale (i medici lo dovrebbero sapere) non è una libera creazione, bensì una causalità necessaria ed immanente nel senso che tutto proviene da Dio con la medesima necessità con cui la conclusione di un teorema matematico deriva dalle premesse, e tutto è in Lui e per Lui, senza alcuna autonomia anche soltanto parziale. Immaginare, dunque, che Dio sia dotato di intelletto e volontà, che prima conosca il possibile e si ponga dei fini ben precisi e poi decida liberamente quanto realizzare fuori di sé, é solo un grossolano antropomorfismo, che proietta in Dio l'illusoria convinzione che gli esseri umani siano dotati di vero libero arbitrio. La causalità, invece di Dio, al pari di quella che si riscontra nel mondo fra i modi finiti, è solo tensione efficiente: anche il finalismo è una illusione antropomorfica, che non spiega però alcunché (perché asilo dell'ignoranza), come per altro mostrato dalla matematica, la quale non conosce secondi fini ma solo connessioni logiche necessarie ad una sempre rinnovata ed aggiornata scienza della natura, che è più che altro meccanicistica. Di fatto, penso che i medici e gli scienziati della regione Toscana non abbiano molto studiato la biometria come statistica analitica dei fenomeni biologici per le probabilità di connessione fra dati differenti, come la variazione dei parametri sperimentali ed i risultati degli esprimenti, oppure l'incidenza di una malattia in una determinata area e la distribuzione dei fattori di rischio per una migliore pianificazione (questa sì) ed interpretazione dei dati sperimentali, soprattutto all'interno della genetica di popolazioni prese come campione e nella farmacologia. Sulla biometria, si basa l'identificazione di possibili fattori causali di stati patologici. A questo studio poi si può aggiungere la bionica come parte della cibernetica che studia ed osserva le funzioni degli organismi viventi con lo scopo di trarne modelli e dispositivi atti a imitarle o a sostituirle o a potenziarle. Tra i risultati più conosciuti nel settore ci sono i pacemaker e gli arti artificiali, ma l'attuale sviluppo delle tecnologie permette di ritenere non eccessivamente lontana la costruzione di organi e tessuti artificiali con caratteristiche tali da consentire di svolgere funzioni praticamente simili a quelle naturali. A tale proposito io proporrei alla regione Toscana piuttosto uno studio di cinetica chimica che studia la velocità delle reazioni chimiche con lo scopo di colmare le lacune della termodinamica che potrebbe prevedere sulla base di affinità chimiche se una data reazione fra determinate sostanze in certe condizioni sperimentali avverrà oppure no, ma non può prevedere la velocità, per cui alcune reazioni secondo noti risultati termodinamici dovrebbero verificarsi in quanto se nella realtà dei fatti non avvengono allora la velocità di reazione è praticamente nulla. Molti sono i fattori che influenzano la velocità in una reazione: la natura dei reagenti e la loro concentrazione, la temperatura, le condizioni di illuminazione e la presenza di catalizzatori. La formula è complessa perché si tratta di concetti di ordine e molecolarità dove si propone cara Tafaro Tiziana una triade di sostanze A, B, C che reagiscono per dare il prodotto P secondo lo schema aA + bB + cC che diventa nP dove a, b, c ed n sono i coefficienti di reazione. Se la velocità di reazione varia nell'unità di tempo della concentrazione C allora bisogna considerare una costante cinetica di reazione k per una coincidenza fra ordine e molecolarità, ma c'è l'ipotesi che la molecolarità delle reazioni rispetto ai suoi componenti sia di m = a + b + c e quindi che si sommino solamente i coefficienti di reazione che non legano con i prodotti (come per alcune patologie come quella di precoce invecchiamento di Sammy Basso??). La vita è bella anche se vissuta sul filo del rasoio e seppur su fragili ali di farfalla va custodita nel suo respiro che è comunque eterna poesia.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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