CLAUSTROFOBIA - Dopo una breve pausa, la madre priora riprese avidamente la lettura di quel diario da cui si sentiva particolarmente coinvolta e descritta. Continuò, dunque "Ricominciamo - diceva il diario - col presentarmi per bene. Sono Fabiana, nata in una famiglia di 3 figlie, dove lavorava solo mio padre, come semplice impiegato in una ditta edile, mentre mia madre faceva la casalinga e quindi si doveva occupare della casa e della nostra educazione e sequela. Il fatto che mio padre portasse a casa i soldi, gli dava il potere di decisioni specie riguardo a ciò che si poteva spendere per noi riguardo abbigliamento, scarpe, divertimenti o vacanze. Gli uomini hanno sempre pensato, per secoli e secoli che il potere fosse dalla parte di chi aveva il portafoglio in mano e di conseguenza l'importante responsabilità di gestirlo dando una impronta specifica al tenore di vita. Ma invece, gli uomini si sbagliavano, perché il potere è in realtà nelle mani dell'educazione e dell'istruzione che viene impartita e questo quindi spettava alla parte femminile, che aveva appreso il risparmio, inteso come cumulo patrimoniale e che quindi era diventata la parte avida della gestione famigliare. Nella mia famiglia per questo motivo si era creata una sorta di indolenza, come una sorta di paralisi che accompagnava l'apatia di nostra madre e perciò si era generata una tremenda assuefazione alla mediocrità e alla trasandatezza da parte sua e poi anche nostra. Così, nostra madre, non si istruì abbastanza alla gestione patrimoniale ed ebbe di per sé l'incapacità e l'indolenza di comprendere come potesse fare meglio e perciò conservava tutto fino all'ultimo. Essa evitava di spossarsi nel risolvere il problema della mancanza di determinazione, di soddisfazione, di contentezza e tutto ciò diveniva il tedio di fare il proprio dovere della ripetitività, dell'ordinarietà, di ovvietà per cui si creava in me il malessere depressivo di una sorta di ansia da costrizione che imponeva un disgusto e persino un odio per la più giusta e corretta soluzione dei problemi. C'era in me così, il fruscio interiore dell'incompletezza, dell'inadeguatezza, di mormorazione e di malcontento. Ho sempre sentito, perciò, durante il periodo vissuto in casa di non avere risvolti costruttivi che mi divorava dentro con il profondo senso di colpa per non trovarmi mai all'altezza di nulla. In realtà, mi resi conto, ben presto che il reale sistema economico che mi circondava rispecchiava in pieno l'incoraggiamento e l'attitudine all'accidia perché costoro sono consumatori fantastici, in quanto compensano le loro insoddisfazioni con lo shopping compulsivo, con il cibo spazzatura, con l'attività senza fondo, con il possesso ed il senso smodato del controllo. Infatti, la mia famiglia, mi ha insegnato che la cosa che funziona meglio al mondo è la totale indifferenza, la freddezza, la diffidenza in generis. Divenni così preda del cinismo più bieco ed aberrante, che io vedo come un peccato e quindi la mia vita era segnata dall'amarezza e dalla depressione spirituale, da non confondere, però con quella clinica che riguarda la psiche e che va assolutamente curata. La fede, in quel periodo per me era assai altalenante ed era fatta di momenti di rassegnazione che parevano oggettivi di uno stato sociale. Io, avevo perciò, una paura smodata degli ostacoli, degli intralci che ai miei occhi diventavano mostri e tendevo a drammatizzare, ad assolutizzare tutti i problemi anche quello minimo di poter andare a scuola ed in particolare modo di fare la fatica di apprendere la matematica e la logica. Inoltre, sottovalutavo le mie capacità ed abilità ed anche le regole della spontaneità e perciò rimanevo rigida, impacciata ed inibita. Infatti, se da una parte la genuinità può avere importanza per la motivazione infantile, dall'altra si rende necessario dare dei punti fermi e dei confini che siano cardini per l'esistenza. Le regole, nell'infanzia sono una esigenza di superare le inconsistenze e le destabilizzanti inopportunità di intervento che nuocciono facendo divenire irreali ed illogici. La mia spiritualità perciò è sempre stata in conflitto con la tentazione della pace dei sensi e sulle influenze di certe suggestioni che mi convincono a fuggire dalle influenze del maligno semplicemente ignorando che esista e che possa provocare disastri. Ciò significa che la mia persona si era atrofizzata e come anestetizzata sia al bene che al male che provocava in me la rabbia che mi istigava all'odio verso le sorelle che potevano permettersi di vivere senza troppo sforzi e ciò mi allontanava dal concentrarmi sui miei obiettivi e quindi girovagavo a vuoto, un vuoto a perdere. Il bambino invece prima di imparare l'alfabeto deve imparare il suo ordine consequenziale che va rispettato, per capire meglio la questione della causa ed effetto e che perciò anche se parti dalla g poi devi proseguire fino alla z per poi ricominciare dalla a, in quanto l'alfabeto espone l'effetto ciclico delle cose nel loro divenire. Non si può vivere di zapping perché prima o poi ci si confondono le idee e si diviene inconcludenti creando enormi danni sia agli altri che a se stessi e poi si rimane ebeti e senza succo." Alla madre priora si cominciavano a chiudere le palpebre per la stanchezza ed allora decise di fare una bella pausa per riposarsi gli occhi e poi ricominciare di nuovo dopo essersi rinvigorita.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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