SEGRETI DI GHIACCIO - Continuando a leggere il libro di Levy, Julia si accorse di quanto fosse difficile ottenere una normalità più normale in quanto Levy dopo avere incontrato un vescovo ed alcuni confessori delle carceri come frate Gabriele Trivellin si accorse che tra i motivi principali che ci impediscono di guardare regolarmente dentro noi stessi vi sono la paura e soprattutto la vergogna per la natura insolita di ciò che vi vorremmo trovare e poi ci sono dei forti dissidi fra desideri antitetici di pulsioni diverse di cui il conflitto manifesto costituisce soltanto una copertura deformata degli elementi reali del conflitto latente, che si esprime in una vasta gamma di sintomi patologici di cui i primi sono le nevrosi e gli atteggiamenti di rabbia ed aggressività sia verbale che fisica. Levy scriveva:" Qualunque idea di normalità in circolazione non ha niente a che vedere con una mappa concreta di ciò che è consueto realisticamente parlando per essere considerato umano. Ognuno di noi compresi i sacerdoti è più compulsivo, ansioso, erotico, tenero e meschino al contempo, generoso, arido, giocoso, pensieroso, disorientato, fragile, vulnerabile e confuso più di quanto siamo spinti ad accettare ed aspettarci. Il fraintendimento con gli altri inizia, quindi, prima di tutto nelle nostre menti dove formuliamo le nostre idee e convinzioni: per esperienza immediata sappiamo cosa succede dentro di noi, ma per quanto riguarda gli altri possiamo sapere solo ciò che in realtà scelgono di dirci e quasi sempre mentono per darci una versione riveduta e corretta della verità in modo da evitare il pregiudizio o in modo da apparire migliori di ciò che sono effettivamente. Quando ci confessiamo, dunque, conosciamo da vicino la nostra scioccante verità, mentre poi il confessore deve cercare di indovinare ed interpretare il resto attraverso le espressioni dei nostri volti ed il linguaggio teso del nostro corpo. Semplicemente ci risulta assai difficile pensare che alcuni lati del nostro io più profondo possano avere dei corrispettivi in coloro che incontriamo, e più che altro proviamo invidia e gelosia per la loro forza d'animo, per il fatto che non si scompongono mai, che riescono a farla franca anche quando combinano guai, ingannano, truffano e mentono mettendosi una maschera o simulando o addirittura millantando prodezze, bravure o esagerate qualità per vanagloria. Per questo ci isoliamo e rimaniamo silenziosi; ci diventa difficile riuscire a farci rispettare dopo avere conosciuto persone così brillanti, sicure di sé, arroganti, baldanzose, noncuranti, negligenti eppure condividiamo con loro la nostra vulnerabilità specie nelle nostre perversioni di fare in modo che si trovino in stato di inferiorità, che si sentano in colpa per primi nella loro stupidità, ingenuità e meschinità che sappiamo di avere pure noi dentro. Qui entra in gioco il nostro compito di hacker culturali che sarebbe quello di compensare con un programma ben impostato e condiviso da esperti nel settore e psicologi i fallimenti del cervello. Il nostro programma, in particolare si pone l'obiettivo di aiutarci ad avere una visione più corretta di come sono normalmente gli altri dentro di noi, conducendoci in modo più realistico, consapevole e concreto nelle vite interiori degli estranei, noi compresi. Fra di noi si crea una lotta di interazione competitiva e di prevaricazione per riuscire ad ottenere valori e per avere diritto a status, potere e mezzi economici e risorse che sono disponibili nel mondo in scarsa misura. Per tale motivo avvertiamo spesso di essere circondati da antagonisti ed i peggiori di questi sono i nostri stessi impulsi lussuriosi perché la lussuria non riguarda solo la sessualità o l'erotismo, ma riguarda soprattutto un atteggiamento di ossessione, di possesso, di superbia. La tesi poi della base biologica del conflitto sociale che affligge il mondo riguarda la sopravvivenza del più adatto che, purtroppo, abbiamo ampiamente sperimentato all'epoca dell'olocausto nel tentativo di creare una razza pura dai campi di sterminio nazista. Anche ora abbiamo imparato misure alquanto selettive nel rapportarci con gli altri e questo vale soprattutto nelle interazioni di gruppo dove si impiegano in maniera piuttosto acritica sistemi di prove di appartenenza, di funzionalismo individuale all'interno del gruppo che riguarda contraddizioni strutturali dei rapporti famigliari spesso disgregati da dinamiche di svalutazione, di disimpegno, di rivendicazione del proprio agiato e forte benestare. Quando ci confessiamo, ci aspettiamo, sinceramente che il confessore ci dica "Non ti preoccupare capita di cadere in tentazione e di cedere alle lusinghe del male, ma l'importante è che tu creda possibile la possibilità di riparare ai danni e offese che hai arrecato con il tuo atteggiamento vile e codardo e che tu creda fermamente che con l'aiuto di Dio e il tuo impegno potrai sfuggire al peggior effetto del peccato: camminare nella valle oscura che nel pensiero comune rinnova la paura del delirio infernale" 

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