LA TEOLOGIA DEL GIUBILEO - Certa repressione della natura interna ed esterna diviene necessaria affinché la persona non viva più, come accadeva nello stadio mitico, in un rapporto di indistinzione con lo strapotere delle forze barbariche e violente del diavolo. Si riconosce, perciò, che sempre risorge nelle varie fasi dell'umanità la tentazione ad abbandonarsi ad una natura arcaica dal lavoro esteriore ed interiore al semplice appetito da soddisfare a qualsiasi costo. Il lavoro difatti richiede la memoria preistorica che appare idilliaco, ma l'Odissea invece antepone la necessità del ritorno alle soddisfazioni transitorie, alla fiacchezza, alla magia e alla paura. Da qui nasce l'idea di Sacrificio espiatorio necessario a trasformare le persone in soggetti per distinguerli dalla bestia famelica; sacrificio come rinuncia al piacere: a quel piacere regressivo e arcaico promesso come nostalgia che seduce nel canto delle Sirene fino a giungere al piacere libidico che dispensa la dolce Circe. Se dunque ci si vuole interrogare sulla possibile comunione della persona ormai ai vertici della cultura, con la natura, riconosciuta come offesa di scissione, non la si può più pensare come una regressione estatica, come un ritorno all'indistinto originario (questo è il motivo per cui si diviene critici nei confronti del dionisiaco nietzscheano) , ma si colloca se mai alla fine della storia, in un nuovo rapporto con una natura pensata come redentrice. Si prospetta così, un salto di qualità sulla questione del peccato per l'irriducibilità dell'agire umano, rispetto eventi oggettivi necessari ed inevitabili a causa dell'emergenza sempre più attuale di fare emergere interiorità soggettive della libertà di espressione soprattutto a livello della vita affettiva e sessuale e di quello dell'identità e di conseguenza della responsabilità e coscienza etica al riguardo. I deboli, gli impotenti, che la storia ha gettato nel disincanto e annientato secondo un verdetto di giustizia, personificano negativamente, ciò che permette sia pur debolmente di spezzarne l'imperio e di mettere fine all'orrore. Nella loro protesta vi è l'unica possibile speranza che destino e potere non abbiano l'ultima parola. Contro il tramonto della civiltà nei conflitti e nelle barbarie umane si contrappone una civiltà risorta, in un divenire che muta ed interroga racchiuso nel tramonto di poteri totalitari e dittatoriali come quello di Assad in Siria. Già, da ciò possiamo intuire alcune complesse relazioni che si instaurano tra teoria critica e la denuncia dell'assetto esistente della società che costringe l'individuo a vedere nel cattivo il vero oggetto della teoria teologica che nega la giustizia che senza che vi sia nessuna presupposizione positiva del bene da realizzare, vi sarà solo una esperienza molto negativa, angosciosa e nevrotica dell'esistenza e perciò sarebbe meglio l'anticipazione del positivo come intenzione programmatica di gettare lo sguardo nel caos e nell'orrore per comprendere che conviene conservare nella sua apparenza costitutiva e privativa, la pienezza della vita possibile e dunque il senza-apparenza della speranza. Proprio in quanto anticipazione positiva del Giubileo, la Speranza che non delude di ciò che non è ancora, nella sua immagine estetica, possiede una forza che raggiunge uno sguardo di una possibile alleviazione della sofferenza futura per l'avvenire.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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