TUTTA COLPA DI CICERONE - Fissando il foglio ancora vuoto, il professore si accorse che aveva molte idee, ma che però si erano affastellate nel suo cervello procurandogli confusione sul da farsi. Ecco allora che decise di sospendere un poco i lavori prendendosi una pausa tanto per chiarirsi meglio le idee e per trovare uno squarcio fra il caos della sua labile mente. Dunque, dopo avere preso qualche appunto su l'improntamento di un sistema da seguire riguardante il proseguimento del suo lavoro accademico composto di una prefazione e di voci sempre più accorate e sollecite riguardo l'interpretazione di Cicerone ai nostri tempi, decise di cucinare, ma a tale proposito, nonostante sua madre gli aveva lasciato una rubrica ricettario con facili ricette, egli in tale campo si sentiva particolarmente impacciato. Del resto, l'arte culinaria è un poco come quella letteraria, ossia cerca di miscelare fra di loro diversi stili e modi di vivere, per dare poi il giusto sapore e colore alla tavola dei desideri. In realtà, egli non aveva mai imparato molto ad autogestirsi e si era approfittato della madre fino al punto di esaurirla e di ridurla ad uno straccio in quanto egli era solo e tale era rimasto, vittima com'era di un profondo senso di inadeguatezza al fatto di riuscire ad esprimere la propria affettività specie in campo sessuale. A quel punto, quando dovette entrare in contatto con la realtà e si ritrovò di fronte ai lavori casalinghi da effettuare, si accorse che era impacciato e molto legato. Il professore aveva affrontato dei momenti davvero difficili e disdicevoli al punto da diventare persino un cafone che non risponde, mai ad alcun saluto, ma che ostenta altezzosità fino al punto del disprezzo del prossimo come se fosse il suo modo per sentirsi simile agli altri. Egli era, infatti, molto critico con se stesso nel guidare le esperienze dei ragazzi ed anche le proprie tanto che credendo che erano completamente subordinate ai risultati egli per scaramanzia non ne parlava mai e si pensava in vacanza a pescare qualche pesce grosso che abboccasse all'amo del suo disinteressato impegno. Decise, di farsi alla fine un uovo sodo con aceto balsamico e prezzemolo e poi come tutti si ritirò, pronto a ricominciare e a fare fronte al senso di frustrazione ed a quello di abbandono. Qualche volta se lo diceva da solo che ce la poteva fare a sfondare quella porta che conduce sl Paradiso terrestre.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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