TUTTA COLPA DI CICERONE - Dunque, il professore si mise al lavoro, di fronte a quella pagina bianca di computer che sembrava spiarlo diffidente del fatto che fosse riuscito nella sua ardua impresa e in effetti non aveva tutti i torti, perché lui non era in grado di essere un tipo tanto costante e quindi seguiva più che altro un intuito nello scrivere e si lasciava trascinare da questo, ma poi dopo poco cambiava idea e ne inseguiva un altra che a lui pareva più interessante. Gli esseri umani, infondo sono fatti così: inseguono un sogno e quando sono arrivati a raggiungerlo allora non si sentono ancora appagati e cercano sempre qualche altra motivazione che li spinga a distrarsi dall'interrogativo esistenziale numero 1 "Cosa ci faccio a questo mondo?". Tutte le buone intenzioni che poteva avere finivano per fallire ed egli come i più non riusciva a credere ad una politica liberale per quanto il termine "polis" definiva più che altro una organizzazione politica dominante simile a quella che voleva Trump che vuole ricostituire un America stato dove la politica sia pressoché inscindibile dal supporto costituito dall'agglomerato di sudditanza urbano che egli prefigurava nell'annessione del canale di Panama e del Canada all'America e dell'assoggettamento del Messico alla sua egemonia. In tutto questo, egli riteneva che mancasse la contrapposizione fra lo stato come ente personificato e privati cittadini e fra stato e società civile.L'unica organizzazione stabile, secondo lui, della cittadinanza era data dalle suddivisioni personali in assenza di un apparato amministrativo e politico professionale per cui le funzioni pubbliche vengono assunte da privati in appalto o delega e fortemente politicizzate. Il processo per cui si originò la struttura della polis era nel punto di forza della suddivisione del potere fra una pluralità di funzioni impersonalmente predeterminate e limitate nel tempo. Ma, nonostante tutto il professore voleva sperare di fare corrispondere a ciascun regime (tirannide, oligarchia e democrazia) un preciso assetto costituzionale per riuscire a cogliere i nessi fra tali assetti e la disciplina dei rapporti che noi definiamo privati. Si corre perciò il rischio di generalizzare a partire da una polis esemplare, ma insieme eccezionale. I principali organi costituzionali erano dati dai magistrati, dal consiglio e dall'assemblea popolare definita anche come ecclesia ad Atene. Vi erano poi i sacerdoti, i cui poteri avevano spesso origini prepolitiche e che operavano all'interno dei templi, anche se le principali attività culturali erano di competenza di magistrati. Una organizzazione così parcellizzata e non basata sul principio di rappresentanza sembrava dettata come oggi dal timore che le cariche pubbliche fossero utilizzate per cercarsi un potere personale. A questo scopo, dunque, sarebbero serviti i controlli ed i rendiconti imposti ovunque, in varia misura de le rendicontazioni imposte ai magistrati come fattore abbastanza importante agli stessi teorici dello stato che si potrebbe assumere in un tasso di responsabilizzazione del collegio magistrati innanzitutto inteso anche come insieme di democratizzazione effettiva raggiunta dalle singole polis. Era tutta colpa di Cicerone se si rimaneva legati al passato nostalgico nelle decisioni politiche.

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