LIBERTA' SOGNANTE- I° MOMENTO. Eccola lì Margherita china sui libri di giurisprudenza a cercare di studiare perché c'è stata la crisi del positivismo e del formalismo e a farne una tesina da consegnare al professor Manzelli Paolo, un uomo per bene della media borghesia che ci tiene alla parte teorica prima ancora che a quella pratica della giurisprudenza. Margherita, con quegli occhiali sul naso e quei riccioli scomposti che le incorniciano il viso copia una parte di un testo e cerca di ripeterlo mentre lo scrive: "L'attuale crisi della giurisprudenza indica degli atteggiamenti, se pur diversi fra di loro, accumunati da una stessa posizione nei riguardi di uno o più tratti caratteristici del positivismo di stampo normativo: l'idea che le norme sono tali non per il contenuto, ma per il modo, la forma in cui sono state poste in essere è una idea che funziona fino ad un certo punto. Infatti, c'è sempre stato un tentativo di superamento del formalismo normativo per trovare degli spunti qualificativi come quello fenomenologico specie in questi periodi di guerre e di alluvioni, siccità e pandemie. Perciò a livello analitico considera le parti utilitaristiche e tendenzialmente razionali per raggiungere buoni obiettivi come quello dell'ordine sociale, dove però ci si accorge che ci sono poche capacità strumentali specie nelle attitudini pratiche e nelle realtà della scarsità di risorse e dei modi d'essere social che oggi condizionano i costumi e le tradizioni. Perciò, oggi, come oggi l'autonomia del diritto è fondata più che altro su forme di esperienze dell'indipendenza dell'essere e non invece (come nel normativismo kelseniano, sulla differenziazione del giudizio giuridico da quello etico, inteso come frutto della pratica umana. Questo modo di pensare l'autonomia giuridica ha condotto a ritenere che, presentando nel diritto aspetti riguardanti sia le strutture psichiche coinvolte e sia quelle relazionali esterne, si dovesse avviare più che mai una analisi più approfondita della struttura d'essere nella prospettiva di una psicologia ed antropologia filosofica, che reinterpretasse i risultati effettivamente ottenuti all'interno del campo psicoanalitico e nel versante di una concezione critica della società del diritto o in una programmazione più ontologica. L'indirizzo analitico di questo carattere psicologico tende a superare alcuni elementi che pure erano presenti nella versione normativa e ciò appare importante nel giudicare la validità delle norme che non sta più nella forma, ma nell'attenzione al modo in cui si pongono che dovrebbe essere simile a quello di san Giovanni Bosco che all'interrogativo di come si sarebbe comportato qualora gli fosse apparso un angelo ad avvisarlo che era giunta la fine del mondo egli rispondeva "Continuerei a fare esattamente quello che sto facendo, perché se lo sto facendo con amore, slancio e passione, allora sono convinto che non avrei nulla da temere perché questo è il modo in cui si deve interpretare ciò in cui si crede, nella speranza che poi divenga parte di una grande opera di cammino per il mondo" Quindi san Giovanni Bosco, in un certo senso abbandonava il modello di giustificazione del suo operato umano nella validità o meno di una morale etica che facesse riferimento o meno ad una Autorità precostituita come quella divina e ciò per dare maggiore risalto a tratti specifici emergenti dell'analisi stessa del linguaggio ed ecco il motivo per cui Margherita teneva vicino dei post-it colorati su cui scriveva dei termini chiave da chiarire per farli poi diventare veri e propri enunciati giuridici. Il limite però della sua prospettiva analitica dipendeva dal fatto che si potesse dimostrare capace di descrivere in un linguaggio semplice e soprattutto comprensibile ciò che si vorrebbe proporre, senza incontrare gravi difficoltà all'interno di un ideale distintivo del diritto come quello della prescrittività specifica di qualcosa che sia analogo ad una logica deontica, finendo per concepire se stessa in maniera differente dal generale, per trovare dei momenti di consacrazione di verità o falsità per cui il percorso possa delinearsi e poi tradurre Margherita in un fiore che non perde troppi petali nell'incertezza del vivere, ma che sa conservarli nella stabilità logica della validità. Margherita ora lo sa che la vita e tutta questa però sceglie di fumare una sigaretta. 

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