IL RITMO DELLA VITA - Come si fa a diventare un pontefice? Anzitutto, lasciatemi dire che io sono stato molto fortunato ad essere stato preceduto da un altro papa; Benedetto XVI che mi ha molto aiutato agli inizi del mio ministero, in quanto io non avevo fatto degli studi di teologia così importanti come aveva fatto lui. Egli, difatti, si era studiato san Bonaventura da Bagnoregio un filosofo e teologo italiano, massimo esponente della scuola francescana medioevale, che era convinto che Aristotele fosse nell'errore quando anteponeva lo studio delle realtà sensibili alla teologia. Ma invece non la pensava così la gente comune che ha bisogno di sentire Dio vicino non solo come primo cognitum nella mente dell'essere umano, ma anche attraverso delle riflessioni che possano determinare soluzioni alla fatica del vivere quotidiano. Dopo, il ritiro dal suo ministero di Benedetto XVI si comprese che la Chiesa aveva bisogno di una riforma che comprendesse meglio il procedere del mondo circostante e di saper distinguere in esso l'intrinseca composizione di forma e di materia, presente anche nelle sostanze celesti in un ileomorfismo universale più rinnovato. Nelle creature, ci sono più forme sostanziali, la più perfetta delle quali è rappresentata dall'anima intellettiva che può essere sia forma che sostanza che si unisce al corpo dotato della corporeità fisica. La conoscenza, dunque, a cui attingevo per il mio ministero di pontefice avveniva su 2 versanti: attraverso i sensi dell'anima che entrano in contatto con la realtà empirica per creare i concetti universali e le nozioni spirituali da cui derivano le illuminazioni profetiche. Sforzo precipuo dell'essere umano, deve essere il ritorno a Dio, che non può compiersi solo mediante la conoscenza filosofica, ma comporta la reductio di tutte le scienze alla teologia sotto le apparenze del sapere più profondo, cui occorre ricondursi per riuscire a vedere nelle cose sensibili, una immagine figurativa di quella vera realtà che è il Dio biblico. Dunque, la pienezza del sapere si raggiunge dopo un lungo ed articolato cammino in un itinerario della mente verso Dio, che dallo studio della presenza divina nelle realtà fisiche passa all'esame analitico delle facoltà inferiori del soggetto conoscente (memoria, intelletto e volontà) e poi sa innalzarsi alla contemplazione propria dei nomi propri di Dio (l'Essere e il Bene), per predisporre infine l'anima del credente alla massima elevazione del rapimento verso l'Altissimo. In effetti, mi sono reso conto, che per me la materia teologica era alquanto complicata da comprendere, ma che era necessario farlo per riformare al meglio la Chiesa ed ecco perché affermo di essere stato fortunato ad essere stato preceduto da un altro pontefice che poteva illuminarmi e guidarmi con la sua particolare conoscenza e saggezza, per modo che non cadessi troppo lungo il percorso del Conclave.
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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