STRAMBA REPORTER- Quale é la regola principale di una reporter? Ve lo dico io: essere particolarmente accorti in occasione di comunicazioni a distanza, circostanze nelle quali, ad esempio, la mancata percezione visiva di un sorriso a conferma di un modo di ironizzare potrebbe portare spiacevolissimi fraintendimenti, ma allo stesso modo una risata provocata da una battuta, usata quale surrogato di benevolenza, potrebbe sortire effetti assai negativi perché potrebbe essere equivocata come uno scherno. Perciò, alla scuola di giornalismo ho dovuto capire che le maggiori diversità esistenti tra il trasmittente ed il ricevente possono generare grandi incomprensioni. Una volta ho avuto a che fare con un manager australiano, nel corso di un reportage sul mondo degli affari e mi sono accorta da lì, che gli atteggiamenti di come vengono affrontate le contrattazioni e le negoziazioni, al riguardo possono essere davvero molto differenti, e difatti l'australiano era davvero poco incline alle formalità ed estremamente pragmatico, mentre un suo dipendente thailandese, era solito assumere per sua natura un atteggiamento particolarmente austero e cerimonioso. Ora è vero che non si può fare di tutte le erbe un fascio però, mi sono accorta in quel frangente, che a causa dell'impossibilità di mitigare il suo modo di parlare (che poteva essere percepito come troppo rude) attraverso la dimostrazione del rispetto legata alla ritualità del saluto thailandese (le mani congiunte al viso), il subalterno poteva sentirsi offeso dal modo conciso e sbrigativo del superiore ed anche del mio di potere arrivare in fretta e furia a conclusioni. Quindi, di fronte ad uno scenario dominato da molteplici variabili culturali, interpretare la possibile conquista della libertà in Siria dopo Assad specie riguardo al fatto per le donne non sarà più obbligatorio portare il velo, non significa farsi grandi aspettative in quanto nei paesi islamici tutte le organizzazioni sono fortemente influenzate dai modelli di comportamento sociale propri dell'ambiente in cui vivono. Mirare, dunque a mantenere un presunto equilibrio sociale dopo un regime del tutto totalitario, significa avviare un processo di riconoscimento del valore delle donne che fino ad oggi in tali culture come in altre sono state fortemente discriminate rendendosi ben conto del loro potenziale apporto alternativo, sia in termini di lavoro che di morale. Tale apporto potrebbe essere tradotto in maniera visibile e facilmente quantificabile all'interno della valutazione nella gentilezza e la pazienza e soprattutto nella precisione nelle predisposizioni reportistiche. Dal miglioramento delle condizioni delle donne parte un tipo di approccio giornalismo che sa gestire meglio gli estremi opposti del fenomeno del maschilismo, ovvero l'insicurezza nella virilità maschile, che potrebbe tradursi in atteggiamenti arroganti o palesemente artificiali, atti a nascondere tale animo come per certi leader oppressori e dittatori. In questi casi l'opera principale di una reporter diventa di carattere educativo vera e propria nella diffusione di valevoli principi etici alla base della cultura dell'organizzazione, con particolare riferimento all'importanza degli apporti diversi nelle reali aspettative che l'organizzazione sociale ha nei confronti delle persone, aspettative che possono anche differire da quelle dell'opinione pubblica nei suoi like o disapprovazioni. Per tale motivo alla scuola di giornalismo ho studiato una tecnica di identificazione dei flussi fra le relazioni umane che si sviluppano all'interno dei gruppi sociali, i quali stabiliscono a loro volta le modalità con i quali i loro membri debbano interfacciarsi nell'ambiente che li accoglie e che li accomuna. Nell'ambito di questi schemi comportali, ve lo confesso, io mi sentivo fuori posto perché dovevo ammettere per esperienza che esistono relazioni che hanno importanza maggiore delle altre specie nei rapporti di tipo gerarchico e da questo si generano inevitabilmente ineguaglianze. Così, sulla mia pelle, ho dovuto imparare il sistema delle priorità, ovvero delle regole sociali che definiscono le preferenze verso alcuni individui piuttosto che altri nella conduzione governativa e sociale, sia per quanto riguarda le capacità di creare e regolare il potere e sia per quanto riguarda modificare il sistema di stratificazione sociale a seconda delle priorità che si pone una nazione. Si parla allora di status, cioè di posizione che una persona ricopre all'interno delle gerarchie sociali, ed io mi sento di dire che sono solo una osservatrice che non fa altro che descrivere una realtà in continuo cambiamento a seconda delle condizioni storiche che condizionano i vari tipi di posizioni sociali come il possedimento di proprietà privata, l'introduzione del sistema catastale, il capitalismo di un sistema comunitario diviso in classi da basse a medio borghesi. Tutto questo è stato influenzato da predominanti contesti culturali, economici, politici e religiosi che poi col tempo sono decaduti lasciando spazio ai vari tentativi di democrazia repubblicana o comunque parlamentare. Da queste premesse, vi renderete conto che la determinazione dello status sociale di una reporter dipende dal suo modo di esprimere la trasposizione di nuovi parametri deterministici come i sistemi salariali e di guadagno che vengono espressi in flussi sia verso l'esterno nelle sue proposizioni e sia come responsabilità assegnata dalla collettività stessa nell'obbligo di iscrizione ad albi come quello del giornalismo e della scienza della comunicazione in cui mi sono ritrovata a studiare prima di diventare reporter free lance e di avere una mia propria partita IVA ed un mio blog su cui scrivo attualmente senza vergogna di partire praticamente da nozioni ordinarie e di dottrina che risalti l'originalità e la creatività come proposte al migliore offerente, perché infondo, infondo la cultura migliore è quella che sa vendere e dare rilievo al commercio delle informazioni per diventare qualcuno che può veramente contare. Ecco quello che cerco: poter in un qualche modo brillare.
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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