IL NATALE DEL CAMMINO- Ho percorso strade dove non c'era che odio e gelosia, mani lorde di sangue, occhi rabbiosi; ho camminato fra i sassi dei conflitti interiori, fra le sterpi dell'egoismo e del possesso; ho transitato fra rocce di indifferenza ed impenetrabilità del cuore e poi ho visto intorno la disperazione della nudità interiore. Ma poi è nato un bambino Salvatore, è nato nel freddo e gelo del mondo, è nato nell'inquietudine ed incertezza del mondo. Fra le braccia solo il candore, fra i vagiti solo un tremore. E' nato ancora con la sola pretesa di amare ed essere riconosciuto amore libero per il mondo; spera ancora povera vita, spera ancora povero essere umano, spera ancora che nel Natale del cammino tu lo possa ritrovare.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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