LE CANDELE IMMACOLATE. I° GIORNO - Scrive suor Maddalena - Oggi si medita Isaia dove il profeta parla di un monte saldo dove accorreranno tutte le genti per poter avere indicazioni sulle vie da percorrere per la pace. La sacralità della montagna indica il punto di incontro fra noi e Dio e luogo dove Egli si mostra a noi soltanto dopo una attenta preparazione e cura. In questa ascensione simbolica, spesso si incontrano difficoltà che rendono più disagevole il raggiungimento della vetta e quindi il necessario progresso verso una conoscenza superiore. Infatti, la montagna rappresenta una sfida, che mette continuamente alla prova le reali capacità dell'individuo, nell'attivare le proprie energie a perseguire i propri scopi specie quando si hanno dentro delle pesanti zavorre di oppressione che non ci consentono di essere liberi. Il Vangelo, poi ci fa comprendere a quale libertà siamo chiamati, una libertà che non dipende dal nostro ruolo di schiavi o di dirigenti e nemmeno dalla nostra fragile e vulnerabile condizione umana, ma una libertà che dipende dall'espressione delle giuste parole e termini, là dove la parola umana serve a comunicare e trasmettere, mentre quella divina serve a generare la regola che salva e nutre spiritualmente l'anima. La parola è luce, verità e vita e distingue l'uomo dalle altre creature poiché tramite essa si esprime descrivendo in maniera importante se stesso ed è questo che ci fa sentire considerati: parlare per riuscire a lasciare una traccia di noi stessi, per riuscire a dare maggiore efficacia alla nostra essenza perché è questo tipo di linguaggio che ci guarisce dalla banalità, dalla superficialità, dall'egocentrismo, dal narcisismo e ci fa diventare dispensatori di pace e di giustizia. Nella mia esperienza essere serva di Dio, significa trovare delle espressioni evangeliche nelle quali rispecchiarmi ed io mi ritrovo nel centurione che sa che se può chiedere la guarigione del suo servo come se fosse suo fratello e il suo migliore amico, è come se la chiedesse per se stesso e per la propria anima in quanto non ci salviamo mai da soli, ma abbiamo tutti bisogno di salvarci tramite l'amore degli altri verso di noi, abbiamo tutti bisogno di sentirci parte di un grande cuore che ci tiene cari a sé e che ci rende forti e liberi nel suo maggiore bene di fede, speranza e carità. Io sono il centurione che chiede pietà e misericordia per poter aprire la strada alla salvezza di ciascuno e di tutti, ma soprattutto per le zone di guerra. Che gli uomini comprendano la via del dialogo per la pace.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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