LE CANDELE IMMACOLATE. Siamo nel periodo di Avvento e nei conventi delle suore clarisse si celebra la novena dell'Immacolata concezione. Durante questo periodo suor Chiaretta ha deciso di studiare il principio di realtà perché è un principio davvero interessante per tutte le sorelle che vivono la clausura in quanto mentre il piacere impone la gratificazione per la via più breve più che altro di carattere fantasmatico, il principio di realtà consente il rinvio del medesimo in rapporto alle esigenze dettate dall'ambiente esterno che ha bisogno di fermare lo spreco del tempo e di riflettere e meditare sull'accadere psichico. Pare che non accada mai che il principio di piacere si evolva gradualmente e parzialmente in principio di realtà ed è per tale motivo che spesso si generano negli individui delle forti delusioni e frustrazioni, in quanto l'essere umano fa molta fatica a conseguire il pieno soddisfacimento delle sue pulsioni se non per via allucinatoria; e questa evoluzione, poi, è resa possibile dalla comparsa del pensiero cosciente (inteso come grande capacità di discriminare fra il reale e l'irreale) e delle sue funzioni ausiliarie quali l'attenzione e la memoria. Accendendo la 1° candela di Avvento, dunque, suor Chiaretta pregava così:"Signore mio, mio dolce sposo, mi trovo qui davanti a te ed alla raffigurazione di tua madre l'Immacolata Maria Vergine e madre, come piccola sorella per cercare di fare comprendere al mondo che l'Amore è invisibile e nascosto e che il suo principio di realtà viene attribuito all'Io scaturito dall'impatto con l'Es e l'esteriorità del mondo, e tutto ciò può creare un conflitto che porta a odio e rabbia che diventano guerra distruttiva. Difatti, l'effetto strutturante del principio di realtà sul preesistente principio è diverso a seconda delle nature delle pulsioni in gioco, dove nel caso delle pulsioni di autoconservazione la realtà prende facilmente ed irreversibilmente il posto dell'esperienza allucinatoria per riuscire a vedere i reali oggetti di soddisfacimento: la calma, il silenzio, la meditazione, la riflessione, la preghiera e la serenità dell'intimo data dalla grazia del perdono e della Salvezza, mentre nel caso delle pulsioni sessuali il principio di piacere solo in parte, a fatica e non irreversibilmente si lascia trasformare in principio di realtà, soprattutto in seguito a processi di identificazione caratteristici della fase edipica in cui tutte noi sorelle siamo passate prima di entrare in convento. Ti prego, dunque, di illuminarmi affinché faccia ascoltare al mondo con il nostro valore di clarisse tale effetto di risonanza del tuo infinito Amore nell'anima" Poi si mise a guardare semplicemente l'immagine Immacolata come se ne fosse rapita dal suo sguardo e dalla sua dolcezza che le dava conforto e senso di protezione. Avvolta da quell'aura, la suora avvertì un brivido in corpo e sentì che lei faceva parte di una totalità in cui lei riusciva a vedere come stavano le cose veramente nell'impotenza umana di poterne accertare la verità per cui tutto appare relativo e finito nel suo essere in quanto il mondo è diversamente articolato a seconda delle scelte che si compiono in vista della descrizione del termine "VOCAZIONE" e perciò non aveva senso, lì dove era lei, parlare di una descrizione del mondo vera e propria in virtù di "come stanno effettivamente le cose" visto che lì il tempo non era altro che un termine di pura congiunzione delle caratteristiche ripetibili del mondo spazio-temporale e delle leggi della natura dove lei apparteneva al quasi realismo come accidente individuale dell'Amore divino transitorio per divenire eternità. Per questo Chiaretta per aiutare le persone studiava sia la metafisica e sia la scienza della ricerca e non solo e non tanto per cercare i punti cardini della sua fede, ma anche e soprattutto per individuare il modo di alleviare le sofferenze ed i dolori del mondo. Dunque, dopo le lodi mattutine si dedicava, appunto a questo tipo di studio per aiutare per esempio una signora anziana che aveva dei forti dolori alla mandibola che potevano prospettare una lesione al trigemino, ma che potevano anche nascondere dei calcoli alla ghiandola sottomandibolare nel dotto di Wharton oppure a quella parotidea nel dotto di Stenone. Inoltre voleva anche aiutare una signora che poteva avere una coda equina nella colonna lombare che le provocava anche problemi di incontinenza urinaria e dolori simili a prolasso della vescica. Si rendeva conto, però, che nessuno l'avrebbe mai ascoltata e perciò aveva deciso di inserire tutte queste sue impressioni all'interno di un diario delle clarisse dove si facevano anche i commenti delle letture del giorno e dove a turno ogni sorella poteva lasciare il proprio messaggio di testimonianza del realismo di Cristo loro sposo, una idea davvero formidabile che poteva essere utile a tutti per fermarsi a capire come insieme possiamo cambiare e migliorare il mondo e portare la pace.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
Commenti
Posta un commento