LO SPUDORATO CORAGGIO DI AMARE. Proposta di intervista a Giulia Cicchettin. Cara Giulia Cicchettin dopo quello che ti è accaduto ci credi ancora all'amore?   RISPOSTA (R) - Certo, ma in maniera diversa da come ci credevo prima che Filippo Turetta mi uccidesse - DOMANDA (D) - In che senso?? - R. - Adesso crederei di più ad un amore più normale che sa guardare prima di cominciare una relazione, dentro noi stessi anche se facendolo, ci si scontra spesso con paura e vergogna per la natura insolita di ciò che potremmo trovare, allora ciò comunque potrebbe diventare una risorsa fondamentale da condividere in un percorso di autoconoscenza in un gruppo di autoaiuto psicologico che consiglio fortemente come nuova visione della normalità.  D. - Pensi che i giovani oggi debbano ancora sperare nell'amore nonostante i fatti di cronaca che si sentono su femminicidi e su atti di bullismo?  R. - Certamente, ma spesso ritengo che la nostra idea di renderci accettabili agli altri è radicalmente diversa dalla realtà perché noi tendiamo ad essere molto romantici, mentre io, dopo ciò che mi è accaduto proporrei piuttosto un post-romanticismo moderno. D. _ Cosa intendi, ce lo spieghi per cortesia?  R: - Volentieri. Che oggi, bisognerebbe confessare di più la nostra vulnerabilità. Sovente questo fatto è interpretato come un indizio della cattiveria insita nella natura umana, ma la verità è invece molto più profonda. Si tratta di poterci rassicurare che accanto a noi ci sia qualcuno che non ci lascia soli ad affrontare nella solitudine umiliante le tremende difficoltà della vita e che, quindi, non importa se siamo perfetti perché c'è qualcun altra che ha vissuto le delusioni famigliari, l'anormalità di una vita sessuale, le complicazioni dello studio e del lavoro e che sa che rivelare tali ferite di fallimenti e di cadute può metterci in una posizione davvero molto pericolosa perché gli altri potrebbero riderne, minimizzare o fare diventare questa debolezza una ghiotta occasione per i media. E' questo, il punto cruciale su cui bisogna tenere alta la guardia, noi ci dobbiamo avvicinare agli altri non svelando mai completamente tutto se no se le informazioni che diamo di noi stessi e della nostra vita finissero in mani sbagliate, ciò potrebbe causarci ulteriori umiliazioni aberranti che dilaniano dentro e perciò meglio evitare di dare la propria anima in pasto ai leoni del giornalismo del gossip superficiale. D. - Allora, secondo te, come potremmo fare noi giornalisti a fare in modo di aiutare nella prevenzione dei femminicidi e degli atti di bullismo o di violenza di genere??  R: - Fare in modo che i giovani si preoccupino di meno di piacere agli altri specie a livello dell'approfondimento giornalistico che riguarda l'aspetto binario, che dipende tutto da dei like positivi, oppure dalla notorietà e non invece dal nostro umore che oscilla nel giudicare gli altri come persone valevoli e meritevoli di stima e rispettabilità. Fare in modo di sfrondare il pressing giornalistico su un reato, per evitare che questo diventi un fenomeno da baraccone che qualcuno vuole emulare per diventare un eroe che accetta la sfida di superare certi limiti ed invece incentrarsi sul coraggio di tenere a bada la paura del rifiuto e la falsa ed ipocrita ideologia che dobbiamo essere seducenti solo dal punto di vista carnale e non da quello spirituale di interessarci veramente di un altra, contenendo l'istinto che ci porta, in un certo senso, ad essere scaramantici nel valutare i motivi per cui potremmo piacere quando all'inizio a Filippo piaceva anche l'orsacchiotto con cui giravo perché per lui non era un oggetto troppo infantile, ma era quella parte di me che lo affascinava tanto perché lo riportava al gioco della complicità di coppia che comunque, non aveva ancora alcuna garanzia di poter mettere radici solide dentro di noi.  D. - Allora quale ritieni essere il migliore approccio per avere equilibrio all'interno di un rapporto di coppia giovane?  R. - Cercare di entrare in connessione con l'altra e non attivare il meccanismo di autodifesa, che potrebbe ingenerare erroneamente l'idea di non suscitare alcun interesse, a causa di una scarsissima autostima ed insicurezza per cui nessuno dei 2 si assume mai effettivamente il rischio di cambiare la situazione nel maggiore apprezzamento dell'altro attraverso gesti calorosi ed accoglienti. D. - Ma dopo ciò che ti è accaduto, non ritieni che bisognerebbe essere più prudenti quando si frequenta qualcuno e si è agli inizi di una relazione d'innamoramento??  R. - Al contrario, io penso che essere calorosi sia basarsi sull'ipotesi ben fondata che gli individui in cui ci imbattiamo, a dispetto delle prime impressioni, non siano ciò che sembrano ed i fatti lo dimostrano. Noi dobbiamo cercare di andare al di là delle apparenze, se no rimaniamo confusi ed infelici e poi non ci sarà più nulla che potrà mai consolarci quando pensiamo di avere perduto per sempre la nostra unica occasione. Le persone calorose si conoscono abbastanza bene da saper superare le apparenze e riuscire a capire che i lati più strani di loro stessi possono trovare particolare eco negli altri. Ecco perché io e Filippo leggevamo insieme un libro per bambini, ed abbracciavamo gli alberi, o ci scattavamo la foto su un'altalena fiorita. Sai, le persone educate e calorose sanno molto bene che sotto una superficie di competenza come quella di uno psichiatra, ognuno di noi è goffo, insicuro, bisognoso e fascinosamente squilibrato ed è per questo che riversano questa consapevolezza in tutte le loro relazioni, anche quelle apparentemente difficili ed onerose: hanno il coraggio di avere lo squilibrio di amare i lati più teneri di noi, e cercano di attenuare quelli più rigidi per farci sentire a nostro agio. Lo so, ci vuole coraggio, il coraggio di avere la libertà di essere se stessi mentre si ama e di farsi completare dall'amore nel percorso per essere se stessi. Se io non sono stata perfetta in questo, lo sarà la testimonianza d'amore donato che lo sarà per me nel coraggio di amare ancora. 

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