LA SFIDA FILOSOFICO-TEOLOGICA DELL'APOCALISSE - In collaborazione con don Andrea Turazzi, frate Gabriele Trivellin - Oggi l'Apocalisse è una rivelazione di apocatastasi cioè deve essere intesa come una reintegrazione, alla fine dei tempi, di ogni cosa creata. Il termine greco apokatastasis nello stoicismo assume il profondo significato della ciclica restituzione o meglio ristabilimento dell'universo e viene anche inteso come liberazione dell'anima. Nel Nuovo Testamento c'è la reintegrazione di una nuova creazione messianica che riguarda la riconciliazione con Dio dell'intera creazione compreso Satana e la morte e tale dottrina è stata accolta da grandi teologi come Schleiermacher e perciò è da tenere in debito conto. All'interno poi di un procedimento allegorico esegetico l'Apocalisse si basa su immagini e simboli che esprimono dei concetti o significati che riguardano elementi del cosmo e delle varie parti del corpo umano o di stati d'animo ed atteggiamenti spirituali che riguardano la cosiddetta "metafora continuata" che richiede una valida interpretazione poetica. In tale ambito si intende conciliare l'Antico con il Nuovo Testamento con la tematica dei 4 sensi che riguardano anche il senso morale ed anagogico della storia della salvezza, e quindi solo entro quell'istituzione che la storia effettivamente rappresenta e svolge sulla terra attraverso la Chiesa. Si comprende meglio dunque in cosa consisterebbe la riforma sul principio ermeneutico che predilige l'interpretazione di raffigurazioni retoriche delimitate per attuare la tanto probabilmente attesa innovazione da don Stefano Sargolini di Coriano che riguarda la parte produttiva che si propaga specie a livello giovanile al di fuori del puro ambito esegetico-scritturale. La spiritualità dunque con tale nuova accezione rappresenterebbe un terreno più fertile di sviluppo dell'interpretazione letteraria poetica dove si delinea attraverso Goethe una decisiva distinzione fra allegoria e simboli: l'allegoria è data da quei particolari intesi solo come EMBLEMI ed esempi di universalità,; mentre i simboli poetici fanno scorgere al lettore Sargolini l'universalità nella particolarità che incarna totalmente in se stessa la poesia della Salvezza (ah che bellissima cosa che nessuno ci ha mai spiegato!!) . Oggi con le avanguardie artistiche si tende a evidenziare l'immobile quiete di un mondo di forme compiute come disse Gesù quando lesse il rotolo di Isaia e affermò che quella scrittura si era in lui compiuta e non più rivelata perché si è scoperta la valenza positiva della disarmonia e della dissonanza allegorica dell'Apocalisse che per sua natura richiama ad un OLTRE ed è in questo spirito che si annuncia la Speranza della Salvezza come elemento essenziale al vivere e a superare ostacoli e difficoltà. A livello anagogico poi l'Apocalisse lancia la sfida continua ed ambiziosa di un nuovo tipo di contemplazione che riguarda le anticipazioni dell'escatologia della Resurrezione futura per tutti i fedeli e questo a livello sociologico riguarda una vera e propria identità eurocentrista che si distingue in autoetnologia e alloetnologia del senso dell'altro in una comunicazione capace di inclusione nell'approccio consensuale orientato all'intesa. Si propongono così nuove prospettive che vanno oltre la tradizione, nella ricerca dell'altro oltre la razionalità per la storia della follia che nell'ambito specifico psicoanalitico significa tematizzazione dell'inconscio. Per esempio per quanto riguarda il simbolo della paura del mare perché non sa fare a nuotare detto dalla signora Franca stamani nella sua spiegazione del brano odierno dell'Apocalisse, lei (parlo della signora Franca) deve sapere che il mare è il simbolo del femminile e dell'inconscio collettivo che influisce con le sue maree sul suo modo di approcciarsi piuttosto insicuro e quindi poiché nella sua paura si delinea una apparente trasparenza che nasconde abissi sconosciuti ella non può più rimandare l'analisi su ciò che ha effettivamente realizzato di se stessa e ciò che ancora si può permettere di attendere se no non usa dei buoni strumenti anche letterari e culturali per poter risolvere i suoi problemi ed anzi li aumenta facendoli divenire come quella bestia nel mare di cristallo rappresentato da san Giovanni nell'Apocalisse e quindi se ella ha solo una fragile barchetta con cui poter affrontare le onde delle burrasche della sua esistenza è meglio, molto meglio che analizzi la lettura sul suo inconscio se no a mio avviso caro don Andrea Turazzi fa più male che bene perché le cose vanno studiate meglio e in ciò ci vuole un serio impegno, impegno, impegno e credo che ciò sia il vero valore cristiano non bazzecole ed è questo valore che sinceramente intendo praticare. GRAZIE per l'attenzione.
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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