INFANZIA RUBATA. ADOLESCENZA. Questa parte del libro è una parte abbastanza critica che richiede una riflessione profonda ed una maggiore meditazione dato che ci si trova spesso in un periodo delicato dello sviluppo. Spesso i giovani oggi hanno problemi di adattamento nel passaggio dall'età infantile a quella adulta specie nel fatto di dovere adeguare i propri processi mentali (dal più semplice al più complesso, quale è la coscienza) al fatto di garantire la sopravvivenza dell'individuo nei confronti dell'ambiente che lo circonda spesso poco favorevole al suo equilibrato sviluppo. La questione più spinosa riguarda l'adattabilità culturale nell'era tecnologica digitale e dell'intelligenza artificiale per il fatto che frequentemente i giovani fragili e vulnerabili trasformano in pulsioni sociali quelle egoistiche e perciò si generano più che altro degli adattamenti alloplastico ed autoplastico dati da un insieme di risposte che tendono a modificare l'ambiente a proprio uso e consumo sfidandolo in maniera surreale e virtuale e creando delle ideologie rappresentative che intendono modificare il soggetto stesso che finisce per esprimere alcuni concetti poi in maniera distorta ed abnorme usando dei meccanismi di difesa in maniera sconsiderata, superba, prepotente ed aberrante per potersi sentire forti, compresi e riconosciuti e soprattutto vittoriosi. All'interno di dinamiche di gruppo e di socializzazione i giovani vogliono trovare non solo aggregazione che li faccia sentire parte di un unità, ma vogliono anche avere motivazioni e conferme per la prospettiva di ottenere un posto di rilievo all'interno di una situazione globale a livello decisionale per dare peso alle loro idee e condotte specie a livello degli effetti produttivi sui media quando ci sono cortei, scioperi, raduni, assemblee di istituto che portano a trovare punti di incontro alle proprie esigenze e all'espressione delle proprie capacità e abilità.
RACCONTI DI RAGAZZI SBANDATI - 1° PARTE - Sono un ragazzo di 15 anni che è entrato a fare parte di una comunità terapeutica perché facevo uso di droghe da cui sono diventato dipendente. Ho iniziato così per gioco fumandomi qualche canna di marija ogni tanto per sentirmi un poco sballato e per essere più disinibito con le ragazze dal punto di vista del sesso, che però dopo molte sigarette si incarnava nella sedia e nel tavolo. Dopo un po' di tempo si fece sempre più preponderante in me il desiderio di avere quell'effetto e perciò sono ricorso a farmaci come la cimitidina e la ranitidina che di solito vengono usati contro l'ulcera e che invece io prendevo tanto per avere un effetto di sonnolenza e di ottundimento fino ad arrivare al vero e proprio effetto confusionale con una compromissione delle funzionalità renale ed epatica che facilitava l'azione stupefacente. Così per riuscire a procurarmi la droga sono dovuto ricorrere a degli espedienti di avere mal di stomaco e di chiedere dei farmaci per farmelo passare di cui poi io ho esagerato la dose perché ne ero diventato schiavo e non ne potevo fare più a meno fino al punto che mi sono ritrovato a rubacchiare di qua e di là e a diventare un malvivente che si è visto costretto a spacciare pur di avere il grano per permettersi di pagare le dosi di farmaci e sigarette di marija. Quando i miei si sono accorti del fattaccio si sono subito decisi di farmi disintossicare, ma il percorso si è presentato subito molto difficoltoso e disagevole perché io mi trovavo già allo stato paranoide seguito da fasi depressive che turbavano alquanto il mio umore. Così mi sono raccontato molte scuse per non dover ammettere che mi ero fatto risucchiare dal tunnel della droga e che avevo il cervello inebetito fino al punto da perdere l'orientamento e da farmi sentire un idiota che girovaga senza una precisa meta. Facevo davvero molta fatica a superare l'ostacolo della dipendenza e di quel torpore che mi lasciava estasiato e convinto di raggiungere lo stato di sublimazione e di massimo benessere interiore ed esteriore, quando invece mi facevo ingannare da quelle sostanze che ingurgitavo e che fumavo per potermi sentire al massimo e senza problemi di sorta. Poi un giorno non mi sono retto più sulle gambe ed allora ho capito che avevo raggiunto il limite, che avevo tutti i denti ingialliti e consumati da quel catrame e che mi ero imbruttito ed allora ho detto basta perché era arrivato il momento di smettere e di crescere e maturare e trovare altre soluzioni per potermi sentire al massimo e così eccomi qui a confessare che sono stato un drogato, una persona che viveva solo in funzione di alcune sostanze che la facevano sentire al topo del top, ma che alla fine la rovinavano fino a distruggerle il cervello e tutti gli organi. Ai miei coetanei vorrei dire di stare attenti che non è vero che si può smettere quando si vuole, perché per smettere ci vuole molta forza di volontà e l'aiuto di psicologi bravi che ti guidino nel percorso terapeutico e facciano in modo che ti concentri sull'obiettivo e che lo porti a termine con tutto te stesso. Se potessi tornare indietro non rifarei più lo stesso errore e cercherei di confessare subito che mi sento a disagio anche solo a parlare di sesso e che ho paura di non fare bene e sono molto ansioso riguardo l'avere una buona prestazione che dia soddisfazione di godimento. Il mio corpo comunque è pulito da qualche anno ormai e per me questo è già un buon risultato, ma comunque tengo sempre alta la guardia ed è per questo che ho deciso di praticare lo sport di arti marziali in modo da potermi sfogare in maniera più salutare e meno invasiva rispetto al mio organismo e poi così riesco a difendermi in caso di assalti di qualche male intenzionato sulla metropolitana o per strada che non si sa mai. Raga siamo in un brutto mondo e bisogna porre la massima attenzione a che compagnie si frequentano, a che tipi ci associamo perché poi ci roviniamo la vita a seguire falsi guru e a farci intortare dai primi che capitano solo per apparire simpatici e sentirci benvoluti avendo una certa fama ed un certo ascendente fascinoso che possa essere attrattivo e simbolo di bellezza e seduzione. Raga non ci credete alle lusinghe ed agli inganni del guadagno facile e delle facili conquiste, meglio avere cent'occhi e comprendere bene con chi vi mettete e con chi state insieme se no vi riducete come me e poi non è detto che riusciate ad uscirne vivi e vegeti, non è detto che ce la facciate a scampare dalla dipendenza ed allora saranno davvero guai seri e pianto e non lacrime di coccodrillo come quelle di un sacerdote che non sa nemmeno cosa sia la sofferenza perché è freddo, freddo praticamente ghiacciato e non riesce ad avere un minimo di sensibilità con le sue battutine da 2 di coppe che sono davvero puerili per lui che dovrebbe essere saggio. Ve lo dico io i tipi come quel prete stanno peggio di me e si devono fare curare pure loro perché non sanno nemmeno guardarsi allo specchio e vedere che non è più l'ora di fare i capricci per una punturina di vaccino. Ve lo dico io meglio stare alla larga dalla falsità ed ipocrisia di quegli stolti che nemmeno conoscono la parola prossimo e si fingono persone perbene quando dentro sono peggio che i sepolcri imbiancati e peggio di vipere velenosissime che mordono e stritolano solo per avere chissà quale podio, non certo il mio, non certo il mio che sono qui a dire che ho sbagliato, che ho peccato e lo confesso senza timore che tanto si sa molte volte l'uomo è debole e tante volte impara dalla lezione peggiore: quella di essere inebetito dal suo stesso narcisismo. Fidatevi di me io lo so perfettamente e quello che vi spetta in punizione se date retta a certe fesserie è la peggiore condanna: finire all'inferno della sconsiderazione .
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