INFANZIA RUBATA. $° DIARIO - Mi presento, sono una bambina di 9 anni e sono la figlia di un carcerato che si trova rinchiuso perché ha sbagliato rapinando un portavalori insieme ad altri banditi dove ci ha rimesso la vita incidentalmente una guardia giurata. Mia madre non vuole portarmi dentro la prigione a vedere mio padre, perché dice che non è un posto adatto a me e perché non vuole che prenda esempio da mio padre un giorno e che segua le sue orme. Ma noi siamo senza molti mezzi e ci troviamo a vivere in un quartiere malfamato dove si vive solo di espedienti e dove tutto ha un prezzo caro per poter stare a galla e così mia madre si è dovuta fare in fretta un altra vita e mentre mio padre si è trovato in carcere ha chiesto il divorzio e poi si è messa con un altro uomo che pare la tratti meglio e che le dia più sicurezza, però a me questo tipo non mi piace perché pretende sempre di essere servito e riverito e vuole trovare tutto pronto quando viene a casa se no sono urla di rabbia che le cose non sono fatte per bene ed io debbo trovarmi già a tavola senza molte storie ed avere già fatto i compiti che lui non vuole avere molte preoccupazioni e pensieri e vuole starsene in pace e tranquillo a rilassarsi sul divano davanti alla Tv a mangiarsi il piatto che aveva ordinato fino dalla mattina e a trovarsi una lattina di birra mentre monopolizza la trasmissione se c'è la partita di calcio e noi ci dobbiamo accontentare di fare l'uncinetto e di creare delle borsette da cui possiamo raggranellare qualche soldino in più che può sempre farci comodo. Certo mia madre non è mai stata brava a scegliersi i compagni di vita ed ora ci debbo rimettere pure io che devo subire quell'uomo che non mi guarda nemmeno molto e che si è infilato in casa solo per potersi infilare nel letto di mia madre e poter fare i comodi suoi che tanto le donne debbono obbedire agli uomini e restare a loro devote per tutta la vita che le cose possono funzionare solo così e non diversamente. Però io ho deciso di studiare e di laurearmi e poi di diventare una dottoressa che prende più di mio padre e di quell'uomo che dice tanto di sapere il fatto suo, ma alla fine non ha il senso critico della gestione dei soldi e così li spreca in videogame con cui si mette a giocare al fine settimana. Io non sopporto questa vita e voglio poter diventare qualcuno in modo da emanciparmi e rendermi autonoma ed indipendente e poter tenere testa a questi uomini balordi e non vedo l'ora che ciò avvenga. Per Natale chiedo solo di poter andare a giocare a tombola nella Parrocchia che così magari potrò vincere un piccolo premio magari di quella trousse di prodotti da bagno che tanto mi piaceva in quella vetrina e così almeno mi potrò rilassare dentro la vasca da bagno con quei cristalli profumati e potermi godere la schiuma che ricopre la mia pelle rendendola liscia e vellutata. Non c'è cosa migliore per me che potermi fare un bel bagno caldo con quei prodotti così profumati di rosa e di frutti di bosco che tanto mi fanno sentire come una principessa che si prepara per il ballo da cui deve fuggire a mezzanotte perché se no si crea lo scompiglio e poi si scopre la verità che lei era una figlia di un carcerato e aveva un patrigno un poco alticcio che però ora per fortuna non potrà molto girare per strada per il nuovo decreto codice della strada. Meno male che c'è qualche adulto responsabile se no chissà come potrei finire, ma io confido nella mia buona stella cometa di Natale che mi conduca lontano dove io possa esaudire il mio sogno di diventare quella dottoressa che sa il fatto suo e così potrò avere una casa tutta mia ed anche un cane ed un gatto che mi faranno buona compagnia più di qualche uomo che non mi sa apprezzare. Dopo tutto è Natale e chissà che qualche Babbo Natale in giro per il mondo non mi possa accontentare, io lo attendo con i miei biscotti ed il bicchiere di latte vicino al camino che così domani potrò trovare i miei regali più belli: l'attestato dove c'è scritto sei una persona speciale, una futura donna con la testa sulle spalle a cui nessuno farà mai del male.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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