RIFLESSO NUDO. Tutto ciò mi sarebbe servito a spiegare lo studio di perfusione di RMN che sostanzialmente avrei diviso (per il dottor Cellerini) in studio dinamico dell'enhancement effettuato sia prima che durante somministrazione a bolo di MDC paramagnetico, con sequenze T1 ad elevata risoluzione temporale tra 5 e 40 sec. e fino a 6 min. dall'inizio dell'iniezione perché con tale tipologia è possibile cogliere un eventuale danno di barriera e l'entità di presa di contrasto; studio di perfusione T2 che verrebbe effettuato durante il 1° passaggio di 1 bolo di MDC a flusso elevato, tramite sequenze ponderate T2* con elevatissima risoluzione temporale di circa 1-2 sec. fino al massimo di 90 sec. per assicurare la copertura del 2° passaggio del MDC. Bisogna però tenere presente il crollo del segnale nei tessuti adiacenti al letto vascolare durante il passaggio del MDC ad alta concentrazione ed è perciò che proporrei una tabella basica di curva relativa all'intensità di segnale di almeno 2 zone critiche simmetriche fra di loro del parenchima cerebrale. In ipotesi parenchima con intensità 40 su 12 sec.; 49 su 75 sec. 99 su 63 sec.; 149 su 51 sec. ed infine 199 su 38 sec. con una media ponderale di 40 + 49 + 99 + 149 + 199/5 sezioni critiche = 377 arrotondato su 208 sec di media = le fette sono di 2 mm circa. Questo è il tentativo per verificare meglio la penetrabilità della barriera ematoencefalica a livello farmacologico ed anche patologico. 

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