RIFLESSO NUDO. (ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale e frutto della fantasia dell'autrice) - I° tipologia - Così dopo i primi studi conobbi all'università una donna piuttosto elegante che racchiudeva in se stessa, l'ideale stereotipato di mia madre riguardo al termine moglie, amante, sposa: cattolica, praticante, devota ed adeguatamente competitiva proprio come me. Ma un leone non può stare nella stessa gabbia dorata con una tigre, perché prima o poi si graffiano e si azzannano soprattutto dal punto di vista dell'esperienza spirituale-religiosa di cui io svolgevo il ruolo polemico gnoseologico del precisare alcuni concetti in maniera rigorosamente scientifica e là dove, in particolare, la mia analisi metteva a capo un concetto molto allargato di esperienza, sia perché alla tradizionale nozione di esperienza diretta fondata sulla percezione sensibile, o evidenza soggettiva, si accompagnava praticamente in me la nozione dell'esperienza indiretta, concernente oggetti non accessibili all'osservazione, ma inferibili ad altri fenomeni osservati nel corso di anatomia applicata e sia perché era per me parte costruttiva di ogni esperienza scientifica la presenza di fattori inferenziali, nonché l'appello continuo all'intersoggettività di principio di operazioni empiriche e razionali compiute dagli scienziati in genere. La mia esigenza era quindi di avere una esperienza molto ben organizzata e l'esperimento sul campo che esige, un intervento attivo e "artificiale" del ricercatore sui fenomeni della natura fra cui io stupidamente racchiudevo anche la sessualità. Invece, con Emilia, mi sono accorto che la straordinaria dilatazione della concezione tradizionale di coppia e di amore-intesa, non poteva inglobare fattori logici, matematici e tecnici accanto alle componenti sensoriali e psicologiche che in lei rappresentavano più che altro un "ibrido" umano che riduceva il tutto ad un momento totalizzante fatta di sentimento di dipendenza rigorosa da alcuni precetti in cui la persona avverte la propria nullità rispetto ad un ente divino e quindi si trova ad affidarsi ai flutti di un rapporto intenzionale soggetto-oggetto dove l'oggetto persona, si dona al soggetto che scompare per fare posto al divino. Io invece, non ci stavo a tale visione, perché per me Dio era tangibile dato che era tutte le cose, presenza viva, realizzazione umana piena anche se le cose non funzionavano come si deve. Dopo poco così il nostro rapporto fallì miseramente e divorziammo dichiarandoci di non essere riusciti a centrare il nostro obiettivo numero 1: raggiungere l'utopico amore, e vederlo sorgere e vivere anche nel domani.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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