VIAGGIO DI UN ANIMA DANNATA. "Caro amore mio, è da 1 anno ormai che sei scomparsa e che hai preso il tuo posto in Cielo, dopo che la droga ti ha uccisa, per overdose all'età di 22 anni e così, per combattere contro il crimine ho deciso di diventare un Giudice, ma quando mi sono messo a studiare giurisprudenza, mi sono reso conto che l'applicazione della legge e le sue regole è piena di insidie per la giusta interpretazione di quel brano di Vangelo dove si dice di non condannare, di non giudicare e di guardare prima di tutto alla trave nei nostri occhi piuttosto che la pagliuzza in quelli del prossimo. Per questo motivo, ho preso un bagaglio pesante che è fatto di subdole allusioni ad addossare ad altri i propri peccati, piuttosto che doverli ammettere scusandosi ed in questo modo sentirsi frustrati e sconfitti da una sensazione di fallimento. Eppure, me la ricordo bene quella lezione del professor Paolo Manzelli a scuola riguardo la CONDITIO SINE QUA NON per decidere se condannare o se assolvere, se giudicare o se invece perdonare i peccati. Quando entrò nell'aula Paolo Manzelli fece una domanda che colpì molti di noi che era "Come si fa a capire se si deve condannare o assolvere qualcuno posto sotto giudizio??" Tutti dissero che ci volevano le prove e le testimonianze per condannare, ma Paolo Manzelli asserì che queste non bastano a capire le dinamiche dei fatti occorsi per espletare un crimine o provare l'illegalità degli atti commessi, perché ci vuole la CONDITIO SINE QUA NON e cioè bisogna verificare le condizioni, le situazioni in cui si sono svolti i fatti che servono ad argomentare ad una giuria se una persona ha o meno commesso un reato agli occhi non solo della legge umana, ma anche agli occhi morali di quella divina. Infatti anche i giudici come Virgilio immaginano che il mondo dell'oltretomba sia ispirato in linea massima ad un principio di giustizia RETRIBUTIVA, così come se lo è immaginato un sacerdote anziano e molti suoi adepti, che pensano che in base a come si siano comportati nel mondo quanti hanno ben meritato nel corso della vita (in particolare sacerdoti, poeti, guerrieri che offrirono la loro giovinezza per la patria, inventori di arti utili all'umanità e coloro che fecero del bene al punto di essere visti come beati o santi), vengono alla fine ripagati con la vita eterna in Paradiso, mentre i fraudolenti, i traditori, i persecutori del proprio stesso sangue umano o quanti non hanno fatto parte di beati e santi elargitori di beni soprattutto morali e spirituali, vengano sottoposti a giudizi che conducano a supplizi altrettanto eterni di un Inferno. Eppure questo concetto conosce delle dolorose eccezioni, che non mancano di turbamento e questo è il caso della massa di quanti sono periti senza motivo in mare o fra le alluvioni come a Valencia e sono rimasti dispersi e dunque privati delle onoranze e dei riti della cultura della degna sepoltura dei morti, condizione imprescindibile per assicurare ai defunti una compiuta transizione al mondo eterno: nell'oltretomba alcuni potrebbero essere condannati a vagare come quaggiù per molti anni fra correnti malvage e pene lancinanti che nella loro invidia e gelosia, li rendono come dei perfidi mostri aberranti. Il quadro, dunque, per decidere quando condannare e giudicare e quando invece tacere i peccati, appare complesso e l'esempio di Paolo Manzelli per determinare la giusta CONDITIO SINE QUA NON potrebbe essere insufficiente sia a quel sacerdote barbuto ed alcuni suoi amici dinosauri e sia ai loro adepti in quanto loro sono semplici cittadini che non conoscono nemmeno molto bene la Costituzione italiana e perciò che ne sanno loro di come si debba comportare un sindaco o un presidente di regione quando si prevede metereologicamente una intensa caduta di piogge che mette in allerta arancione alcune zone del territorio italiano, la Protezione Civile e le Prefetture rispetto alla chiusura di alcune strade, l'evacuazione di alcune abitazioni più a rischio? La condizione per emettere una ordinanza RESTRITTIVA rispetto la circolazione per le strade e rispetto la chiusura di scuole, di palestre o per dichiarare l'allerta può partire infatti anche da un sindaco, ma nel caso in cui ci sia una gravità maggiore deve partire da un presidente di regione che coordina tutte le operazioni della Protezione Civile ed allora si comprende che le responsabilità cambiano rispetto l'interpretazione della condanna riguardo a chi ha applicato per tempo l'allerta se no NON si può permettere che accada un disastro come quello di Valencia, anzi, visto i dati statistici del surriscaldamento del pianeta e delle continue esondazioni provocate da maggiori emissioni di vapore acqueo in quota allora per prevenire codesti fenomeni già all'insediamento del nuovo presidente della regione Emilia-Romagna lo si fa divenire un alta carica della Protezione Civile e cioè ha potere di decidere in casi ritenuti particolarmente pericolosi di fare evacuare le maggiori zone a rischio e di chiudere la percorribilità delle strade annesse in modo tale da generare meno pericolo e di fare in modo da prevenire un disastro simile a quello di Valencia. Altra condizione sine qua non per condannare, a proposito delle morti sul lavoro, è che i lavoratori ed i datori di lavoro siano obbligati a fare indossare i presidi per la sicurezza del lavoro (caschi, scarpe infortunistiche, mascherine, cuffie per i rumori e quant'altro) pena una multona salatissima ed il mancato riconoscimento dell'infortunio sul lavoro che si tramuterà in ferie e del conseguente risarcimento danni da parte dell'INAIL perché la sicurezza del lavoro sia garantita da tutti e non solo dagli ispettori del lavoro. Perciò vedi amore caro quanto ci sia da fare per riuscire a fare comprendere alla gente normale, che invece bisogna condannare di più la stoltezza e la furbizia di scaricare le proprie colpe su altri per sentirsi forti e belli e per averla sempre vinta, mentre invece, se sbaglia uno poi l'errore se non si pone rimedio subito si potrebbe tramutare in un orrore simile a quello di Valencia. Non è questione di condannare la persona in quanto tale che tanto ciascuno di noi come giustamente ha ammesso un sacerdote deve combattere coi propri limiti ed i propri molti difetti che deve tollerare egli stesso così come gli altri che lo conoscono e gli vogliono bene, ma è questione che chiedere scusa a parte essere un atto di buona educazione, fa comprendere dove si è sbagliato in modo che altri non commettano gli stessi errori e possano agire di conseguenza se no quando è troppo tardi, che non si è ricorsi per tempo a giusti interventi, poi non si possono piangere vittime e versare lacrime amare per perdite di cose che hanno richiesto sacrificio e molte rinunce. Ti chiedo scusa, dunque, amore caro, se non sono stato attento a lezione quando il mio professore Paolo Manzelli mi faceva capire attraverso alcune frasi topiche come funzionasse in sostanza la giustizia. Tipo la frase "Non toglierti il giubbotto che fa freddo" dove si comprende che la CONDITIO SINE QUA NON per non togliersi il giubbotto sia il fatto che fuori faccia freddo, ma si comprende anche che se lo diciamo ad un poliziotto che deve andare in missione a lui non importi un fico secco se fuori faccia freddo o caldo, piova oppure ci sia bel tempo, perché lui è OBBLIGATO ad indossare il giubbotto antiproiettile in missione pena la vita, quindi la frase "NON toglierti il giubbotto se fa freddo" è una negazione PARZIALE che considera la situazione, la condizione in cui ci si trova per applicare la regola o la legge. Altra frase esemplificativa "Non fare tardi, mi raccomando" Quando vale? Vale se non c'è troppo traffico lungo la strada, se non incontriamo alcun incidente, ma nella vita l'esperienza mi ha insegnato che può capitare qualche inghippo, che ci costringa a deviare o addirittura a cambiare strada da quella fino ad allora intrapresa e se capita lo dobbiamo fare sia per il nostro bene che per il bene di tutti, per evitare fastidiose discussioni di chi sia meglio di un altro a cui Gesù ha risposto come a Giacomo e Giovanni chi sa servire e sa essere umile di cuore. Perciò non condannare e non giudicare si riferisce ai superbi, agli egoisti, ai narcisisti, agli invidiosi che vogliono sempre prevaricare gli altri, mentre per gli intelligenti vale la migliore osservazione di sempre per il Paradiso: FACCIAMOCENE UNA RAGIONE LA PERSONA E' FALLACE E CHIEDERE SCUSA SE SI SBAGLIA E SE SI FA TORTO VALE PIU' DI MOLTISSIME OFFERTE PERCHE' DIO GRADISCE SEMPRE UN CUORE AFFRANTO ED UMILIATO CHE COMPRENDE DOVE E ERCHE' HA PECCATO!!!
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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