FILI D'ANGELO. Sbadigliavo mentre a scuola di ginecologia ed ostetricia il dottor Stefanetti Marco stava spiegando lo sviluppo dell'uovo fecondato quando entra nella fase di segmentazione durante la quale si susseguono a breve distanza nel tempo una serie di divisioni micotiche grazie alle quali dall'uovo hanno origine dapprima 2, poi 4 e poi numero sempre maggiore di elementi detti "blastomeri". Questi blastomeri costituiscono un ammasso detto morula che verso la fine della segmentazione risulta formata da uno strato periferico di balstomeri che tendono a disporsi epitelialmente formando una massa interna di forma poliedrica dove dovrebbe scomparire la zona pellucida dell'uovo e dove si dovrebbe accrescere il loro citoplasma in modo che essi assumano i caratteri morfologici delle cellule. Questo fatto segna il termine della segmentazione e coincide anche con la comparsa nella morula di piccole quantità di liquido che si raccolgono in un unico spazio per fare in modo che la morula si trasformi in blastocista dove si dovrebbe distinguere uno strato cellulare periferico che prende il nome di trofoblasto, una massa eccentrica detta nodulo embrionale ed una cavità detta blastocele. In realtà nel caso di una mia amica, per la quale ero venuta a frequentare la scuola di ginecologia ed ostetricia del dottor Stefanetti Marco, i trofoblasti non erano sufficienti come previsto alla nutrizione e protezione dell'embrione (specie negli annessi embrionali) ed era per questo motivo che si supponeva che ella avesse degli aborti spontanei e che non riuscisse a portare a termine la gravidanza. Altri autori, invece, come Spelzini Federico sostenevano che dopo la comparsa della linea primitiva, del nodulo cefalico e del suo prolungamento, il mesoderma non si estendesse bene come previsto e quindi non si fondesse del tutto bene con le formazioni sovrastanti e nemmeno bene con la formazione della parte posteriore della linea primitiva ed ecco il motivo per cui non si riusciva a stabilire una giusta comunicazione tra la cavità amniotica e quella ombelicale per cui il canale neuro-enterico non teneva bene e perciò l'abbozzo finiva per perire. Se tutto ciò era vero, allora non si poteva sviluppare bene sia la doccia neurale che il suo relativo canale ed è perciò che l'embrione aveva solo 1 rigonfiamento anziché 3 e quindi era destinato a perire oppure a divenire un cerebroleso in quando avendo solo un rigonfiamento non poteva avere un giusto accrescimento del telencefalo e perciò a parte il mesencefalo anche il metaencefalo da cui hanno origine il cervelletto ed il ponte ed il mielencefalo non si svilupperanno per nulla bene e l'embrione sarà destinato a perire prima ancora di essersi formato nel ventre della futura mamma. Infatti, l'uovo umano può svilupparsi solo per brevissimo tempo a spese dei materiali che ha in sé; perciò avvenuta la fecondazione, per lo più nella porzione laterale della tuba, l'uovo procedendo verso la cavità uterina se non incontra il giusto influsso di ormoni di origine follicolina e luteina non può annidarsi entro lo spessore uterino per una buona azione del trofoblasto che in tali casi non riesce ad intaccare la superficie e poi gli strati più profondi della mucosa e perciò non ci sono veri e propri scambi negli intimi rapporti con i tessuti materni di sostanze che permettano la vita e lo sviluppo corretto dell'embrione e quindi durante i primi 2 mesi si può generare un aborto perché c'è troppa riduzione nella regione del peduncolo addominale dell'embrione specie in corrispondenza dell'estremo periferico dove si costituisce la placenta e perciò tali soggetti sono a rischio di distacco della placenta e quindi a fare mancare di nutrizione e soprattutto respirazione il feto. Alcuni autori, poi sostengono che per la parte di placenta materna determinata dalla mucosa uterina, se questa è degradata si generi più facilmente il distacco e quindi l'aborto spontaneo, ma tutte queste ipotesi comunque sarebbero determinate dallo sfasamento ormonale che bisogna tenere in dovuta considerazione quando si genera un feto. Mi sono resa conto che la vita di ogni embrione è legata a sottili fili d'angelo che possono essere interrotti e che può determinarsi da un legame sottile, sottile quanto una piccola parte di una piuma leggera che può essere spezzata con un nonnulla. La nostra vita è appesa a quel filo d'angelo d'amore.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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