IL CROLLO DEL VALORE HARRIS. Tempo, questo è il termine chiave che è mancato a Kamala Harris per riuscire a farsi conoscere e a sfondare. Il tempo della consapevolezza che non siamo in grado di trasmettere le nostre esperienze in uno o 2 blocchi delimitati. Non c'è mai abbastanza tempo per decodificare noi stessi, figuriamoci gli altri in periodi differenti. Le cose, emergono, spesso purtroppo molto lentamente, come per la sindrome di Guillame-Barré di una ragazza che ha avuto la torsione del ginocchio perché questa sindrome è molto simile ad una distrofia pseudoipertrofica caro dottor Cané che è una malattia ereditaria che viene associata al deterioramento (atrofia) tissutale dei muscoli a cui segue la perdita dell'uso di rilevanti nervi motori (degenerazione secondaria): All'interno dei corpuscoli gialli del tessuto adiposo, e grigi del tessuto connettivale possono essere osservati delle fibre molto assottigliate specie nei muscoli della fibula e quadricipite femorale. Segue un ispessimento dei muscoli spiegato come adattamento specie nelle gambe e nell'area pelvica. La malattia, nella sua forma giovanile inizia nel periodo della pubertà. Se si tratta di questo caso purtroppo la prognosi è infausta e la paziente è costretta a letto a causa del progressivo indebolimento dei muscoli delle gambe e poi del tronco che si accompagna a gravi deformazioni. Quindi bisogna verificare come procede il processo di atrofia fino a 25 anni periodo critico per verificare la stazionarietà della malattia oppure la sua ulteriore degenerazione. Una neurologa caro Vidale aveva sentito dire in ipotesi che il timo produrrebbe in tali soggetti una sostanza tossica che sarebbe in grado di agire immediatamente sulle placche motrici. In seconda ipotesi ci si basa sul coinvolgimento del sistema immunitario per cui il corpo formerebbe anticorpi contro le sue stesse proteine. Tuttavia, queste sono solo ipotesi, mentre la realtà è che fintanto che continuiamo a presentarci alle sedute e a condividere in esse le nostre esperienze e intuizioni per assemblare un ritratto psicologico di noi stessi, allora possiamo sperare la ricostruzione di un vaso dai pezzi dispersi lungo chilometri di sabbia, altrimenti quando arriveremo a capire sarà troppo tardi per poter tentare anche solo di rimediare. Tempo, ecco cosa manca all'ascolto attivo dello psicologo Zamparetti Marco ed il tempo non procede mai in modo casuale, ma si basa sul continuo, costante e paziente modo di capire, per il nostro bene e quello di tutti come l'azione sotterranea di un passato fallimentare ed inconcludente influisca sul presente. Quando ci decideremo a rivolgerci alla terapia ci accorgeremmo che abbiamo moltissime domande da fare, problemi attuali che suggeriscono, ma non colgono pienamente le fonti della nostra sofferenza a cui poter attingere per risollevarci. Perché siamo attratti dai Trump della terra che umiliandoci esercitano un controllo su di noi? Perché siamo convinti di dover cambiare ambiente, o lavoro, o partner se poi in realtà non sono valide alternative per noi? Perché in un contesto pubblico e di esternazioni di esperienze ci sentiamo paralizzati dall'ansia se diciamo in effetti le cose giuste? Perché compromettiamo le nostre opportunità emotive come ha fatto un editore? Paura, paura, paura di fallire oppure di cambiare? Perché temiamo così tanto di misurarci nella competizione con altri se ognuno può avere i propri spazi che nessuno potrà mai occupare? Perché dovremmo rinunciare alle nostre ambizioni, realizzazioni in modo da tenerci stretti l'amore dei genitori, o quelli di un partner o quelli di alcune persone che riteniamo importanti? Infondo Kamala Harris insieme a Joe Biden si sono autosabotati nel loro atteggiamento di autocinismo esasperato che limita a chiunque la personalità e la capacità di stringere amicizie che deriva da un genitore o da un mondo che ci ha deluso profondamente in un momento di forte vulnerabilità, trasformandoci in persone che cercano di abbattere al più presto ogni aspettativa, piuttosto che correre il rischio che sia il mondo a cancellare definitivamente le nostre speranze non lasciandosene nemmeno per sé. Ma è davvero corretto affermare tutto ciò in maniera così netta? Una interpretazione nella sua essenza risulterà frustrante e ridicola ad alcuni, e quindi all'impressione di altri (più deboli e vulnerabili) spingerà alla resistenza o all'aggressività del momento. Perché l'interpretazione funzioni è necessario che noi pazienti passiamo dal semplice consenso mentale a una vera esperienza interiore delle emozioni cui essa fa riferimento e che non ci vergogniamo di esprimerle chiaramente, ma di farle provare anche agli altri anziché prendere per buona ogni cosa che ci viene riferita e che ascoltiamo. La comoprensione in psicoterapia deve essere in primo luogo INTELLETTUALE (novità caro Zamparetti Marco??) se no non ci libereremo mai dei nostri sintomi e tanto meno delle nostre sofferenze, ma in questo dobbiamo procedere a piccoli passi e talvolta avere il coraggio di ricominciare daccapo. L'immaginazione poi dovrà ritornare in momenti così insostenibili da non essere più che bruttissimi ricordi laceranti dove la mente viene sempre meno e dove gli stimoli non possono farci che male al punto da dilaniarci e persino annullarci. Perciò dobbiamo archiviare la storia che fa male, ma ricordare che comunque è stata una esperienza che ci ha insegnato a rendere il nostro volto duro come pietra, a porgere la guancia ai beffardi di turno e a fare in modo che seppure ci strappano la barba o i capelli, noi reagiamo con estrema dignità: quella di essere persone che amano senza pietismo o vittimismo, ma solo con in mano la loro essenza di interiore poetica beltà.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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