IL CIRCOLO DEI VIZIOSI. D'altronde la medaglia posta sulla foto, non fa intender l'alma sola che lo spirito nuovo tira in ballo da tutte le sue funzioni, vegetativa, sensitiva ed intellettiva perché quando il corpo muore, se un vede l'anima immortale non perde la sua virtù formativa, ma in essa imprime anzi la propria immagine che se ne va per l'aria circostante; attraverso questo corpo fittizio io soldato ho patito e manifesto per esso la pena degli sconsiderati, nella nozione della responsabilità morale personale che determina la concezione del poema dell'esistenza. "Ricordati - dice l'anima vagante - di saper distinguere gli errori che i ciechi fanno nel porre ciascun amore in sé come laudata cosa senza vederne la naturalità della bontà e la tensione a cosa che piaccia la bontà effettiva del desiderio concreto in cui quella tensione si particolarizza, di caso in caso. V'è nell'atto giuridico un valore oggettivo come il fatto che non condannare sia riferito in scripto sensu cioè in senso stretto ad alcuni casi, mentre non giudicare sia inteso in senso lato cioè in senso più ampio perché nell'anima umana sono impressi, dall'origine, tanto l'intelletto dei principi primi della ragione come quello della NON contraddizione, quanto quelli appetibili del primo affetto e cioè la tensione istintiva al bene, alla realizzazione delle proprie potenzialità. Questa tensione istintiva è anteriore alla scelta morale e alla conseguente responsabilità in quanto questa prima voglia può essere sia meritevole di lode che di biasimo per la scelta morale che le si attribuisce. Infatti, la scelta morale e la sua corrispondente responsabilità investono l'atto in cui la tensione istintiva, di volta in volta, si determina: fra la tensione e l'azione concreta poi interviene il libero giudizio che dà o nega, il suo assenso, in quanto i buoni e rei amori accoglie e vigila, accettando gli amori conformi al sommo bene e scartando quelli difformi. Infatti, il professor Paolo Manzelli a scuola mi ha insegnato che nel concordato canonico fra la Chiesa e lo Stato c'era un diritto di intervento riconosciuto al Governo nel riordino delle diocesi che la Santa Sede si impegnava di attuare in modo da fare corrispondere le circoscrizioni con le province a loro annesse e connesse e che nelle amministrazioni per il culto riservate allo Stato almeno 1/3 in proposta andassero per la ricerca per malattie rare ed invalidanti e che tutto ciò fosse noto in tutti i consigli parrocchiali e pastorali per il maggior bene di tutta la collettività generale e quindi che si stabilisse in tale ambito una riconsegna di temporalità benefica di almeno 1 mese per anno di tutte le offerte, onda si ponga nelle autentiche necessità di tutti la maggiore tensione e da ciò sorga ogni amore che dentro a noi s'accende in modo da ritenerlo come una potestà disciplinare che non deve mai essere distratta dalle dinamiche dell'assunto. Come per Francesca nella Divina Commedia la verità psicologica, volge a prendersi da passioni pure per amore che null'altro sa e null'altro vuole che la sola cosa amata: gioire per la salute dell'anima e del corpo dei fratelli e sorelle e vivere così nella maggior letizia. Entra in gioco poi la Provvidenza che qualifica tutta la storia qualificatrice riguardo al fatto che la prima cosa appresa deve essere la stima come maggior desiderio che si sforza di porre la responsabilità morale nella facoltà più alta dell'uomo: quella intellettuale. Nondimeno, in tal modo, diventa difficile motivare il determinarsi delle scelte moralmente cattive: che cosa, infatti, può impedire al giudizio di discernere il bene dal male? E' davvero possibile spiegare ogni scelta per il male come ignoranza al vero bene? In altre parole l'intelletto umano è davvero autosufficiente nella scelta del bene? L'uomo non può fare tutto da solo, ma con l'ispirazione dello Spirito che fa comprendere che chi interpreta il Vangelo solo a proprio vantaggio, per vanagloria o per predominio sugli altri costui si danna da solo perché non sa vedere con l'occhio della redenzione che non ha certo carattere arcigno e selettivo, ma ha piuttosto una speranza illimitata che riguarda il sincero pentimento e non il nascondimento adamitico dei propri errori se no prima o poi si tramutano in orrori e da uno ne cadono molti nel burrone della stessa dannazione: aggirare gli ostacoli con la subdola infima ed infida negligenza.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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