IL VALORE DEL DIRITTO CIRCOSTANZIALE. (Proposta in bozza) Bisogna rivalutare meglio le circostanze in cui la famiglia si trova a vivere perché ciò non riguarda solo la vita frenetica, ma riguarda anche le difficoltà, i disagi e le prospettive che la famiglia si trova a dover affrontare specie nella sequela della prole e specie in quella di anziani o persone malate. Spesso si dà un valore idealizzato e piuttosto utopico dell'amore per cui si pensa che l'atro debba corrispondere al nostro modello e che debba prevedere i nostri desideri più profondi, quando invece, molto spesso siamo distratti dalle molte incombenze da compiere, dai molti problemi che ci assillano sia nel lavoro che soprattutto nelle relazioni sociali e questi problemi riguardano anzitutto le aspettative di rendimento, quelle di collaborazione, quelle di comprensione delle reali capacità degli altri di starci accanto e di quelle nostre verso gli altri. Molto spesso non si è disposti a mettersi in discussione ed anzi c'è piuttosto la tendenza a mettere in primo piano il nostro ego, e a praticare agli altri ricatti morali del tipologia "Io ho fatto, io ho detto, io sono" ed invece nei comandamenti si parla di un Jhavé cioè colui che è e quindi un identità con una propria natura, un proprio modo particolare ed originale di esprimersi ed è per questo che sia nelle relazioni di coppia, così' come in altri tipi di relazione bisogna verificare se vi sono affinità, bisogna darsi il tempo di capire se ci sono sufficienti forze per affrontare una vita famigliare, fatta di tante sfaccettature per riuscire ad andare d'accordo. Infatti alla pagina 21 il Vescovo Nicolò Anselmi stesso asserisce che l'unità della famiglia compresa l'unità della chiesa richiede dialogo, impegno e sacrificio; ci sono molti croci da portare ed una resurrezione per cui gioire. E' ben vero che tutte le famiglie prima o poi vengono segnate dalla malattia, da problemi sociali di mancanze di intese e di collaborazioni sostanziali e poi vengono divise caro Vescovo da fraintendimenti, da incomprensioni, da discussioni e da ingiustizie di favoritismi verso uno piuttosto che verso un altro, da invadenze nel menage famigliare, dal fatto di voler raggiungere obiettivi troppo utopici e poco realistici, dal fatto che alcuni vogliano stare sul piedistallo ed altri debbano stare sempre in ombra e non poter mai emergere, da gelosie, da invidie, da tradimenti della fiducia e da mancanze di affetto sincero e quindi da ipocrisie talvolta aberranti. Alla pagina 31 della lettera pastorale il Vescovo asserisce che in alcuni casi dopo un percorso dolorosissimo, i coniugi scoprono che non c'era una scelta consapevole ma io dico che ha ragione don Giuseppe Pandolfo che ha detto una volta nella sua omelia che le circostanze peggiori di separazioni e rotture famigliari sono dovute ai pesanti fardelli irrisolti che una persona si trascina dietro e che talvolta sono delle vere e proprie zavorre ed allora in questo caso è meglio che ciascuno dopo avere fatto un percorso psicologico valevole, si renda conto che sia per il presente che per il futuro, sia meglio affrontare le sue carenze maturative e che poi proceda a comprendere il suo migliore bene così come in primissimo luogo quello di figli e di altri affini che pagano poi le indirette conseguenze della nullità di un matrimonio al punto da uscirne sfasati, distrutti, derealizzati e demotivati profondamente. Poi c'è un problema di interpretazione del bene in quanto non tutti hanno le stesse capacità e abilità e c'è magari all'interno di una famiglia chi si crede che sia giusto comandare e chi deve solo obbedire come ad esempio stamani quando l'interpretazione dell'espressione "Beati gli ultimi che saranno i primi" è stata vista in senso letterale invece di capire le CIRCOSTANZE in cui è stata detta, e così anche i riprendimenti delle persone vanno circostanziati se no non è possibile nemmeno per il migliore sei santi pensare di diventare un capro espiatorio, un modo per sfogare le proprie colpe o il proprio senso di inadeguatezza. Io ho avuto esperienza di una coppia che aveva deciso di sposarsi perché era l'ultima spiaggia e cioè l'ultima occasione che aveva ciascuno di loro per sistemarsi e poi le cose sono andate di male in peggio, quando hanno deciso di fare dei figli solo per il fatto che gli altri loro amici avevano dei figli e per non sentirsi di meno di altri, inferiori ad altri e così poi inevitabilmente quando è sopravvenuta la malattia di uno dei coniugi ed egli ha scoperto di avere il morbo di Chron allora i continui ricoveri, il fatto che non ci fosse mai tregua, che non ci fosse mai un attimo di respiro e che non ci si potessero mai effettivamente godere dei momenti di gioia ha distrutto la coppia e ciò ha portato alla separazione. Poi ho conosciuto il caso di una persona che aveva avuto l'endometriosi e quindi questa schifosa malattia non le ha permesso di avere figli ed anche in questo caso la storia è finita perché non si tratta solo di avere o meno figli o di fare copia incolla, si tratta di mancanza di COMPLICITA' e di quella di ASSERTIVITA' che serve in qualsiasi contesto. Per questo sant'Agostino teneva moltissimo al fatto che né la donna e nemmeno l'uomo siano o capi o zerbini dell'altro, che nessuno sia schiavo dell'altro, ma che entrambi così come TUTTA la famiglia siano SERVITORI della causa dell'unità che passa dall'essere squadra e cioè che se uno prende il cartellino giallo di ammonizione poi cerca di fare meglio la prossima volta, ma riesce ad ammettere che ha fatto uno sgambetto, che ha voluto passare avanti, che voleva stare sul piedistallo e che non voleva lasciare lo spazio agli altri di esprimersi. Per esempio piuttosto che dire il tal dei tali ha detto così pur essendo una persona importante vediamo prima se sia il caso o meno di applicare la sua regola formale oppure se invece sia meglio praticare la strada SOSTANZIALE, perché moltissimi avvocati nel dare ragione ad una parte piuttosto che un altra si basano su vizi di forma come "C'eravamo divisi i compiti, ma lui/lei non svolgeva mai il suo compito oppure se lo svolgeva lo faceva in maniera approssimativa e non seguendo protocolli o procedure adeguate del sapere il perché lo dovesse eseguire invece del sapere COME lo dovesse eseguire" Ho incontrato un caso di una coppia in cui lui non accompagnava mai il figlio dal dentista, invece di prendersi un giorno di congedo per il figlio, si faceva coprire qualche ora sul lavoro accollando così il proprio da farsi ad altri colleghi e sbrogliando tutte le faccende che doveva compiere poi dando la colpa della propria parte di responsabilità al coniuge, ma poi si è scoperto che si comportava in codesto modo perché aveva paura del sangue, la visone del sangue e delle punture lo impressionava fin da bambino in quanto aveva avuto una bruttissima esperienza quando aveva avuto un versamento al gomito come un signore che ho incontrato durante un pranzo e che avevano talmente siringato male perché non avevano notato come piegava il gomito e per questo non avevano bene capito né la procedura di guardare alla forma del gomito (storto) e nemmeno al protocollo di fare le radiografie e pure l'ecografia e se era necessario pure la TC prima di siringare perché conoscere bene i motivi di un comportamento ed approfondirli significa il vero bene, significa la vera responsabilità e maturità di una persona ed anche di una collettività che ci tiene alla sostanza dell'anima altrimenti stiamo parlando di frittelle. Le circostanze in cui una persona è cresciuta sono importanti, poi per capire gli errori che commette, per riuscire a comprendere che il movente non può solo essere l'invidia e la gelosia ma che è dovuto alle circostanze delle provocazioni, delle sbagliate stimolazioni, delle sbagliate oppressioni e repressioni ad avere una propria personalità e identità che sia quella di avere l'anima libera della resurrezione e non della mortificazione, spesso per avere ragione si mortifica, spesso si mette in ombra un altro senza capire cosa valga di più se non saperlo accanto nel suo intimo essere che poi si traduce in amore pieno ed unico per noi.
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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