NIENTE SCUSE. Perché mai dovrei chiederti scusa quando sei tu che hai bisogno di me e della mia cerchia di amici e quindi sarai tu a dover venire qui prima o poi fra le grinfie dei miei artigli e così io potrò sfogare su di te le mie responsabilità di omissioni, e di superbia. Perché mai io ti dovrei cercare se sei tu che te ne sei andata via, tu che hai cercato di evadere al tuo ruolo, quando qui c'era un posto anche per te ed io ti volevo bene quando ti dicevo di tenere bassa la voce e non di urlare il tuo amore come il cieco di Gerico. Perché non sei tu che ti fai scivolare via i miei riprendimenti, non capisci che sono stato abituato così dai miei genitori, a non avere tante smancerie e a rimanere chiuso nella mia tana? Lo sai io mi dovevo difendere dall'amore che appassiona e brucia perché se no dovevo appartenere più a te che ai miei genitori, dovevo scegliere te ed un altra tipologia di vita, invece io sono diventato come l'uomo della pubblicità del profumo quello che non deve chiedere mai di poter vedere l'amore come un signore che mi ha detto che bisogna ringraziare per quello che si vede e che di solito si trascura, ma lui pur essendo sposato è come se fosse ipovedente, in quanto ha un sistema abitudinario di amare e si vuole trovare a casa la famiglia del Mulino Bianco e Nero, tradizionale e non invece la famiglia in cui tutti prima o poi si mettono in discussione immedesimandosi nella mamma che deve fare molte lavatrici, riporre i panni nell'armadio, pulire i bagni e la casa, fare da mangiare e poi rassettare i letti e la sua giornata sembra non dover mai finire, mentre al posto dei sussurri dell'amore lei vorrebbe sentire ancora quel fuoco di fiamma che li aveva uniti, ma niente l'amore è diventato piatto e stagnante e pare essersi raffreddato e neppure lo scaldino nel letto lo può riportare a galla, ma rimane inconscio di quel bene che non ha fatto mai e che è rimasto nascosto da molto tempo ed è divenuto appassito. Perché dovrei chiederti scusa di averti lasciato timida e muta e pure senza sottotitoli come una ragazza con gli occhi di gatto dipinti sui pantaloni che ha paura della sessualità e si sente come un sacco pieno di carne, ma vuoto di emozioni che sono come sospese su un filo di ragnatela come un elefante. Perché dovrei chiederti scusa se ho trascurato la nebbia fitta delle tue preoccupazioni ad avere una forma di nanismo che ti ha portato ad una trombosi nelle gambe e che ora ti fa claudicare e poi non ti fa scegliere bene per quanto riguarda il presente in quanto la nebbia condiziona il futuro di nonna ed ora te ne penti amaramente? Perché dovrei chiederti scusa se ti comprendo come persona ingenua tu che lavori in un asilo e che hai un padre con una probabile maculopatia che non gli ha consentito di vedere lo spigolo del portello di un auto e per questo si è rotto la base dell'orbita? Perché dovrei chiederti scusa se non riesco ad accettare il tuo poco senso critico di vedere oltre la trave nell'occhio, quando per ideologia tassativa non ti sei accorta che creavi disparità e differenze nel gruppo con la tua scarsa umanità nonostante tu sia una insegnante di religione? Già perché solo a me spettano le scuse perché parlo troppo forte, perché non riesco a rispettare editti e perché non mi so adeguare bene? Perché, perché? Lo so io il perché è che non ci vogliamo impegnare abbastanza, che non volgiamo ammettere i nostri errori o meglio li ammettiamo solo in segreto in confessione, ma mai direttamente a coloro che offendiamo con i nostri atteggiamenti, spetta agli altri chiedere scusa e non a noi avere la maturità ed il coraggio di farlo ed infondo il cieco gridava, urlava proprio per avere la scusa più importante: quella di acquistare la vista dell'amore veramente trascurato quello di chiedere scusa Signore mio se poco ti ho amato. 

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