L'ANTIPATICO PICO. Durante il suo spionaggio Pico si avventurava a spiegare espressioni, atteggiamenti e comportamenti per vedere di scoprire se usando le regole a modo proprio, riuscisse a mettere in luce qualcosa che meritasse di essere conosciuta come inaudita ed incredibile, come l'accezione della parola dignità umana suggerita da una gentilissima bibliotecaria che si riferiva al Lullo nella sua arte fondata sulla combinazione di elementi semplici e generalissimi, ad entità teologiche e metafisiche, la cui verità non poteva però essere scoperta formalmente soltanto attraverso le tavole combinatorie perché ci voleva anche l'esperienza concreta della fede a garantirle. Infatti solo tutto ciò che è armonia nell'affermazione e realizzazione della propria speciale dignità ossia con l'invito ad osare sempre corrisponde ad una buona avventurosa ricerca che va costituita secondo i modi di un pensiero "labirintico" nel saper scegliere "un essere ancora da fare in luogo di un essere che c'è già". Il silenzio ed il ritiro spirituale per la maggiore calma e ponderatezza aiutano allusivamente a svelare le parole non dette e gli atteggiamenti mai intrapresi, per ottenere un ampliamento allegorico di carattere estroso e libero del comandare dell'anima sul moto regolare e perpetuo per modo che l'allegoria divenga un segno tangibile di circolarità e soprattutto di inclusione di mondi appartenenti agli uni ed agli altri che si vogliano incontrare nel mistero della fede. Pico, difatti, parlando dell'Artefice Divino rimprovera coloro che guardano al cielo più del necessario per evitare di modellarsi alla figura di Lui, come Verbo imperativo della coscienza che chiede la salute del corpo o di beni di buona fortuna fra cui la sentita amicizia solo se si hanno sostanze intellettuali di sentirsi figli di Dio e fratelli e sorelle ed in ciò avvertire la veritiera risorsa. Anche se quindi ci sono diversi modi di procedere sia la filosofia che la teologia tendono ad ottenere una potenzialità del carattere che possa essere più forte ed alta rispetto all'obiettivo in se stesso perché c'è sempre una forma "esiliata" dell'anima che è quella che si piega verso il senso profondo della luce dell'Essere dove lo spazio della ragione diviene un procedere con sofferenza ed estrema fatica cercando di comprendere la parte occulta di ciò che è stato scritto per noi. Analizzando meglio l'autocritica così come il giudizio non devono avvenire esclusivamente su punti particolari che contrastano la religione (così come la libertà umana che pare sempre minacciata dai condizionamenti e manipolazioni persino a livello astrale), ma devono essere globali per mostrare le falsità delle proposizioni umane che ostacolano e sbarrano con congetture debolissime e pienissime di errori specie nelle mancanze di analogie e di serie affinità sulle quali si dovrebbe basare l'amore cristiano. Questo riguarda in particolare i giovani che non riescon mai a recepire nei giochi verbali e culturali un caldo piacere sensuale di magnifici intrecci di Venere dove cultura, natura ed etica fluiscono in unità dinamiche e vitali sia al linguaggio che agli atteggiamenti che disdegnano le imitazioni da pappagalli, tipica di coloro che mancano di energia, affetto e personalità (i copia ed incolla) e sono uguali a persone che dormono e russano come essere inutili e rassegnati che sono e rimangono fallimentari. Utile, è invece guardare i diversi autori, esempi autoritari ed istituzionali sforzandosi di capirli proprio per rimanere se stessi pur conservando una passata eredità che col tempo si forgia. Non vogliamo rimanere malamente deturpati da menti barbare ed essere gettati in catene e poi venire ridotti in laceri stracci e piegati tronchi che divengono tanto diversi da sé fino al punto di non sapersi più distinguere da altri. Non c'è primato in questa storia, solo miserrima e codarda voce di popolo insoddisfatto di una politica che tiene per sé il dorato piatto. 

Commenti

Post popolari in questo blog