L'EBETE. Invece la mente astratta insisteva protestando di doverle dare retta dicendo "Tutto dipende dalla tua intenzione e la prima intenzione è nel nostro pensiero, nei concetti per mezzo dei quali proponiamo un modo di agire a noi e agli atri, o agiamo per seconde intenzioni che dipendono dall'interpretazione che diamo ad alcuni atteggiamenti o comportamenti normativi. Io per esempio oggi ho intenzione di regalare un sacchettino di caramelle al primo che passa e che è fortunato ad incontrarmi per strada e gli offro così l'OCCASIONE per poter avere un privilegio e un vantaggio da poter utilizzare e quindi egli se ha l'intenzione di usarlo subito lo consuma tutto, non facendone rimanere nulla per il futuro e l'occasione che gli ho offerto, dunque si esaurisce subito e si sfuma in men che non si dica non lasciando traccia alcuna, ma ti pare giusto che io dia il sacchettino dell'occasione ad una persona prodiga e senza alcun buon senso critico o ritegno? Eppure il più delle volte succede proprio così: che non sia del tutto vero che la fortuna aiuti gli audaci, ma che aiuti i fallaci e li porti ad avere in mano il loro successo che trasformano in rovina e delirio. L'intenzionalità, infondo è quello stato mentale che si svolge in funzione ad una identità di persona fortunata o sfortunata, di persona che subisce o di quella che invece trova un altra occasione per potersi fare valere. Delle varie identità degli stati emotivi Io sono la custode e l'esperta nella specie sensibile che nessuno vuole intendere o volere veramente in quanto ha paura di implicarsi in errori nello spostare la specie intellegibile solo in un atto mentale, quando invece, il fatto che l'oggetto del pensiero coincida con una precisa intenzione non è solo una pura apparenza ma è un segno di intermediazione, simulazione e simulacro intellettuale per cui persino un pazzo può creare qualcosa di buono tipo un dipinto che lascia in eredità a successori che lo vedranno da un notaio solo come un atto strettamente formale quando invece in tale atto egli voleva in un qualche modo rappresentare il proprio affetto, ma altro è l'obiettivo da raggiungere e altro è con quale misura e modo lo si raggiunge. Io sai mi ritrovo pazza perché mi hanno messo in oblio e scardinata quando volevo avere più che mai un carattere costruttivo del fenomeno del pensare ed in generale di ogni fenomeno psichico dove potevo interagire e specie di quello delle pulsioni che si riferiscono ad un oggetto immanente che può essere presente nel giudizio affermato o negato oppure assente nel sentimento di sentirsi amati o odiati. Dapprima, ritenevo che la mia intenzionalità potesse essere indifferentemente reale anche se irrealizzabile, in quanto per il fatto stesso che l'avevo concepito era presente in quell'istante in cui era stato pensato e progettato, ma poi successivamente, mi accorsi ho cercato nel tempo di ricostruire un apparente riferimento con cui confrontarmi, un esempio a cui appellarmi ed attenermi e sinceramente non vidi altro di fronte a me che Mazzini Giuseppe che si affidò, come me, alla carboneria per fondare una più Giovane Italia che aveva un programma unitario e repubblicano fondato sull'intenzione e l'iniziativa dei giovani e delle masse popolari. Inoltre, fondò anche l'Unione degli operai italiani che fu la prima associazione operaia in Italia pur essendo contrario ai moti insurrezionali, alle polemiche ed alle proteste mal preparate che seppure intendevano superare le crisi del momento storico, non avevano una precisa direzione, quando lui invece proponeva già una costituente a suffragio universale che garantisse una più ampia partecipazione operaia e del popolo alla direzione del paese. Contrario alla violenza rivoluzionaria e di genere, razzista o religiosa era legato ad una concezione religiosa della vita che idealizzava con la frase "Dio è popolo" che rappresentava la sintesi di tutto il suo pensiero ed intenzionalità dell'agire politico di immagine e di azione che lo portarono a scrivere discorsi e trattati sui doveri della persona. Ecco, se io volessi assomigliare a qualcuno vorrei tanto assomigliare a Mazzini Giuseppe." 

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