TESI E PROPOSTA IN BOZZA. CENSURA GIURIDICA ALL'INTERNO DELLA DIVINA COMMEDIA E DEL GIUSNATURALISMO. Partecipano per piacere la professoressa Giovanna Scarca, la preside Facidda, il dottor Zamparetti Marco, frate Gabriele Trivellin, don Andrea Turazzi, don Cristian Squadrani, il Vescovo Delpini. Una giurista prima di capire l'opera magistrale della Divina Commedia di Dante Alighieri partì a studiarsi il Convivio opera di divulgazione dottrinaria, dove il sommo Vate trattando delle gerarchie angeliche, dei rami della scienza e della filosofia (come vie di realizzazione della persona e perciò riguardanti la sua felicità), della nobiltà interiore come conquista, intellettuale e morale, del singolo individuo. Scopo dichiarato del libro è quello di difendersi dalle accuse che si erano accompagnate alla condanna (in ciò richiamandosi espressamente alle vicissitudini della vita per cui  si prendeva spunto dalle confessioni di sant'Agostino e simili), ma soprattutto di rendere partecipi alla "beata mensa" della cultura e della scienza contemporanea anche coloro che per motivi famigliari e civili ne fossero esclusi ed emarginati. Rivolgendosi, dunque, non soltanto ai dotti ed ai religiosi, ma al pubblico più vasto delle persone ufficialmente e governativamente impegnate come quelle del rappresentante di centrodestra Marco Bucci ex sindaco di Genova che vogliono ed effettivamente si impegnano ad essere assetati di sapere. Dante scrive profeticamente non solo in volgare per essere comprensibile a tutti, ma attraverso un'entusiastica impronta morale che si affina alla sua passione intellettuale, sviluppando soprattutto alcuni temi centrali, come quelli di un maggiore rilievo della filosofia e della nobiltà interiore morale. Da qui parte dil De vulgari eloquientia che vuole superare nel genio dantesco i particolarismi locali e che presenti con gli attibuti di ILLUSTAZIONE, CARDINALE, AULICO (sottolineato per piacere!!), e CURIALE (scritto in neretto per favore!!!) dove il buon diritto può pretendere di essere una fonte certa per il futuro in un linguaggio che svela quale sia la maturità richiesta per essere considerati bravi, buoni e civili cittadini del mondo e della Pace. In tale trattato si dimostra che le vere armi che vincono il mondo sono quelle della civiltà e della solidarietà (ringrazio sentitamente coloro che stamani mi hanno aiutato a disincastrare la mia bicicletta GRAZIE per la vostra civiltà!!). Segue l'amore e la virtù che da me è stata espressa in un whatsapp stamani ad una signora che lavora alla Caritas diocesana di Rimini facendole intendere che lei potrebbe fare parte dei fraudolenti verso chi NON si fida come una signora che viene in chiesa che quando è stata appellata di non aver partecipato ad una festa parrocchiale ha asserito che si era dimenticata quando c'erano tanto di striscioni belli grandi sui portoni di ingresso della chiesa ed ella potrebbe appartenere al 1° bolgia di ruffiani ed adulatori che mettono in risalto gli altri solo per il proprio tornaconto di essere giustificati e protetti quando si trovano in difetto di omissione e potrebbero anche fare parte della bolgia degli ipocriti che cercano di mantenere una "apparenza dorata". Tali materie però si possono trattare solo con lo stile più alto: quello del saper individuare la causa giusta del comportamento della signora che era stata appellata di non essersi presentata alla festa parrocchiale: NON era stata invitata personalmente dicendole che le sarebbe stato tenuto il posto vicino, vicino a chi credeva in lei e nel suo valore di persona. Posteriormente poi al Convivio e al De vulgari eloquientia è stato stilato il trattato Monarchia un opera organica che potrebbe avere degli appigli moderni nell'intesa su come debba essere concepita la governance perché è appassionata di logica e di rigore razionale in cui lo scrittore persegue una utopia politica che vuole evitare i seminatori di discordia della 9° bolgia dell'8° girone dei fraudolenti verso chi NON si fida e cioè certi avvocati che guardano più alla forma di un VOI o di espressioni latine mal dette, invece di guardare alla sostanza di ciò che dovrebbero fare apprendere e comprendere a sé stessi prima che ad altri come i termini SOSTANTIVO e SOSTANTIVATO dove ci può essere anche un aggettivo usato come sostantivo "Noi non fummo generati come BRUTI" e quindi BRUTI  è la VARIABILE della forma corrente (vero preside Facidda??). In tale trattato si dimostra con l'aiuto della professoressa Tafaro Tiziana che ci sono metodi diversi per presentare Dante Alighieri e che tali metodi vanno CIRCOSTANZIATI a seconda dell'argomentazione che si sta trattando e vadano resi comprensibili attraverso esemplificazioni più specifiche, concrete e REALISTICHE che non sono chiacchiere da mercato, ma sono VIRTU' cardinali come quella della Giustizia. Ma purtroppo la signora della Caritas NON oserà mai dispiacersi per avere sempre giustificato l'una perché le stava più simpatica e le appariva meno ribelle e più timida, anziché l'altra che doveva sempre porgere l'altra guancia facendo capire che si tratta di maturità nel dire quando una persona ha un impegno socio-culturale importante "Sono contenta per te se hai trovato la tua strada. Io sono impegnata alla Caritas, tu sei impegnata socio-culturalmente e poi ci scambieremo le esperienze in modo da crescere e maturare insieme tenendoci per mano e non guardando ai nostri maggiori difetti, ma ai nostri migliori pregi per la concordia di TUTTI i bravi, buoni e soprattutto ONESTI cittadini!" (si ringrazia sentitamente un tendaiolo di avermi fatto la ricevuta del suo lavoro simbolo di onestà!!) Tafaro Tiziana come traduciamo in numeri tutto ciò? Talvolta non ci sono numeri, c'è solo da usare la migliore logica: quella dell'amor civile che guarda anche ai propri errori per maturare e dare il meglio di se stessa se no poi non vuole tradurre mai il porgi l'altra guancia nel diventare e tramutarsi in FESSA!! GRAZIE ai dantisti!!! 

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