L'EBETE. E come poteva dare torto a quella mente anche se pareva pazza? Quasi, quasi, il decretista pensava che fosse meglio di molte menti illuminate, là dove spesso predicano bene, ma razzolano male per il fatto che si gonfiano dei loro stessi buoni ideali ed intenzioni, ma poi al primo ostacolo e difficoltà o disagio si tirano indietro e qualcun altro, poi, deve trovare un rimedio ai loro danni o fallimenti di lavori lasciati a metà. Per esempio, durante il suo percorso aveva incontrato un cardiologo che diceva di avere studiato bene perché sapeva cosa fosse l'ottusità cardiaca assoluta asserendo che dipendesse anche dalle dimensioni del cuore, quando invece indicava solamente un tratto non coperto dal polmone, la cui estensione dipende anche dalla pausa respiratoria per cui essendo che in tale area si immette per un tratto il margine pleurico si deve delimitare l'ottusità cardiaca con una relativa che si estende per circa 1 cm oltre ogni margine sternale e 8-10 cm dalla linea medio-sternale di sinistra e al contrario di quanto si possa pensare un restringimento di essa non depone per una diminuzione volumetrica della massa cardiaca. Infatti, un ingrandimento del cuore, può realizzarsi in seguito a dilatazione ed essere concomitante ad ipertrofia del muscolo miocardico. Inoltre la dilatazione dell'atrio destro determina una estroflessione dell'arco cardiaco inferiore destro e quelle dell'atrio sinistro si estrinsecano posteriormente e verso destra e perciò la capacità del cuore è variabile soprattutto nella diastole per cui se c'è una ipertrofia miocardica il volume di circa 500 ml del normotipo potrebbe diminuire anche di 1/8 e cioè di 62 ml e arrivare a 438 ml circa mentre in un neonato dovremmo probabilmente dividere tutto per la 10° parte del valore, in quanto nel corso della vita fetale, anche il ventricolo destro lavora essendo inserito nel grande circolo. Quindi come si può capire, quello che si studia e si comprende, poi non va mai dato per scontato, ma va sempre rivalutato a seconda della CAUSA o meglio dello STIMOLO che ha generato il pensiero e l'intenzione di comprendere meglio tale pensiero, non solo attraverso nozioni puramente empiriche e teoriche, ma anche attraverso la buona esperienza ed il costante lavoro di ricerca. Di cui oggi caro Samorani si parlava di prevenzione al tumore al seno, senza sapere che spesso è la mancanza di un percorso del malato oncologico in rete che ostacola azioni programmatiche nel triennio di specificità oncologica del sistema sanitario nazionale e questa rete servirebbe a creare unità di coordinamento con responsabilità diretta nella gestione di pazienti particolarmente critici per stabilirne al più presto le prestazioni e l'assistenza sia intra che exta-ospedaliere specie a livello di monitoraggio dei risultati e rivelazione di casistiche da implementare alla prevenzione per cui si propone un algoritmo 1) specialisti ambulatoriali di senologia; 2) medici di reparto e chirurghi; 3) valutazione di rischio di score > 14 pazienti a rischio per score 14 < gruppo di lavoro oncologico specifico del tumore alla mammella ed ambulatori annessi specie nella valutazione terapeutica ed in quella di follow-up di cui la spesa per lo score critico sarebbe su 6 casistiche critiche in first step di realtà locali e questa potrebbe essere una valida procedura indispensabile anche nella verifica di criticità oncologiche che serve anche a pianificare meglio le risorse ed ad individuare le strutture in base ad incidenza/prevalenza e comprovata efficacia nella numerosità dei casi riscontrati. La rete, infatti prevede a livello di score un sistema di concentrazione ad elevata complessità INTEGRATA a servizi periferici con coinvolgimento dei servizi territoriali per le azioni di promozione sia allo screening ma soprattutto alla tempestività diagnostica, equità di accesso ed interventi riabilitanti. Quindi la proposta di score potrebbe ridurre l'impatto di spesa rispetto ad un valore 100 di 16 casi in cui vi sia criticità intendendosi con tale l'intervento chirurgico e dove sia necessario la chemio, la radioterapia e/o le cure palliative. Ci svendiamo a 100 euro su 16 casi e questa è la propostona. 

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