PER DIRTI CIAO. Mi ritrovo qui in ospedale psichiatrico perché avevo sempre male alle dita e specialmente al dito pollice e poi questo dolore, mi ha fatto scattare la forte pulsione di suicidarmi e sono venuto a scoprire che in alcune culture il pollice rappresenta la perfezione del maschile che in me non è mai stato raggiunto soprattutto a livello di maturità. Ad un certo punto poi, mi è capitato di dire che preferivo vedere i volti delle persone di fronte a me perché ascoltavo una persona che diceva che bisogna stare davanti in Chiesa come per guardare ed affrontare i propri impulsi che sono l'altro aspetto di noi stessi, quello di cui abbiamo paura perché ne percepiamo intensamente la forza dirompente: quella dei desideri. Quindi lo psichiatra che mi aveva in cura, mi ha detto che doveva cercare di tenere a bada l'animalità che c'era in me, non fuggendo da essa, ma trattandola da pari a pari, prendendone coscienza: ciò che conosciamo, infatti, non può nuocerci, mentre se tentiamo di sfuggire a noi stessi rischiamo prima o poi di farci sopraffare e di perderci poi nelle oscurità del male. Lo psichiatra il primo giorno, mi invitò ad accomodarmi nel suo studio ed io scelsi una sedia che era stata posta infondo verso la porta di ingresso perché così avrei fatto prima ad imboccare l'uscita e questo significava che io avevo una tremenda paura del potere di manipolazione di un mio famigliare (almeno così lo psichiatra scrisse segretamente nei suoi appunti) in quanto io vedevo la porta di ingresso come la frase dantesca "Lasciate ogni speranza o voi che entrate"! e perciò volevo fuggire presto da quel luogo non sentendomi in famiglia bene accolto e subendo all'interno di questa la superiorità maschile, mentre lo psichiatra mi offriva una sedia e cioè un omaggio al riconoscimento del mio valore e lui avrebbe voluto dare importanza al mio valore se accettavo di sedermi di fianco a lui accanto a lui, e non di fronte perché le persone intelligenti si affiancano le une e le altre e non si pongono nè in cattedra e nemmeno come alunni. Lo psichiatra, infatti, voleva insegnarmi come funzionasse l'interpretazione della scrittura, dal suo punto di vista professionale perché nella creazione della scrittura biblica lo psichiatra aveva imparato che noi siamo le lettere ciascuna con il proprio carattere e poiché l'alfabeto è l'insieme dei segni che permette di trascrivere il linguaggio, esso esiste solo quando esiste la parola tramandata come semplice surrogato del tentativo di dare una forma al rapporto umano diretto che è stato purtroppo spezzato da ingiustizia e da falsità. In questo senso gli appunti che prendeva lo psichiatra non erano altro che una presa di coscienza di una assenza affettiva profonda, per cui lui doveva creare un Ponte che i pazienti stessi, nel suo studio gettassero sul rimpianto di qualcosa che si era perduto definitivamente e quel qualcosa era una occasione perduta che rappresentava un fallimento, uno scoglio enorme che doveva essere superato. Quando uscii dallo studio dissi "Addio" perché non ci volevo più entrare lì in quanto mi sarei dovuta ritrovare di fronte alle mie angosce che non riuscivo mai a condividere perché temevo che farlo rappresentasse una debolezza, mentre siccome lo psichiatra era un saggio e sempre un iniziato sapeva trarre dai segreti che carpiva nel suo studio professionale l'essenza delle rivelazioni che gli venivano fatte in modo che fosse utile agli uomini per i loro comportamenti, evitando che divenissero armi pericolosissime che sparavano all'impazzata con labili ragionamenti e logiche infantilistiche ed immature di estreme forzature e di uso di ipocrite maschere. Lo psichiatra mi aveva svelato che aveva scritto di me la parola SCIMMIA perché facendo troppo copia-incolla ero sciocca, incostante ed irritabile nella mia incapacità della coscienza a concentrarmi a lungo su qualcosa (proprio come la scimmia che saltella agile da un ramo circostanziale all'altro, apparentemente senza uno scopo preciso se non fare delle stupide chiacchiere da bar); ma altri pazienti considerano le mie buffonerie indicandomi come una maga potente, seppure spiritosa, che aiuta la persona a raggiungere una conoscenza superiore. Infatti l'agilità mentale della scimmia, specie nella sua fantasia e le sue notevoli capacità di adattamento sono così proverbiali che, servono a prendere in giro la presunzione delle persone e quindi la scimmia sa essere veramente felice della sua condizione e diviene anche la patrona assoluta degli studiosi psichiatri (ah però!!!). Infatti, la scimmia viene intervistata persino dai sessuologi (uuu ,uuu sentiamola l'intervista!!) perché è un importante simbolo di temperamento passionale, che però non diviene mai litigioso ed immorale (a proposito dei tradimenti!) perché non maschera mai la propria acuta intelligenza dietro tentazioni subdole che vogliono mettere a dura prova le capacità di autocontrollo dello psichiatra professionista per poi asserire "Hai visto come si arrabbia anche lei, non ha i nervi saldi e quindi non è una valida psichiatra!" senza sapere che lo psichiatra si deve adeguatamente preparare sul termine di MATURITA' psichiatrica che accede solo a ispirazioni felici e non infelici e negative delle persone e soprattutto che accede all0inconscio per poterlo indirizzare sui benefici reali della psicoterapia e non su quelli fittizi di scatenare sempre questioni che fanno divenire le persone fragili e vulnerabili incontrollabili che non sta tanto nel fatto di stare sempre a richiamare o indicare le cose spregevoli che la persona deve abbandonare di sé, ma piuttosto nel giusto richiamo a sviluppare meglio la propria persona in modo vario ed insieme naturale e non in modo rigido ed insieme riduttivo ed opprimente delle proprie particolarità. Successivamente lo psichiatra scrive l'appunto "Deve arrivare a dirmi CIAO" e non un semplice buongiorno perché fino ad ora la paziente si è trovato su un isola, cioè un suo immaginario possibile approdo che in realtà per lei possiede un significato contrario di poter trovare rifugio e tranquillità, mentre questo non è altro che indicazione di nuove avversità per la chiusura di abnorme introversione che non sa mai esprimere slanci affettivi e pensieri di benevolenza spontanei a chiunque e ciò allontana chi tenta di volere di volergli bene sinceramente e perciò da ciò era derivato una separazione ed un divorzio perché non c'era mai una intesa che potesse rendere soddisfacente il rapporto anzi si riceveva dalla freddezza solo una sensazione di ulteriore disfacimento di qualsiasi tentativo di bene e di considerazione a rappresentare un bene quando poi il marito era svogliato e il più spesso delle volte caricava maggiormente la moglie di incombenze, mentre lui voleva rimanere seduto a sollazzarsi su un divano. Successivamente lo psichiatra scrisse "E' molto difficile che con la paziente si crei un rapporto confidenziale perché la paziente non riesce a cogliere essa stessa il proprio bene e vede solo provocazioni distruttive alla sua persona, mentre io intendo darle i giusti stimoli per tirare fuori il meglio di sé perché così ella potrebbe davvero aiutarmi a tirare fuori il meglio della psicoanalisi moderna strutturata su 3 punti che sono rappresentati dalla SCATOLA cioè essere contenitori di una parte femminile della madre e dell'inconscio che deve proteggere da attacchi e bugie separando da un mondo falso ed ipocrita e che non deve troppo aprirsi, ma rimanere socchiusa perché il suo segreto è molto prezioso e non si possono dare le perle ai porci in quanto farlo è troppo pericoloso come nel caso del mito di Pandora: cioè non si puà scoperchiare troppo il coperchio del contenitore che custodisce tutte le malattie e soprattutto le tribolazioni che se no si spargono troppo sulla terra, ma bisogna invece cercare incessantemente il fondo della scatola che sta nella Speranza che è la parte più profonda e meno superficiale di noi stessi, con tutti gli imprevisti, in positivo o in negativo a cui l'irrazionale e l'immaginario aprono quella porta di entrata che va fatta con delicatezza ed in punta di piedi e non con arroganza o pregiudizio e quindi aprire quella scatola significa sempre correre un rischio che certe volte e per certi casi di grave abusi o di gravi vessazioni non è affatto bene riaprire, e nemmeno istigare i serpenti velenosi che vi sono contenuti per cui quella scatola deve rimanere socchiusa non aperta, quell'uscio della paziente che stava verso l'uscita deve rimanere socchiuso per quanto riguarda sua figlia e non va aperto se non solo a professionisti seri che non fanno chiacchiere da salotto ma conoscono le tematiche della fatica di alcuni a riconoscere la propria identità allo specchio sociale e collettivo del sapersi intendere di amore armonioso. Lo psichiatra poi prima di riposare scrisse "Per dirti ciao caro diario psicologico mi sono dovuta sentire afflitta e sconfitta nel mio lavoro, ma voglio dirti ciao amore mio, comunque tu sia, dovunque tu ti trovi perché non voglio che ti preoccupi troppo di come esprimi il tuo amore, basta che me lo dici come sai fare tu, basta che ti spogli di qualcosa che sai tu essermi utile per aiutare quella ragazza che deve vivere l'abito del suo amore, che deve essere felice di poterlo indossare, per dirti ciao sappi che io ti voglio sposare". 

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