L'EBETE. Cosa ci fa una mente astratta ed assurda, praticamente pazza in un libro? Cosa potrà mai raccontare che possa essere ascoltato e che possa suscitare interesse? Eppure questa mente, pretende e combatte per avere il suo momento, in cui comparire. Essa, piagnucola, grida, si divincola per proporre al mondo la sua decodificazione cioè una sua evoluzione del termine diritto, al di fuori delle norme raccolte nei codici e nei decreti. "Ci deve essere - dice con rabbia - ci deve essere una evoluzione del diritto civile nella sua progressiva integrazione dello sviluppo individuale, politico, sociale ed economico. Ci deve per forza essere, altrimenti impazziamo tutti e diventiamo tutti Caini alla ricerca di Abeli da uccidere e sopprimere per poter comandare il mondo" Ma un decretista che passava di lì e che voleva più attuare una attività scientifica del diritto gli rispose "Zitta tu, che ne sai di quanto sia complicato fare o elaborare e modificare norme? Io solo lo posso sapere perché sono un glossatore civilista e quindi posso permettermi di parlare perché solo io posso esprimere in maniera più chiara termini ed espressioni di testi canonistici che risultino oscuri, per un lavoro di migliore interpretazione che diventi di carattere esegetico e che poi si consolidi nelle summae e cioè trattazioni sistematiche tendenti ad offrire in forma sintetica l'intera sostanza dei decreti per fare delle precise distinzioni fra i casi e le regole da applicare di cosa possa essere o meno utile tenere o scartare" Ma la mente astratta, non ci stava ad essere obbediente e con imperiosità e cattiveria diceva "Voglio esserci anche io in questo procedimento, voglio partecipare anche io con il mio ego ed il mio personale orgoglio e fierezza perché sono una sorella d'Italia e il Paese mi chiama a deporre la mia testimonianza giurando e spergiurando che sia la più onesta, leale ed attendibile sulle regole ed i comandamenti" "Davvero? - chiese in maniera retorica il decretista - sentiamo allora cosa mai avrai da dire di così speciale ed originale" "Ah sì, sì, ne rimarrai sorpreso te lo garantisco. Cominciamo- Io sono il Signore Dio tuo non avrai altro Dio all'infuori di me - questo stabilisce una precisa condizione elettiva per cui bisogna obbedire ad un potere che obbliga a rispettare e fare rispettare dei doveri di cui il primo è quello della coscienza della "trattativa" fra l'oggetto dello spirito e quello della materia inteso come contenuto necessario al buon andamento statale ed istituzionale da cui però può partire una delega alla persona che autorizza ad avere criteri direttivi attraverso strumenti che derivano dalla determinazione di precisi principi di coordinamento e di funzionalità che un governo è tenuto ad esercitare e che merita rispetto. Questo atto segue un consiglio che costituisce un preambolo indicante lo scopo e l'obiettivo che ci si prefigge di raggiungere per poter deliberare o pontificare cosa sia meglio fare, come farlo e soprattutto perché farlo altrimenti si crea una grande confusione e quindi non si adempie mai a nulla e non si raggiungono mai buoni intendimenti, ma solo cose cattive e tendenti alla malizia ed allo scompiglio anarchico o dispotico e perciò questo atto non è più soggetto a controllo preventivo di qualche alto intellettuale di turno e deve ritenersi legittimo se segue la saggezza del buon rendimento e costume del vivere in pace e carità come me che sto qui così ed a volte colà" Il decretista si chiedeva perché mai avrebbe dovuto dare retta ad un mentecatto quando era meglio seguire menti più illuminate che avevano sperimentato cosa dignificasse governare e lo avevano scritto su trattati e tesi che erano state prese in dovuta considerazione da cariche istituzionali importanti. La mente astratta non avrebbe meritato nemmeno di dire la propria.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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