L'EBETE. A quel punto l'infermiere alzò la mano per prendere la parola e disse "Certo io me lo sono sempre chiesto quale fosse la natura dei contenuti inconsci che si devono curare e quale fosse l'effettiva differenza fra individualità ed individuazione che è tutt'altro che trascurabile nei processi di formazione e di caratterizzazione ed in particolare dello sviluppo dell'individuo psicologico come essere distinto dalla generalità e dalla collettività. Il processo di individuazione immaginavo che partisse dall'ipotalamo perché le sue cellule nella sostanza grigia si raggruppano in numerosi nuclei, distinti ipograficamente in 4 parti: anteriore, laterale, mediana e posteriore. Io ho pensato all'ipotalamo perché i suoi centri, attraverso la secrezione di sostanze ormonali ì, integrano e coordinano numerose funzioni somatico-viscerali fra cui quelle sessuali, del sonno, di alcuni aspetti del metabolismo dei lipidi e dei glicidi e soprattutto e più di tutto delle reazioni che accompagnano gli stati emotivi come l'ira e lo stress e dell'attività corporea-comportamentale in genere. All'interno quindi dello studio dell'apporto assente, carente o esagerato degli ormoni si potrebbe nascondere il processo di differenziazione che ha per meta lo sviluppo psico-fisico della personalità individuale. La necessità dell'individuazione è una necessità naturale e di pieno diritto, per cui impedirne l'individuazione, porta l'individuo alla mercè nel tentativo di stabilire delle norme ispirate prevalentemente o addirittura esclusivamente a criteri collettivi quando questo atto pregiudica l'attività vitale dell'individuo. I maggiori ostacoli alla democrazia sono proprio quelli contro l'individualità e ciò comporta una deformazione artificiale che costituisce poi, nel gruppo una istituzione insana e a lungo andare conflittuale nella sua competitività e ciò porta al delirio di non riuscire più a serbare una coesione interna ed anche i propri valori collettivi assieme alla massima possibile libertà del singolo che può contare e confidare su una vitalità duratura. Si genera una catena nel quale il singolo non è soltanto un essere qualunque, ma presuppone dei rapporti collettivi per poter esistere all'interno di un processo che non porti all'isolamento bensì ad una collettività più intensa e più generale. Tutto ciò è strettamente connesso con la funzione trascendente da cui vengono date tutte le linee di sviluppo individuali che non potrebbero essere raggiunte mai solamente per mezzo delle norme collettive. Quindi la normativa deve stabilire in primo luogo dei SIMBOLI a cui annettere l'individuazione a priori fondata sulle disposizioni, le abilità e le capacità naturali dell'individuo che verso le norme collettive è orientato in senso diverso, ma non contrario, in quanto, piuttosto anima e motiva l'individuo a rimanere aderente ad alcuni PRINCIPI che sono presenti nelle norme collettive lasciando però lo spazio ad un orientamento personale, una visione particolare della norma perché una norma che abbia validità assoluta non serve a nulla perché dietro questo tipo di interpretazione si cela l'estremismo ed il terrorismo dittatoriale e totalitarista. Il primo simbolo che venne creato dai cristiani, al riguardo, fu quello di vivere in COMUNIONE dove questa veniva simboleggiata dall'eucarestia di sentirsi parte di uno stesso corpo e di avere una fondazione nel sangue anche se non c'è consanguineità in quanto diventiamo tutti fratelli e sorelle, vicini e comunità che è emblematizzata nel cerchio aperto del pane che ognuno chiude e l'Amore apre all'esperienza della vita che più non muore e che ha così speranza di essere continuamente sperimentata anche in una nuova dimensione inconscia di bellezza e di bontà. Si genera così una spirale della norma dove questa è assorbita ed assimilata nell'evoluzione della coscienza dall'originario stato di identità per cui l'individuazione rappresenta un ampliamento della sfera della coscienza e della vita psicologica cosciente e soprattutto LIBERA. Questo mi premeva dirlo non solo per il mio mestiere, ma anche per il mio essere "prolungato" di infermiere che ha lasciato una traccia e un simbolo di se stesso nel mondo."
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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