IL PANCHINARO. La vita scorreva malinconica, fra le foglie cadute, e gli alberi verso l'autunno e tutto attorno era avvolto dalla tristezza, quando Alessandro vide da lontano seduto su una panchina gialla, un angelo con le ali rosse che gli faceva cenno di sedersi accanto a lui. Lui spinto da un calore interiore, che non sapeva spiegare, si sedette e poi avvicinò la sua testa al cuore di quel ragazzo così giovane e bello per ascoltarlo: "Ciao - gli disse pacato - sono un angelo morto a causa della ferocia omicida di un padre che ha ucciso me e tutta la mia famiglia, suicidandosi poi anche lui perché aveva paura di restare solo e triste se si fosse separato da noi tutti, aveva paura di non poterci più vedere e sentire. Spesso le persone si attaccano troppo a chi li circonda e si sentono in ansia se non li sentono e non li vedono, spesso si sentono abbandonati quando vengono privati della presenza di qualcuno che per loro è importante. Sono gelosi le persone del fatto che gli altri che stanno accanto a loro possano essere felici, possano raggiungere un valore, un successo che loro non hanno come una laurea, come una promozione, una qualche realizzazione, degli apprezzamenti. Ma io l'ho capito sai, che mi devo presentare spesso su questa panchina gialla a ricordare che ci siamo anche noi angeli a custodire le persone e che le vogliamo proteggere dal loro stesso male, se solo ci chiamassero, se solo ci sentissero accanto in qualche modo. Purtroppo, alcuni, seppure ci preghino molto, sono distratti e quindi non percepiscono bene la nostra presenza, ma l'avvertono piuttosto come una polemica offensiva, invece che un suggerimento che potrebbe aiutarli nel loro cammino dirigendolo verso la pace, perché la pace si trova solo se sappiamo prendere le ali, per rimanere al di sopra di ogni cosa e persona materiale e fisica e trovando quella spirituale e metafisica. Sai bisogna imparare a chiedere scusa, e talvolta a prendersi anche i torti piuttosto che volere sempre per forza ragione ed anche se non si conosce chi ci invita ad ascoltarci, bisogna dargli coraggio e non demolire la persona prima del tempo, bisogna magari rileggersi bene quello che ci scrivono e ci dicono, perché se sono cose innocue e non sono offese, ma solo condivisioni e consigli di miglioramento, allora perché dovremmo rifiutarle? Nessuno di voi esseri umani, ha la verità in tasca, solo chi sa di essere un tassello di un mosaico che costruisce l'immagine divina e ne è consapevole, mentre chi si inalbera e non sa avere un poco di pazienza, non merita nemmeno di avere una piuma della mia ala ed è pericoloso, sia per se stesso che per gli altri. Verso le persone, bisogna avere benevolenza e non bisogna scartarle perché sono noiose o seccatrici, quando prima o poi, se le cose vanno bene ci invecchieremo e magari ci ritroveremo sulla panchina di un parco con la gente che passa indifferente e non sa vedere e non sta nemmeno a sentire se gridiamo aiuto e poi veniamo violentati. L'indifferenza è quella che uccide più delle armi, è quella che annienta più della guerra, perché l'indifferenza chiude gli occhi, nega, mente, rifiuta di capire una dura realtà di deportazioni, di torture, di ostaggi, di malvagità. L'indifferenza di rimanere a guardare attraverso uno schermo scene di miseria e di crudeltà e non potere fare altro che digitare un bottone per cambiare canale perché ci fa male, perché ci angoscia non vedere mai cose belle. Lo vedi, qui accanto a me c'è un pesco che è rimasto ancora fiorito, nonostante l'arrivo dell'autunno: è la speranza che possa fiorire l'amore, è la fiducia che si scorga ancora qualcosa di bello, che qualcuno veda la poesia e la riesca a donare ad anime disperse e torve, che qualcuno veda ancora cose splendide attorno. Ora ti devo lasciare, per sedermi da altre parti del mondo, ma tu spargi le mie piume che lascio cadere, perché anche solo una piccola leggera piuma possa consolare chi è nella tristezza e così non si senta desolato e privo di valore. Spargi le mie piume come soffici pensieri, come incoraggiamento che nessuno si dimentichi che ci sono anche io e che sono qui per fare appoggiare il cuore a chi si sente afflitto. Ascolta, sono qui e la panchina, se parto non rimane vuota perché il mio spirito rimarrà sempre a vegliare qui in questo parco dove tu potrai ritornare con l'immaginazione ed il ricordo del nostro incontro. Ascolta, sono qui nel battito del tuo cuore, lo senti? Lo senti quanto può battere di emozione e di dolcezza? Quando avvertirai il battito pensa che è anche il mio battito di vita, il respiro del mio essere e la presenza del mio spirito. Quando avvertirai il battito, sappi che anche il mio, unito al tuo, che è quel folle amore che non ti vuole lasciare, quel folle sospiro che ti vuole sempre restare accanto. Perché, hai pensato al suono dell'arma, piuttosto che al suono del battito? Perché hai pensato alla violenza omicida e di quella del possesso piuttosto che ascoltare la musica del battito? Se ti fermavi ad ascoltare anche solo un minuto potevi esserne convinto che un battito così forte e sicuro, un battito così bello e indovinato, non poteva che arrivare anche da me ed allora avresti fermato la tua mano, avresti preso anche la mia per non dimenticare che tu sei fatto per amare, tu sei fatto per custodire e tu sei poco meno di un angelo che resta ovunque anche su una panchina ad aspettare e fare sorgere l'amore per l'umanità. Io sono l'angelo che la panchina gialla ricorderà!"
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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