IL PANCHINARO. Quale è la resistenza democratica che dovremmo imparare al giorno d'oggi che delinea una continua crisi democratica? E' forse quella quella che abbiamo dovuto imparare durante gli anni di piombo in cui le Brigate rosse, dopo una lunga serie di sequestri, ferimenti e uccisioni di carabinieri e poliziotti, giornalisti, dirigenti industriali, magistrati fece ritrovare nel bagagliaio di un auto il corpo morto di Aldo Moro? E' forse quella che ci viene propinata dai reality come quello di riuscire a sopravvivere come naufraghi su un isola, oppure quella di far naufragare relazioni di coppia in sfide di confronto ed ipocrito dialogo davanti a falò? Oppure ancora quella di spiare attraverso il buco di una serratura la convivenza forzata fra individui in eterna competizione per spuntare il podio di un trono televisivo ed avere così diritto a cachet da sogno? Affrontare la sfida con i problemi esistenziali, questo dovremmo probabilmente imparare in una controtendenza del racconto dell'utilizzo che facciamo dello spazio e del tempo in cui viviamo cercando di comprendere quale sia la vera importante popolarità ed invece quale sia l'autentico successo che conta nella storia rimanendo impresso come non solo atto eroico, ma come atto esemplificativo della democrazia e del valore della persona nell'ambito del discorso universale. La persona al centro, ma quale persona? Quella che tenta di imitare e assomigliare ad un vip per poter acquisire consensi politici e sociali? Quella che supera e tollera le disabilità, ed i limiti per attuare la politica dell'inclusione? Oppure quella che ricerca una intesa che possa essere vincente fra i cittadini e le istituzioni politiche? Si cercano disperatamente dei "volta pagina" di una Repubblica fondata sulla collaborazione più che sul lavoro meccanico e monotono, che riesce a resistere grazie al mandare avanti la baracca con una azione equilibrata attraverso il sogno che rende forti in quell'imaginatio che generat casum e produce, quindi un valevole e buon destino. Il sogno motivante ecco cosa mancava ed allora non rimaneva che provare ad addormentarsi attraverso quel sonnifero che potesse fare chiudere gli occhi a poter vedere e sentire folletti che consigliano e suggeriscono come potrebbe essere ed evolvere quel tempo e quello spazio dove noi siamo i messaggeri che tramandano la vita in modo che divenga e rimanga eterna. Ecco, anche Alessandro era un custode e protettore di quel messaggio di vita eterna, di gioia di resurrezione che doveva rimanere attivo nella sua presenza nel mondo, che doveva essere una staffetta da tramandare per il domani. Il sogno, ecco ciò che mancava al Paese; un sogno trascinatore che potesse essere costruito con abili mani e brillanti menti nel presente per il futuro di ciò che la persona può realizzare come opera meravigliosa che vive d'amore e di bellezza che sa sempre ricominciare.
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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