IL PANCHINARO. Un giorno che era particolarmente triste e cupo Alessandro Dehò sentì una voce che lo richiamava con insistenza "Pssst, pssst, ascoltami" diceva con un tono perentorio, ma Alessandro non capiva da dove provenisse tale richiamo e guardandosi intorno vide solo un albero che pareva piegarsi a quel suono deciso. Così, decise di avvicinarsi all'albero come san Francesco si avvicinava al creato per poterlo ascoltare e capire da questo il progetto di Dio su di lui per il dono all'umanità tutta. "Ascolta - diceva l'albero con le sue fronde che si muovevano armonicamente - io vorrei tanto lasciare al mondo il mio messaggio. Ci sono molte cose che gli uomini cercano disperatamente di evitare, e di cui si preoccupano per lunghi tratti della loro esistenza e fra queste c'è quella di mettere radici in un luogo della terra che possano chiamare casa, quando la terra è spesso insanguinata da guerre fratricide, è arida come le anime degli esseri umani, è fangosa come la loro parte oscura, per cui quando il destino ci pone davanti alla dura e cruda realtà dei fatti, ne possiamo rimanere risentiti ed averne una sensazione di sconfitta profonda. Lo vedi, io sono un albero deciduo, perché perdo le foglie in autunno; ma prima sotto di me scorreva il fiume della vita che quando è entrato in piena ha eroso le rive dell'esistenza, consumandole e nel fronte freddo dei cuori io ho perso la mia beltà. Anche tu fai parte di questa mia struttura: maturi, ti riproduci, invecchi, ti puoi ammalare, ti puoi rendere importante e poi muori, ma anche tu derivi da un piccolo seme d'amore che è stato sparso, dal nucleo della natura tutta nel quale sei stato inglobato. Io, sai affronto degli oneri di incomprensione, di un ansia di oppressione primordiale che possa essere tagliato e che divenga legno da bruciare ed è per questo che spesso mi permetto di fantasticare su ciò che potrei essere ed avere per non incontrare vermi che dilanino la mia esistenza sulla terra e per il Cielo. La mia paura più grande, si è già in parte concretizzata perché la frustrazione degli esseri umani che mi avevano in cura, mi ha privato della mia asprezza che poteva permettere di superare certi vostri limiti di non riuscire a godere di certe scene maestose e bellissime come l'eruzione di un vulcano, facendole diventare una maledizione divina. Anche, io sai, mi sono spesso imbattuto, in cose molto più grandi e potenti di noi a cui avevo la tendenza a rispondere in maniera negativa perché dentro le mie fronde si agitava una grande confusione. La vastità della natura, oltre questo parco, oltre questo silenzio e questa condizione di piccola aia, che mi pare essere sicura ci impone una sgradita consapevolezza che in un più ampio quadro generale non contiamo nulla e ciò è una esperienza devastante e profondamente solitaria che ci lascia spiazzati e che intensifica l'ansia e la nostra agitazione. Per questo avrei deciso di lasciarti alcune parole importanti che ti possano aiutare in modo da trovare in te e nel circostante il sublime amore di Dio per noi. La prima parola che ti consegno è la parola PARITA' e cioè una equivalenza di affinità nella ricerca umana di trovare ciò che ci è simile e che ci rende possibile l'andare avanti, quello che alcuni tecnici chiamano sostenibilità e cioè ciò che con le nostre forze, le nostre capacità psico-fisiche riusciamo a sostenere come sconfitte e prove dell'esistenza, ciò che con i nostri limiti riusciamo a realizzare sulla terra, lasciando al mondo la migliore parte di noi; la seconda parola che ti consegno è la parola ALLINEAMENTO cioè trovare un ideazione in cui ti senti libero, gradevole, comprensivo e gentile. Ma purtroppo nonostante i progressi scientifici, pare che l'ansia più impellente della persona sia quella di guidare un razzo nella galassia senza invece considerare lo spazio dell'universo come fonte di saggezza, anziché come un rompicapo che qualcuno vuole risolvere. La 3° parola che ti consegno è ACCETTAZIONE che significa avere un impegno costante con tutte le nostre forze a rimanere calmi, nonostante non riusciamo sempre ad esserlo in tutte le circostanze dell'esistenza. Infatti, per quanto siano frequenti le nostre cadute caro frate Simone Castoldi o Gabriele Trivellin è la DEDIZIONE che conta ed i cristiani dovrebbero cercare di dedicarsi alla Fede come una legge psicologica di avere il fuoco dell'amore e di farlo rimanere acceso, come il fatto che non possediamo mai l'amore, ma ne sentiamo ogni istante la mancanza e quindi abbiamo la tensione continua ad ottenerlo. La 4° parola che ti consegno è RELAZIONE con la natura che è in continuo movimento dalla nascita che parte da un Verbo incarnato fino alla morte che diviene una Azione risorta dove io sono sia la radice dell'alfa e le fronde dell'omega, il principio del soffio eterno. L'ultimo termine che ti consegno è il termine SEMPLICITA' in quanto la natura è irreversibile ed indipendente e prevede sempre una relatività dell'indeterminismo per cui l'autonomia la ricevi solo nella concatenazione con la natura che ti condiziona nei limiti, ma al contempo ti rende libero nella consapevolezza degli stessi e ciò porta a nuove svolte di ricerca, altrimenti se vuoi sempre mettere il dito sulla piaga, ti accorgi di fare un danno talvolta insolvibile di estrema oppressione. Dammi retta, trova la radice del tuo andare, ma poi fai in modo che la linfa del tuo divenire salga lungo il tuo tronco e non faccia mai morire la fiducia in un sogno di resurrezione se no come me langui, e poi sei distrutto e poi muori nell'anima" Alessandro lo capì e si disse che avrebbe sempre di più ascoltato la natura nelle sue regole di rispetto e di costanza alla dedizione.
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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