IL PANCHINARO. Alessandro a proposito di Garibaldi, non viveva come lui con molti slanci ed entusiasmi in quanto aveva avuto una serie di batoste nella vita, fra cui la morte del padre, le forti delusioni d'amore e gli incontri con le malattie prima del suocero di sua cognata che aveva avuto un ictus ed era rimasto emiplegico e su una carrozzina, e poi gli interventi della suocera di colonstomia che l'avevano portata a portare un sacchettino, e quindi quando sentiva all'altare alcune provocazioni di non dover essere ringraziati, di non doversi mai permettere di avere alcuna soddisfazione o incoraggiamento, sostegno morale di speranza avrebbe voluto gridare con quanto fiato aveva in gola "Tu che ne sai?" Che ne sai? Che ne sai? Del senso di vuoto, di mancanza, di impotenza che prova il dottor Morolli Luca quando vede dei pazienti in agonia e si vede i parenti piangere, quando deve dare cattive notizie per un quadro complicato che porterà il paziente all'invalidità? Che ne sai? Che ne sai? di cosa significhi avere un lavoro precario, di cosa significa perdere una casa in mezzo all'alluvione, di cosa significa vedersi uccidere una figlia, di cosa significa doversi sopportare pesantissime croci e caderci sotto, più e più volte, di come ci si sente quando si è depressi, quando si è soli, quando si è stanchi dopo un turno di reperibilità e dopo che tuo figlio ha fatto una bravata Che ne sai? Che ne sai? Dell'angoscia che provava quel padre che ha chiesto una benedizione ad un sacerdote in sagrestia, che ha chiesto di essere ascoltato, che ha chiesto un barlume di speranza, un lumicino per non doversi arrendere alla sensazione di sconfitta. Che ne sai del disagio, della diversità, della situazione di inadeguatezza in cui uno si trova sempre lavorando in ospedale? Non riesce mai ad uscire dal circolo vizioso, in cui si trova perché si deve rendere forte, ma invece è debole, debole, fragile, vulnerabile e gli pare che quelle batoste che riceve siano solo punizioni, ingiustizie che non è mai e poi mai preparato ad affrontare e quindi non si sente mai bravo, buono, giusto perché si sente abbandonato, rifiutato, escluso, non accolto. Così pensi che la democrazia sia solo per le persone simpatiche, quelle che non ti riportano mai alla realtà di un vangelo che è quella di avere l'attenzione per i poveri e i deboli e infondo vorresti essere come Claudio che ti raggiunge su quella panchina in bicicletta e che riesce a godersi pienamente la vita, come un donnaiolo che vuole conoscere l'intensità del suo essere. Claudio sarà anche volgare, spudorato quando ti dice "Ma perché non ti fai da te?" Intendendo con tale espressione l'autoerotismo, ma perché non riesci a superare i comandi rigidi del non desiderare e quindi vivi chiuso nel tuo guscio?" Appena era riuscito ad uscire dalla sua invalidità dovuta alla frattura di un femore che gli aveva procurato un area di osteonecrosi Claudio aveva ripreso ad andare in bicicletta, nonostante fosse rimasto azzoppato e cosa doveva fare mai? Eppure si recava anche volentieri a consegnare un giornalino parrocchiale, nonostante ci mettesse caro Trivellin più tempo di un altro, e sinceramente avrebbe voluto sentirsi dire "Bene, bravo hai visto che ce la fai anche tu. Non importa, non ti preoccupare, se ci metti più tempo, vai pure con calma che i giornalini parrocchiali possono aspettare, ma tu devi provare, riprovare, NON arrenderti, NON fermarti e va avanti con una scusa del sentirti bene, per sentire che quando suonerai alle porte dei parrocchiani vedendoti saltellare si diranno "Allora ce la posso fare anche io" "Allora posso riuscire pure io, infondo". Lo stare bene, è un fatto di benevolenza vera, non un fatto di compassione, è uno stato mentale in cui l'altro non vale per la sua fortunata condizione, per la sua positività sociale di riuscire a lavorare, a produrre, a essere importante nel suo ruolo, ma lo stare bene significa anche conoscere la speranza che comunque tu ti trovi anche maciullato per causa di una guerra fratricida, anche disperso non sarai solo mai perché ci sarà con te un Dio Consolatore, un Dio che ti vuole bene per quello che sei. Invece hai perso le forze, ormai sei anziano e quindi, nessuno vuole mai ascoltare la tua esperienza, nessuno ti permette di esprimere un qualche giudizio. Claudio però ha lasciato perdere di consegnare il giornalino parrocchiale perché non veniva compresa la sua fatica di farcela comunque e che per lui era davvero complicato in certi momenti avere a che fare con la sua disabilità, davvero molto, molto complicato però ha per fortuna incontrato lungo la via un ateo che era come il buon samaritano e cioè il dottor Morolli Luca che gli diceva spesso come Dante "Tu non ti preoccupare di loro, ma guarda e passa!". Ma chi si ricorda mai di Dante Alighieri e della sua selva oscura fatta di grovigli di quella frase di un giovane dei murales che scrisse "L'amore è una giungla di sentimenti e sensazioni che divorano inesorabilmente il tempo" perché l'amore ti consuma come per l'anca ormai ovalizzata di Patrizia, come la fibromialgia, come la peste o la lebbra a cui san Francesco si avvicinò con dolcezza e gentilezza: l'amore ti dona stigmate come per Padre Pio che a volte non vedi, un taglio da parte a parte nell'addome, un taglio nel polmone, dei rimasugli di vessazioni a non finire e tu pensi di finire nei gironi infernali e che questa sia la punizione del peccato originale. Fabio, preparava le boccette della benedizione delle case in parrocchia, ma ad un certo punto sua moglie ha avuto un incidente che l'ha portata a rimanere nel reparto di Rianimazione per qualche tempo, ma lui continuava a preparare ugualmente le boccette poca cosa, poco valore certo, ma in quella condizione lo aiutavano a capire che quell'acqua benedetta poteva servire anche ad altri che si trovavano nel suo stesso frangente sfortunato come anziani soli e tristi, come persone che non conoscono mai l'amore e ne era davvero convinto, ma poi si imbatté in quel senso di amarezza e di angoscia di chi non riceve mai un incoraggiamento di chi sapeva la sua condizione e gli aveva detto certo "Non ti preoccupare per le boccette della quaresima, pensa a tua moglie per prima che qui ci pensiamo noi!" "NO - aveva risposto- perché voglio superare il mio dolore sapendo di farlo superare anche agli altri consegnando l'acqua benedetta che invece io ragiono che per mia moglie non posso fare niente al momento, che a mia moglie pensano gli infermieri ed il personale sanitario che ringrazio per la dedizione e per la bontà con cui si occupano dei malati, ma chi penserà a coloro che si trovano in carcere, reclusi in qualche comunità? Io vorrei tanto che le mie boccette arrivassero anche a loro con un messaggio di speranza, vorrei davvero che le mie boccette arrivassero anche ai paralitici, agli orfani e alle vedove perché quelle boccette rappresentano il mio amore per loro e l'amore di Dio va sempre ringraziato e coloro che si trovano nel bisogno sempre supportati anche quando è molto faticoso farlo" Non possiamo essere egoisti e pensare di avere imparato bene, di avere una buona preparazione quando non siamo preparati poi ad affrontare il dolore e la sofferenza e che non dire mai "Sei importante per me, la tua vita conta per me nonostante tutto, Dio ti vuole bene" significa non dare il giusto valore alla vita. Alessandro lo aveva capito cosa doveva fare dire GRAZIE a quell'amica che lo aveva così tanto amato da farlo diventare il protagonista di una storia di intenso amore.
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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