SOLA MENTE. Ritengo di essere stata spesso in balia di una istituzione molto particolare e distorsiva chiamata casa e dei suoi sovrintendenti i genitori. Mi ero legata all'immagine edulcorata di io con loro che idealizzavo e che sognavo di superare quando invece ero soffocata dalla mia stessa vulnerabilità. Ho assorbito la disapprovazione dei genitori che per anni mi hanno comparato alle sorelle, mettendomi alla sbarra e sentendomi invischiata dai loro atteggiamenti ambiziosi di vedermi come loro badante. La mia educazione, infondo, è sempre stata specificamente e peculiarmente impostata alla sicurezza economica e di un posto di lavoro e sociale che fosse garanzia di mantenimento e di una vita medio-agiata. Il fatto è che non avevo mai capito che gli adulti non hanno sempre il pieno controllo del loro destino e che tutti cerchiamo di schermarci e di crearci delle corazze contro le disavventure che possono colpirci e quindi un genitore cerca di difendere i figli dalle sue stesse delusioni e dalle umiliazioni che potrà avere durante il suo cammino. Io con la mia poesia caro Alessandro Ramberti non sono mai potuta andare lontano perché mi faceva vivere dentro una prigione dorata e ciò poi di fronte all'evidenza che non avevo successo se non per qualche amico spiazzava il mio equilibrio. Le cose dentro ad una poesia si sviluppano in maniera imprevedibile e ci rendono deboli e tepidanti e ciò provoca gravi distorsioni. Come una foglia cadente che è destinata ad essere dimenticata le cause di ferite intrise nel tronco del nostro esistere ci scombussolano. Noi siamo foglie rinsecchite nell'autunno degli errori madornali che da spunti apparentemente irrilevanti derivano conseguenze terribili. Facciamo passare le emozioni sul foglio anziché sulla pelle perché ce ne vergogniamo e le nostre carezze divengono fulgide stelle in un cielo di pece, ma mai sappiamo bene espanderle. Riusciamo a descrivere l'amor di labbra che avidamente baciano e di braccia che si intrecciano fra i desideri di petali vellutati e di passioni ardenti, ma poi non riusciamo mai completamente a mettere in atto quella poesia che rimane lì sospesa a cercare le ali per volare, lì nel nido a pigolare disperata per trovare il suo giusto piumaggio per potersi definire degna di volare e di scoprire il proprio cielo e di scoprire l'incontro con la propria fantasia divenendo unica al mondo. Vorremmo quel verso0 scolpito che divenga pura realtà, quell'essere candido che si traduca in verità ed invece non è altro che immaginazione, che un verso senza ragione, solo un movimento che sbatte contro ad un muro, un movimento che cerca di seguire il vento dello spirito per rimanere eterno, per rimanere mai dimentico del suo stesso essere d'amore, per il suo stesso esistere nel mondo. Poesia cosa conta se la mente è sola, se l'anima è deserta, se il sentimento si è smarrito, poesia lascia il tempo che trova per la via e poi fagocita tutto con maestria e quando si comprende è già ora di andare via.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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