Accettando la sfida di Alessandro Ramberti su Sol LeWitt - ALBUM CUBICO. Esprimere lo spazio intorno all'anima con immagini fotografiche che simulano sintesi volumetriche, per una retrospettiva che vuole stimolare a modelli che non devono imitare la natura, ma costruire un universo interiore di carattere formale e ad esso parallelo dove posare la propria immaginazione. Si vuole creare una alternativa a scatti in cui si riprendono semplicemente soggetti, con costruzioni che li inquadrano in espressioni essenziali minimaliste delle forme cubiste per processmpressioni e suggestioni di distruzione della prospettiva, attuando, per altro una ricerca artistica che si rifletta nel senso della relatività della conoscenza a seguito delle crisi di uno scientismo positivista. Il problema, dunque, non è più rappresentare l'oggetto in quanto tale che ha una collocazione fissa e monocentrica, secondo un unico punto di vista, ma è il fatto di restituire all'oggetto molteplici aspetti concettuali partendo da linee e sfaccettature per poi ritrovarsi in una simultaneità di visioni. Ecco la foto del duomo di Spoleto che diviene il cubo senza cubo dove si delineano possibili spazi vuoti che lo spettatore può riempire con le immagini della propria mente e la propria personalità cercando di intersecarla con quella dell'artista, per trovare piani intermedi e di fondo diversificati per riuscire nella scomposizione a vivere un processo artistico unico dove la vista interiore più di quella esteriore diviene la protagonista e l'immaginazione diviene lo spazio concreto in cui lavorare. Ecco la foto dell'anfiteatro romano che diviene una serie di archi aperti, in cui si indagano delle nuove strutture per una ricerca di innovazioni, di luci e di ombre che si susseguono fra le immagini. Ecco la foto delle strade e della natura, degli alberi che diviene sfondo inatteso di rappresentazioni di piani che si spezzano e che paiono dissolvere gli oggetti. Il colore si spegne per dare maggiore valore alla sintesi che evoca l'essenzialità delle cose fino a determinare una sorta di collage topografico con oggetti di recupero in modo da riutilizzarli e di farli parlare nel loro carattere musicale ed eccentrico per comprendere meglio rapporti ritmici ed armonici che si vogliono stimolare come artefici dell'opera stessa. Ecco la foto di alcuni ritratti in cui si insinuano rapporti di reciproca influenza futurista per cariche davvero rivoluzionarie di un album cubistico dove si possa riscontrare un certo purismo ed un richiamo all'ordine che si sviluppa poi in un nuovo surrealismo fino a diventare la foto principale: un NOI cubico senza spazio né tempo, un NOI che sa andare oltre per un opera artistica senza tempo e spazio- il NOI ARTISTICO.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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