PROPOSTA IN BOZZA ad Alessandro Dehò e frate Gabriele Trivellin: LABORATORIO EMOZIONALE - ACCOGLIENZA - Mamma Terra, perché non ci hai voluto dare una possibilità di vita quando ci siamo formati nel ventre di quella ragazza che poi ha nascosto la sua gravidanza e poi quando siamo nati ci ha seppelliti in un giardino, fra i vermicelli e gli escrementi? NOI non chiedevamo altro che poter avere una minima possibilità in Bangladesh da sempre soggetto ad eventi climatici estremi come qui in Romagna per l'aumento delle inondazioni, erosioni, frane ed esondazioni che portano ad un alto numero di sfollati e di vittime e questa situazione incrementa i rischi con gravi pericoli di annegamenti e danneggiamenti alle infrastrutture, centrali elettriche, abitazioni e scuole. Mamma Terra, perché permetti in Burkina Faso le violenze perpetrate da gruppi armati provenienti da Mali rendendo il Paese uno dei più instabili del continente e costringendo migliaia di persone a cercare un rifugio in regioni più sicure che porta però ad ulteriori rischi di esposizioni a violenze e l'analfabetismo? Perché in Colombia non permetti una valida formazione creando un'alta percentuale di ragazzi e ragazze con difficoltà cognitive e comportamentali, iperattività e deficit dell'attenzione? Perché in Costa D'Avorio permetti che ci siano molti bambini vulnerabili che non riescono a frequentare la scuola e vengono così sfruttati per il lavoro nei campi? Perché in Ecuador permetti la malnutrizione cronica che colpisce 1 bambino su 5? Perché mai ad Haiti permetti che le gang locali assedino la capitale permettendo l'evasione di detenuti e permettendo la paura a Port-au-Prince? Perché mai in Zimbabwe permetti la povertà e la mancanza di strutture adeguate ai disabili e la crisi educativa? Perché a Gaza permetti la guerra e che ci siano milioni di sfollati tra cui bambini che non riusciranno mai a vivere una serena infanzia? Perché permetti che ci siano donne che subiscono la discriminazione al punto da generare comportamenti problematici? "Figli miei, Io lo permetto perché voi impariate la più giusta e corretta educazione emotiva che parte dal modo in cui apprendete che deve tendere alla Verità dei vostri difetti, delle vostre zone d'ombra, delle vostre fragilità e vulnerabilità e soprattutto deve conservare la memoria e soprattutto la VOLONTA' di ascoltare l'arte di imparare ed i suoi rituali" ARTE - "Mi avete chiamato in causa? Sono qui apposta a guidare le vostre menti recalcitranti ad assimilare concetti e nozioni dure ed intricate come la Carità, la compassione, il coraggio e la dignità dello Spirito. ma soprattutto ad avere intuizione. Non sono qui ad ammaliare l'osservatore, ma per per porre l'attenzione sul valore dell'amore materno, del sacrifico della contemplazione addolorata. Per toccarvi nel vostro profondo c'è bisogno dell'aiuto dell'immagine di un adorabile bambino deposto in una mangiatoia, di una figura materna straordinariamente tenera e buona, e infondo qualsiasi concetto ha bisogno del supporto della bellezza e della poesia. RITUALE - "Mi avete chiamato in causa? Io non sono altro che la ripetizione strutturata di concetti fondamentali che vengono resi solenni grazie al supporto di determinate cerimonie come quella del battesimo, che ha il compito di rendere vivido il pensiero che il venire alla luce è importante e che si devono creare abitudini di ricorrenze come quella del Natale dove si festeggia la nascita di un Salvatore, quella dei defunti dove si ricordano i nostri antenati e ciò che hanno compiuto, celebrare le stagioni come nella Pasqua dove si ricorda che la Resurrezione è una Primavera che non muore mai e fa sbocciare continuamente l'amore fra di noi, concentrarsi sullo scorrere del tempo, confessare le proprie mancanze e cercare di migliorarsi ogni giorno. IO come Rituale, non ho affatto l'obiettivo di inculcare idee e di controllare e giudicare i pensieri umani ma di trasmettere e fare condividere idee che mirano a raggiungere l'autenticità interiore. Il mio sistema educativo tiene conto della saggezza di concentrarsi su alcune nozioni fondamentali che non risiede nello smodato puritanesimo, ma piuttosto nelle priorità di crescita sia morale che economica nonostante producano sofferenze psicologiche. Il rituale principale è quello di guardarsi allo specchio e capire chi ci si ritrova di fronte se una persona sola ed emarginata, se ansiosa e nevrotica, se arrabbiata con il mondo e depressa, se umiliata oppure abbandonata al suo destino. Il secondo rituale è quello di parlare a sé stessi nella preghiera convinti della presenza di Dio che ci ascolta nonostante le nostre debolezze e poi pensare che questo Dio ci abbraccia da una croce e porta su di sé le nostre sofferenze ed i nostri guai e perciò è un Dio consolatore. Il 3° rituale è quello di avere un obiettivo piccolo giornaliero come quello di ringraziare per la vita, e di ringraziare per i doni che ci ha dato per poi trasmettere tale ringraziamento anche agli altri. Il 4° rituale è quello di avere fiducia nella Provvidenza che sa superare tutte le invidie e gelosie e che ci abita dentro facendoci cercare e trovare soluzioni possibili, sostenibili e credibili ai problemi dell'esistenza e facendoci sopportare e resistere anche alle situazioni più deplorevoli, crudeli, difficili, disagiate che possiamo incontrare nel cammino. Il 5° rituale è quello del lavoro e dell'uso dell'intelligenza che prevede l'elogio alla malinconia perché è una nobile forma di tristezza che ci pervade quando sappiamo accettare il fatto che la sofferenza, la delusione, l'umiliazione, la frustrazione, la sconfitta costituiscono il cuore dell'esperienza umana e questo non ci deve turbare o creare disturbi, ma ci deve fare comprendere che i nostri desideri seppure in conflitto fra di loro ci permettono senza troppi sentimentalismi di essere ricchi senza dover ringraziare nessuno e cioè di essere indipendenti ed autonomi nelle risorse; di sentirci accettati senza farci soffocare dalle aspettative assurde dei social; di poter esplorare noi stessi ed il mondo nell'amore mettendo le nostre radici più profonde nell'anima; saziare la nostra fame di cibo, sesso e pigrizia, pur restando in forma, sobri, fedeli e devoti. Infondo il miglior rituale è quello della melanconia di guardarsi allo specchio della cultura che trasforma la rabbia ed il fallimento in opportunità che vince le illusioni ed i rimpianti e rimorsi mai dà"
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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