Ai fratelli francescani capeggiati da frate Gabriele Trivellin - IL FRATE BIRICHINO- Un giorno, mentre se ne stava assorto in un angolo dell'orto, fra Giggino fu scoperto da un confratello mentre guardava delle signore discinte e nude in pose provocanti sul suo cellulare ed allora decise di andare immediatamente dal padre priore Giuseppe Amante che a sua sorpresa gli rispose così: "Caro fratello, ricordati bene che sembra che l'uomo possa fare ciò che vuole, ma in realtà non può davvero volere ciò che vuole e che questa considerazione ci deve accompagnare in tutte le situazioni in cui ci possiamo ritrovare e che ciò ci riconcilia con tutti i comportamenti umani, anche quando essi sono veramente dolorosi, volgari e brutali. Questa conoscenza dell'assenza della libertà del volere ci protegge dal prenderci troppo sul serio in quanto individui che agiscono e che giudicano gli altri, e dal perdere il buonumore." "Allora - rispose Giggino - non darete alcuna punizione al confratello?" "Ma caro Giggino - controbatté il padre priore - secondo te se guardando al comportamento del confratello Gabriele si deduce che egli non può permettersi di essere di esempio ed è cieco rispetto ai fini ed ai valori, allora significa che coloro che rimangono fedeli all'irreprensibilità fino alla fine dei loro giorni abbiano più intelletto di quelli che trasgrediscono e che quindi siano più degni della considerazione divina rispetto agli scellerati?? No ti dico perché il restare attenti ai valori della giustizia e del bene supremo, non è nemmeno una questione che risiede nella psiche umana, in quanto essa è magmatica, ondivaga, abissale e perciò che ti piaccia oppure no in realtà e concretezza la fedeltà a certi valori risiede nel corpo che attraverso il suo coinvolgimento e servizio mostra quale sia la logica relazionale e sistemica anche se poi bisogna essere consapevoli che dobbiamo ogni santo giorno imparare a pensare in modo nuovo ed è questo che sinceramente ti manca caro fratello: non riesci ad uscire dai tuoi schemi mentali, dall'habitus che ti è stato inculcato e quindi non riesci ad essere libero da, libero per e libero con e perciò ti suggerisco di rileggerti meglio la lettera di san Paolo ai Romani al capitolo 9 dove afferma che il vasaio Dio ha la piena disponibilità dell'argilla del nostro destino e che è Lui a stabilire se un vaso sarà destinato ad uso onorifico oppure ad uno banale. Infatti, se Dio rispetto ai comportamenti umani, volendo mostrare la propria collera e fare conoscere ciò di cui è capace, riesce a sopportare e tollerare con moltissima longanimità vasi d'ira e di indecenza approntati alla perdizione perché mai tu caro fratello Gabriele non riesci a farlo per modo di fare conoscere all'umanità tutta la grande ricchezza della sua Gloria che si esprime nei vasi della Misericordia che si preparano al Paradiso nonostante siano perversi e brutali?? Il fatto è che vorremmo tutti trovare un posto rassicurante dove poter vivere ed esprimerci nel mistero dell'amore, ma la paura incontrollata di essere respinti ci fa solo vedere la parte esteriore dell'amore, in quanto la nostra cultura ha un particolare debole e senso di fragilità e vulnerabilità rispetto alla timidezza ed è per questo motivo che la paura del rifiuto ha il sopravvento e che non scompare mai anche dopo molto tempo di conoscenza e questo crea conseguenze spesso complicate e disastrose come il 75% dei divorzi e gli aborti. L'accettazione dell'altro nella nostra esistenza caro Alessandro Ramberti non è mai una cosa scontata e la reciprocità dei sentimenti nemmeno perché esistono sempre delle considerevoli minacce alla nostra integrità ed è per questo che ripetiamo spesso quel "Non abbandonarci alla tentazione e liberaci dal male" del Padre nostro ed è anche per questo che dobbiamo avere più fiducia se no si creano maggiori distanze specie per il pensiero di essere indesiderati che ci rende particolarmente ansiosi tanto da inviare sul cellulare un messaggio subliminale che serve a nascondere i nostri disperati tentativi di imbarcarci nel tentativo di fuggire dalla perdizione quando questo è un modo veramente perverso di volere affermare che non abbiamo bisogno di amore e che quindi non osiamo nemmeno chiederlo perché ci sentiamo troppo vulnerabili e deboli per poterlo conservare e portarlo avanti. Così, caro Giggino tendiamo spesso a sviluppare schemi evitanti che vorrebbero sfuggire alla vergogna, l'umiliazione e all'incertezza del rifiuto che i genitori o i famigliari e le persone a noi più care non ci hanno abituato ad affrontare dicendoci qualche sacrosanto NO o la frase topica che Gesù ha detto a Pietro "Vade retro Satana perché tu ragioni e ti atteggi come un giudice umano e non comprendi mai la Misericordia divina" e perciò per proteggerci ci impongono e ci assoggettano a non subire mai livelli di esposizione che ci potrebbero condurre alla delusione ed al dolore e alla sofferenza e quindi diventiamo maniaci del controllo e nelle fasi critiche e delicate di una relazione ci sentiamo in dovere di giustificarci, oppure diventiamo particolarmente irrequieti e facilmente suscettibili perché vediamo sempre la catastrofe dietro l'angolo. Fratello caro rilassati per favore e cerca di non attaccare gli altri per le loro debolezze e poi se ti ritrovi davanti ad un giovane, un uomo maturo che si perde di fronte alla vita libidinosa di una donna nuda e provocante digli che ci tieni a lui e che quindi lo ami così com'è, per quello che è e per ciò che per te rappresenta: la libertà di essere te stesso nonostante le tue debolezze, difetti e macchie usando la tenerezza e non la durezza. Nel rimproverare sdrammatizza, infondo lo sai che la carne non vale quanto un bel pensiero di un gesto di bontà.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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