All'Istituto Alberto Marvelli, al Vescovo Domenico Beneventi - IL FATALISMO. Comprare come se non si potesse possedere, avere una relazione amorosa e pensare che potrebbe finire, gli accadimenti del mondo e le azioni dell'uomo paiono dipendere da una causa assoluta più o meno nota, ma al contrario del finalismo che afferma l'esistenza di una finalità degli eventi, anche in settori diversi della realtà unanimemente riconosciuta, il fatalismo riconduce la totalità degli eventi ad un'unica causa necessaria (che può coincidere anche con una volontà libera, spesso divina). Si possono distinguere vari tipi di fatalismo, ma quello più pericoloso oggi è quello di una filosofia che riconduce l'apparente irrazionalità del reale all'ignoranza della legge che governa la natura e la storia. Tale legge, può coincidere con l'ordine naturale o con la provvidenza o con l'andamento storico, ma tutto ciò può portare a forme estreme di fatalismo che sostengono l'irrilevanza di qualsiasi scelta per il futuro, in quanto tutto potrà accadere come un destino immodificabile e stabilito, per cui solo forme più circostanziali possono, invece, prevedendo i rischi e le perdite di investimenti a lungo termine, che alcune scelte di azioni governative possono essere irrilevanti solo per certi aspetti del futuro come quella derivante dalle incompetenze, dall'impreparazione e dalla mancanza di resilienza. La battaglia contro il finalismo (sia interiore che esteriore) deve essere ripresa per insistenze sulla vanità di alcune pretese esplicative che possono ostacolare la causa efficiente che cerca di sconfiggere in ogni modo, come fecero i nostri patrioti con il loro sangue e sacrifico per la patria, i pregiudizi disastrosi, che nascono dall'ignoranza naturale degli esseri umani ed insieme da un atteggiamento utilitaristico smodato; alla vana, anche se rassicurante illusione che tutto sia fatto per l'uomo, a cui si aggiunge una mentalità antropomorfica corrente, la quale interpretando tutto ciò che avviene su un modello più che altro artigianale tipo fai da te simile a Maria Rosaria Boccia, si preclude la conoscenza della necessità assoluta che domina non solo nel mondo, ma addirittura in Dio stesso, inducendo così alla brutale superstizione di un Dio personale, libero e creatore. Di contro, si dovrebbe stagliare un movimento di reazione in difesa dell'immagine del Dio architetto che affida il finalismo biologico alla critica di un certo tipo di giudizio che si chiama "riflettente" e che si trova in opposizione a quello determinante (valido oggettivamente) che ritiene proprio solo di valere dalla scienza matematica della natura; a suo parere, dunque, la mente non può considerare gli organismi viventi come riducibili a meccanismi ciechi della materia, appunto, perché, in presenza della loro particolare specificità, non riesce a concepirli se non tramite il concetto della loro importante finalità in un dominio armonico del tutto sulle parti, come se quello fosse lo scopo di queste. Facciamo un esempio terra a terra, che abbiamo a disposizione da investire 100.000 euro per acquistare una casa in cui andremo ad abitare, ma accade che chi ha redatto il mutuo in banca per la metà della cifra e cioè 50.000 euro per avere a disposizione in caso di rischio della propria vita, o di eventi sfortunati in cui si potrebbe ritrovare e che non può del tutto prevedere in quanto l'investimento è a lungo termine e nel tempo non si sa mai cosa può succedere, allora deve comunque sborsare i soldi fino a quando è in vita e supponendo che lo faccia per almeno 10 anni dei 20 preventivati non si può solamente dividere 50.000/10 e cioè stabilire che il soggetto debba dare 5.000 euro l'anno/12 mesi = cioè 416 euro circa al mese, ma bisogna anche calcolare l'interesse di rischio che potrebbe essere il doppio di quello per l'accumulo dei risparmi e quindi del 4% x 5000 l'anno = 200 euro che sono poco meno che la metà di 400 euro di rata rimanendo 16 euro di differenziale per il rischio di mutamenti durante il contratto a lungo termine e perciò 16 euro x 12 mesi = 192 euro l'anno x 20 anni minimi di mutuo = 3.840 che si debbono aggiungere ai 200 euro ed ai 5.000 euro l'anno = 9.040 x 10 anni = 90.400 e quindi il rischio di perdita sarebbe rispetto ai 100.000 euro = 9.600 euro x 2% di interesse = 192 PROVA DEL 9 che c'è un rischio di 192 euro all'anno in più da mettere in conto x 10 anni = 1.920 che si potrebbero aggiungere in conto capitale ai 90.400 = 92.320 e quindi il rischio dopo l'accumulo del fondo mutuo sarebbe ridotto rispetto ai 100.000 euro di = 7.680 di debito x 10 anni = 76.800 euro e quindi si può notare come il debito cambia in vantaggio del cliente e che ciò rende felici e contenti in quanto riduce i costi che opprimono gli affari e il loro buon decorso. IL finalismo corretto quindi è quello di spingere verso buone soluzioni che fanno rialzare e resistere i compaesani anche in sfortunata e disagevole condizione.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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