All'Istituto Alberto Marvelli, ai dottori Mauro D'Amico, Lara Vasale, Arcangelo Canitano, Elena Palumbo e Paolo Manzelli. IN BICICLETTA. Per contribuire ad un ambiente più sano ed anche alla mobilità sostenibile ho deciso di valutare una contabilità che riesca a definire il costo dei prodotti, senza limitarsi troppo ad indicare il costo variabile diretto che attribuisce il valore in base ad elementi direttamente attribuibili al prodotto, ma che consideri una contabilità a costi pieni che valuti meglio i costi fissi che possono influire sulla contribuzione che serve alla copertura dei costi fissi in generale. Quindi, non ci si basa solo sulla copertura dei costi, ma anche su dei margini possibili ed accessibili di contribuzione che si basa su un break-even point per cui ogni unità al di là del volume del punto di pareggio, può generare un profitto addizionale, oppure una perdita. Facciamo una supposizione con la dottoressa Tafaro Tiziana che una azienda non possa indebitarsi per più di 100.000 euro e che la sua necessità di capitale circolante (al mix attuale) sia pari al 40% del fatturato; il capitale circolante deve essere per forza finanziato dall'indebitamento a breve termine, in quanto l'autofinanziamento e l'indebitamento a lungo termine sono a copertura degli investimenti necessari a mantenere l'azienda in efficienza. Con 100.000 euro di indebitamento possibile, dunque, non si può davvero ottenere un fatturato superiore a 250.000 euro (mantenendo il mix attuale di prodotti e non modificando la politica relativa alle scorte, crediti e fornitori). Quindi succede che il vincolo finanziario si trasformi gioco forza in un vincolo di fatturato ed appare evidente che a parità di fatturato fra una azienda ed un altra caro Alessandro Ramberti il prodotto migliore anche a livello editoriale è quello che presenta un margine di contribuzione percentuale (sul fatturato) più elevato. Quindi, facciamo l'ipotesi, che la Faraeditrice abbia un margine di fatturato di 20 su 40 per libri pari al 50% ed il prodotto rivista Faraeditrice uno di 18 su 30 pari al 60% ed infine il prodotto social Faraeditrice (ormai il social fa tendenza e anche fartturato) uno di 5 su 20 pari al 25% pertanto il prodotto della rivista risulterebbe il più accreditato perché è il più conveniente e perciò per realizzare, invece, un margine di 150.000 euro bisognerebbe realizzare o su 300.000 euro con il prodotto libri, oppure di 600.000 euro con il prodotto social, ma in tal caso occorrerebbero 120.000 euro di indebitamento nel caso del prodotto libri, opure 240.000 nel caso del prodotto social stesso. Dunque questo ci dimostra che bisogna stabilire quale sia il prodotto dominante e non vi è dubbio alcuno che al giorno d'oggi sia quello social-media che prevede costi poco elevati e che soprattutto non prevede molti vincoli di mercato e finanziari, ma comunque deve considerare non solo la percentuale di consensi ottenuti con la presentazione di opere letterarie o con quella di specifiche rappresentazioni culturali fruibili da un ampio pubblico che si connette alla Faraeditrice, ma anche di validi contenuti che possano fare comprendere la competenza nel fornire informazioni al pubblico e nell'attivare una cultura che sappia andare oltre fornendo una traccia di indagine, una possibilità analitica da parte del lettore stesso, per poterlo coinvolgere in approfondimenti e considerazioni, per poter fare in modo che si formi una più corretta opinione e un giudizio maggiormente super partes, per modo tale che la vera cultura sia quella del valore di alcuni principi fondamentali fra cui quello del diritto ad acquisire tutte le informazioni che servono ad apprendere e formulare proposte per poter attuare concretamente valevoli procedure a raggiungere traguardi di ragguardevole fiducia non solo governativa, ma anche istituzionale.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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