NON CHIAMATEMI GIUSTIZIA. Marisa era stata invitata ad un congresso di giuristi e doveva proporre la sua tesi "Nuova filosofia del giusnaturalismo nell'epoca digitale-tecnologica" ma prima di presentarla se la rilesse per la 3° volta come per essere sicura che non mancasse proprio niente. Scriveva: "Alcune norme naturali dovrebbero costituire il modello sulla cui base formulare le leggi positive e giudicare la loro validità. Infatti, l'importanza storica del giusnaturalismo consiste nell'aver laicizzato l'idea di stato e nell'aver dato fondamento umano al potere di chi governa; inoltre, nell'aver vincolato l'attività del legislatore ad alcuni principi universali, al di fuori dei quali non esiste legge ma solo libero arbitrio. Alla base, dunque, sta una idea fondamentale di uno stato di natura come condizione originaria umana, che è anteriore all'istituzione di una convivenza organizzata e regolata da leggi positive; questo stato di natura, pensato come situazione ipotetica di cui non si postula necessariamente l'esistenza, ma che si costituisce per via razionale e logica spoglia talvolta gli uomini di tutte le leggi, i costumi e le abitudini contratte nella società civile, e viene mostrato come un comune sentire e vedere di tutte le società possibili e come la condizione naturale attuale dell'essere umano che nell'era digitale-tecnologica rischia di subire qualche artificio (considerando lo stato stesso dell'influenza tecnologica come un prodotto dell'"arte"). Oggi pare che purtroppo si debba considerare lo stato di natura come uno stato di guerra perpetua derivante dal diritto di tutti su tutto, ma in realtà si tratta di uno stato di condizione puramente animale, dove pare non esistere alcuna forma di associazione e di rapporto interumano. Tuttavia, mancando ogni garanzia per il futuro normativo che possa effettivamente tutelare nelle attuali situazioni storiche la vita, la libertà e la proprietà perché il rispetto di essi non è per nulla sicuro, è necessario uscire dallo stato di natura e istituire un potere capace di garantire la civile convivenza senza usare toni accusatori come nel giorno della memoria del 2 agosto ricordo a Bologna delle vittime del terrorismo di cui ancora non si è avuta giustizia. Il fascismo o il potere terroristico sono sempre in agguato e si possono tutt'ora infiltrare fra le file della politica e perciò bisogna sancire un preciso patto, mediante il quale le persone rinunciano alla libertà anarchica dello stato naturale e lo limitano reciprocamente in vista della tutela dei diritti di ciascuno. Il fatto è che il patto ha luogo solo fra moltitudini di individui e che il potere sovrano è solo dforense" tentore della forza, mentre il potere mediatico e culturale sono saggi sulla legge di natura che spoglia della volontà particolare e avvicina a quella di un popolo che decide pacificamente come legiferare per il bene universale. La parola chiave è GIUSTIFICAZIONE che congiunge la giustizia e la misericordia in senso attivo cioè stabilisce degli atti e delle procedure che rendano la persona giusta davanti a sé, concedendogli il beneficio del dubbio. Ma il problema giuridico sta nell'intendere la natura dell'atto e cioè se si tratti di un'intima ontologica trasformazione che deve avvenire ancor prima di recepire la legge, oppure di una dichiarazione giuridica di carattere puramente forense per una sorta di assoluzione solo di carattere di comprensione della debolezza, fragilità, vulnerabilità umane. L'uomo viene giudicato per i meriti e per una causa formale che ci può rendere giusti, ma ciò crea una controversia per il termine "forense" che viene rinviata alla nozione di grazia che modifica gli interlocutori di una realtà relazionale, che proprio in quanto relazione care vittime del 2 agosto lascerà sempre intatta ahi noi la distanza dalla visuale di giustizia, in quanto è rimasto il segno non solo storico, ma anche differenziale dei ruoli di chi è potente e di chi subisce la potenza, di chi comanda e di chi obbedisce, ma anche (e si spera ci si arrivi presto per risolvere le sorti delle guerre) di chi spera, di chi ha fiducia e di chi trova il coraggio di credere ancora nella pace e nell'amore che fa superare ogni orrore ed ogni delirio umano. In ricordo delle vittime del 2 agosto che non muoia mai la memoria. 

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