LA VOLUBILITA' Un economista rifletteva sul reddito disponibile che era il reddito di un individuo, una famiglia, una collettività, diminuito dei costi indispensabili per la sussistenza e delle imposte pagate; viene normalmente impiegato nelle previsioni della domanda per i lavoratori stagionali ed il precariato al dottor Paolo Manzelli dei sindacati. Infatti, se per esempio un cuoco prende 2.000 euro al mese x 5 mesi = 10.000 euro all'anno costui deve aggiungere già la disoccupazione ed il licenziamento in frazione nella busta paga e quindi sono 2.000/10.000 = 0,2% x 5 mesi = 1 euro al giorno in più x 150 gg = 150 euro x 7 mesi rimanenti = 1.050 euro di disoccupazione, ma poi se il cuoco è padre, bisogna calcolare anche gli assegni famigliari che sono di 1.050/2.000 = 0,52% e quindi su 1.050 = 5,46 euro al giorno x 30 gg = 163,80 al mese x 12 mesi = 1.965,60 e cioè c'è un differenziale rispetto ai 2.000 euro di = 34,40 di tassazione al mese x 12 mesi = 412,80 all'anno che vengono tolti al mese per le spese di mantenimento bambino e quindi x 12 = 4.953,60 all'anno che vengono tolti dai 10.000 + 1.050 = 11.050 - 4.953,60 = 6.096,40 ed in pratica e sostanza il cuoco deve campare con 508 euro al mese. Ma invece dopo aver visionato la situazione patrimoniale si deve considerare che dei 2.000 euro alcuni vengono depositati in banca che sono appunto i 508 euro con gli interessi del 2% bancario e quindi 6.096,40 x 2% = 121,93 che si aggiungono = 6.218,33 che si suddividono su 7 mesi (quelli non stagionali) = 888,33 che si aggiungono ai 508 x 5 = 2.540 + 888,33 = 3.428,33 e quindi il cuoco ha diritto a 10.000 + 3.428,33 = 13.428,33 ed in sostanza il suo reale stipendio è di = 1.119,03 al mese/3 membri famigliari = 373,01 a testa. Cosa può fare il cuoco con così poco per migliorare? Trovarsi un lavoro stabile oppure rinunciare ad 1/5 in proposta della disoccupazione per poter lavorare part-time in una pizzeria con una paga di 1.200 euro al mese e perciò in totale 1.700 euro al mese. Questa è la proposta!!
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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