Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale - CON-VERSIONI - Franco fuori da una chiesa sosteneva che talvolta siamo simili a Prometeo che spoglio di ogni natura divina, ha l'anima che è un demone di carattere particolare; la divinità sta a sé separata da quanto è umano. Questo pare accadere cari don Cristian Squadrani, don Francesco Argese e frate Gabriele Trivellin anche in Isaia dove ci sono conflitti dovuti all'intensificarsi di determinati contenuti coscienti in virtù dell'associazione di analoghi contenuti dell'inconscio. Un siffatto rafforzamento ha davvero in sé qualcosa di ossessivo e di demoniaco, quindi un'efficacia divina diabolica. Il signor Franco però aveva una forma di DSA per cui non riusciva a rimuginare meglio le cose che lo riguardano e che corrispondono ad avviso di una neuropsichiatra che passava di lì una disgiunzione dal suo mondo interiore, mettendo in moto una attività secondaria e meramente reattiva del pensiero e perciò psicologicamente ciò significa che la sua funzione cosciente viene rafforzata dall'intervento dell'anima. Quando l'anima è collegata con la funzione meno differenziata, così, se ne deve dedurre che la sua funzione superiore è troppo collettiva, nel senso che viene a trovarsi a servizio della coscienza morale di un gruppo e non invece della LIBERTA'. Quando ciò accade - e accade molto frequentemente - l'altro lato viene rafforzato da una specie di egocentrismo patologico per cui l'introverso si dibatte contro sentimenti di inferiorità che l'assalgono in forma ossessiva e lo deprimono non meno gravemente e così ci si può sentire dire la frase topica rispetto ai sacerdoti "Ascolta quello che dicono, ma non guardare a ciò che fanno". La neuropsichiatra perciò voleva invece effettuare una con-versione vera e cioè cambiare la parola chiave ASCOLTA con altre parole per vedere le sensazioni ed i sentimenti che suscitavano e se in tale modo si liberava la parte inconscia per scoprire il modo giusto e più corretto di approcciarsi ai conflitti sia interiori che esteriori. Prima di procedere però si consultava con il dottor Zamparetti Marco rispetto alla procedura da seguire - Frase 1 "AFFERRA quello che dicono, ma non guardare ciò che fanno" Infatti quando si ascolta non è detto che si afferri tutto ciò che ci viene detto - Frase 2 insieme alla professoressa Scarca Giovanna e alla preside Facidda "COMPRENDI quello che dicono, ma non guardare ciò che fanno" perché non sempre ascoltare significa comprendere e capire i contenuti morali profondi di una frase - Frase 3 "ACQUISISCI quello che dicono..." vuol dire elaborare nella propria mente e ragionamento ciò che ci dicono - Frase 4 "IMMAGAZZINA quello che dicono.." vuol dire memorizzare ciò che dicono, ma non è detto che ricordare ciò che abbiamo imparato sia utile da dire in quel momento vero Zamparetti Marco?? - Frase 5 "ASSECONDA quello che dicono..." vuol dire cercare di comportarsi imitando quello che dicono, ma c'è forse il rischio di emulazione in cui si perde la propria identità e personalità - Frase 6 "ADERISCI a quello che dicono.,.." vuol dire che devi cercare di allinearti al pensiero dei sacerdoti, ma poi che devi agire in base alle circostanze che ti si pongono davanti - Frase 7 "ELABORA quello che dicono..." vuol dire che devi INTERPRETARE secondo le tue caratteristiche ciò che dicono - Frase 8 "CONSIDERA quello che dicono..." vuol dire tieni conto di ciò che dicono, ma poi confrontalo con altre esperienze e mettici anche del tuo, se no non vale copia ed incolla - Frase 9 "ANALIZZA quello che dicono..." questa è tipica degli psicologi e significa trovare il significato recondito di una frase, la sua motivazione, il suo perché ed è un durissimo lavoro che si fa per cercare di fare finalmente valere la LIBERTA' di espressione miglior cura psicologica per il cuore e la ragione che conduce alla vera efficace condizione: essere se stessi senza vergogna e senza umiliazione.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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