NON LO SAPPIAMO. Che ne capiamo noi dell'America che pare vivere 2 orientamenti contrastanti fra di loro: quello del partito democratico di Kamala Harris e quello del partito repubblicano di Trump; una concezione che attrae tutto il fenomeno giuridico prodotto da alcuni stati membri nell'ambito tradizionale dei rapporti fra diritto statuale e quello internazionale specie a livello dei difficili equilibri con la Palestina e l'Iran e con quelli della Russia e dell'Ucraina. Che ne sappiamo noi? L'orientamento pare talvolta propugnato alla dottrina autonomistica ed invece mette in luce la profonda differenza fra sistema giuridico e le norme espresse dalle altre tradizionali organizzazioni internazionali. Si tratta di competenza, che viene prevista nei trattati. Lungo le linee di questa visione si può vedere l'eterno dubbio di tutela davanti ad un giudice e di stabilire, infondo, restrizioni che però non possono essere discriminatorie. Normalmente, dunque, le disposizioni dei trattati, dispiegano effetti immediati garantendo ai privati diritti contro gli stati membri, cui il contenuto nella norma è diretto. Pare che si tenda ad assicurare un effetto orizzontale, nel senso che le norme dispiegano efficacia piena e completa anche nei rapporti fra privati. Pare si guardi alle disposizioni che per loro natura attribuiscono diritti e sanciscono obblighi nei temi della concorrenza, che possono essere fatte valere direttamente da un'impresa (quella Trump?) contro un altra. Pare che si debbano trovare accordi come fonti di diritto che possano produrre l'effetto "verticale" e quindi si debba sancire un regolamento per gli equilibri nel mondo che producano effetti di tregua nelle zone calde dove imperversa la guerra. Ognuno porta in campagna elettorale il proprio status quo per cercare limitazioni alla sovranità dell'altro in modo da assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni e promuovere la cooperazione attribuendogli valore come semplice manifestazione alle disposizioni di trattati e chi vincerà avrà questo arduo compito di vedere un varco almeno per la tregua e per l'assistenza alle popolazioni martoriate dalla guerra, ma poi la vera guerra si combatte a suon di sanzioni e di sostegni ai profughi innocenti. Che ne sappiamo noi di come si costruisce la pace, noi possiamo solo immaginarcela e aspettarla. 

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