LA DEBOLEZZA. Ore 11.00 appunti neuropsichiatrici per l'applicazione di una PROCEDURA di Carl Gustav Jung ispirata alla pagina 297 del libro di testo "Tipi psicologici" - citazione - "Una funzione secondaria breve, influenza, in un lasso di un determinato tempo, un numero si ASSOCIAZIONI CONSECUTIVE MINORI che non una funzione secondaria lunga. Nel 1° caso quindi una funzione primaria può prodursi molto più spesso. I quadri psicologici di tali casi mostra perciò la caratteristica di un rapido continuo rinnovamento della prontezza d'azione e di quella della reazione, quindi una sorta di DISTRATTIBILITA', una propensione verso collegamenti superficiali, una mancanza di nessi profondi ed organici, una certa INCOERENZA, qualora si attenda una connessione pienamente significante. Per contro (e FORSE è proprio questo il "nostro" lavoro) nell'unità di tempo incalzano moltissimi nuovo temi (che "noi2 dobbiamo trovare) che tuttavia non vengono come tali purtroppo approfonditi (e quindi questo lo dobbiamo fare "noi") così che emergono allo stesso livello elementi eterogenei e soprattutto di diverso valore (e "noi" ci dobbiamo FORSE distinguere proprio nel valore) tali da superare l'impressione di un "LIVELLAMENTO DELLE RAPPRESENTAZIONI" (Wernicke). Questo rapido succedersi delle funzioni primarie in alcuni soggetti esclude di per sé la sperimentazione dei valori emotivi per cui l'affettività NON può che essere superficiali. Si rende, dunque necessario e assolutamente importante lavorare da parte "nostra" sui possibili e fattibili adattamenti e atteggiamenti, in quanto l'attività del valido pensiero psicoterapeutico risentirebbe, altrimenti, negativamente della brevità della funzione secondaria, dato che il processo di astrazione richiede una protrazione delle varie rappresentazioni originarie e dei loro effetti consecutivi e quindi una più lunga funzione secondaria, senza della quale non potrebbe mai avvenire l'approfondimento dell'astrazione. Un più rapido ricostruirsi, poi, della funzione primaria, che determina una maggiore reattività in senso NON intensivo, ma estensivo, donde (anzi d'onde cerebrali) una rapida comprensione del presente immediato, solo nel suo aspetto superficiale provoca allontanamento dalla profondità e suscita nell'analista l'impressione come per una lettrice che declama il Vangelo in chiesa, usino il termine usato da una signora frequentatrice della chiesa, DOMINIO riferito al carattere, inteso difetti e limiti, mancando, però di oculato senso critico su sé stessi ed anche su altri soggetti loro compiacenti ed asserventi fino ad arrivare alla spregiudicatezza, di spirito conciliativo ed in pratica mancando di autentica e vera comprensione, scrupolo e soprattutto di tatto e perciò divengono prepotenti" Questo significa che la parabola di Zaccheo andrebbe loro ritradotta come "Scendete dai vostri piedistalli!"; così come la parabola di "Beati gli ultimi che saranno primi" andrebbe ritradotta "Ragioniamo alla pari e poi non secchiamo con la nostra pedanteria"; così come la parabola dello sposo che invita gli altolocati che poi trovano tantissime scuse insulse per non ottemperare ai loro compiti e doveri che costringono lo sposo ad invitare gli storpi, gli zoppi, i malati e i poveri andrebbe tradotta con "La legge è uguale per tutti se vivi e sperimenti l'uguaglianza dei disgraziati e DISAGIATI"; così come la parabola del ricco epulone, andrebbe tradotta "Abbiamo la legge ed i profeti ascoltiamoli con la dovuta e seria attenzione"; così alla fine come poi un profeta non è mai ben accetto in patria perché è figlio di un falegname, uno qualunque, uno di bassa statura spirituale, uno che sa vestire il saio sia fuori che dentro, uno che sa soccorrere i poveri con l'esempio e soprattutto e più di tutto uno che sa dare la sua piena TESTIMONIANZA. L'amore per Dio ed i fratelli è proprio questo: trovare nella debolezza una forza per la risorsa e nella risorsa una forza per accogliere la debolezza. CIAO:
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
Commenti
Posta un commento