All'Istituto Alberto Marvelli, a frate Gabriele Trivellin, a don Squadrani Cristian, ad don Argese Francesco (BOZZA) - IL NUOVO DIALOGO SINODALE CON LA PAROLA EVANGELICA - Ernestina era un professoressa di filosofia che insegnava all'Università di teologia dell'Istituto religioso Alberto Marvelli e aveva deciso, per il prossimo sinodo, di scrivere un trattato la cui argomentazione era il dialogo interiore a stretto contatto con la parola evangelica. Egli, voleva, infatti, proporre una pratica sociale e forma letteraria in cui si potesse rappresentare una conversazione tra l'Io e Gesù Cristo, con l'intento di fare risaltare sentimenti ed idee anche diverse ed opposte fra di loro per rendere più vivace l'esposizione di un tema. Nell'antichità, il dialogo si trovava nella poesia drammatica e nella linea della tragedia, che nel tempo conquistò la sua autonomia strutturale e tematica nei testi filosofici. Platone, però, creò il modello esemplare ed ineguagliato di dialogo filosofico, ma poi Luciano di Samosata propose la satira, mentre Cicerone propose la retorica. In area cristiana si ricordano l'Octavius di Minucio Felice e il De consolatione pshilosophiae di Boezio che fece in modo che il dialogo divenisse uno strumento efficace di discussione e di propaganda religiosa. Ernestina, però, voleva proporre una forma didascalica (didascalia deriva dal greco didaskò che vuol dire insegno, istruisco) in quanto le istruzioni servono a indirizzare il coro come funzione svolta dallo stesso autore che servivano come note chiarificatrici su alcuni termini chiave come il termine VARIETA' = tipo, sorta ed il termine VARIAZIONE = cambiamento che alla professoressa di filosofia poneva il dubbio sul termine VARIANTE = modificazione di un modello fisso come il rituale della santa messa; ed in filologia, lezione DIVERSA di parole o frasi di una stessa opera ed inoltre in Ernestina si poneva l'ulteriore dubbione della VARIABILE del discorso che varia secondo la funzione sintattica e quindi siccome NON si fidava nemmeno di se stessa chiedeva aiuto per chiarire questi termini alla professoressa Scarca Giovanna e alla preside Facidda. Facidda dopo essersi documentata propose di studiare meglio la POESIA DIDASCALICA genere letterario che in forma di poemi e poemetti o di componimenti metrici, si propone di diffondere insegnamenti e precetti di carattere religioso, morale, filosofico e scientifico. In particolare nella poesia di Omero ed in quella di Platone, la poesia didascalica era già sentita come veicolo di conservazione e di continua trasmissione, di un patrimonio socio-culturale, e del resto una funzione didascalica è presente in gran parte dei generi poetici del mondo greco. Facidda però voleva proporre la forma poetica e di prosa contenente una serie di consigli per varie operazioni compresa quella didattica che acvesse un fondo altamente etico. Fra le opere assunte nella prosa c'era quella del matematico ed astronomo Eudosso di Cnido e c'erano anche poemetti farmacologici dove la materia scientifica viene ravvivata da aneddoti e leggende fra cui c'era una leggenda della principessa Fibrina che non avrebbe mai voluto crescere perché se no si sarebbe ritrovata a prendere decisioni, a fare scelte, ad assumersi responsabilità e lei invece preferiva rimanere bambina che viene coccolata e vezzeggiata, una bambina che si aspetta sempre di vincere e di avere dei premi per la propria bravura. Ma un giorno arrivò in città un mago che spargeva ovunque la sua maledizione e questa arrivò anche a Fibrina che rimase bloccata e coagulata fino ad essere impedita ed impacciata in tutto. Ella sentendosi in disagio, andò a parlare con suo padre Agamennone che le rispose "Non hai un bell'aspetto stamattina" e lei ingoiò l'osservazione pensando di essere respinta o umiliata e che ciò significasse essere una persona inferiore alle altre. Ma arrivò Maga Magò una avvocatessa importante del foro magico che disse "Perché invece di piangerti addosso non usi la tecnica del NON SO" "Ah - rispose Fibrina - ed in che cosa consiste questa tecnica? " "Consiste, cara mia che tu rispondi "NON SO NON CI HO MAI PROVATO" Ma è anche vero cara Fibrina che risulta essere irragionevole ed irrazionale sprecare tempo e fatica concentrandoti su ciò che non vuoi è invece tuo compito (come il mio di avvocatessa) di tenere in equilibrio la bilancia della giustizia" "Ah - rispose Fibrina - e come si fa di grazia che così mi ci metto subito di impegno??" "Semplice - rispose Maga Magò - NON devi mai usare il termine SOLLECITAZIONE che crea tensione, nervosismo, ansia, insonnia e preoccupazioni, quando invece basterebbe usare la risorsa creativa. Perciò come magia ti dono 5 regole per non inibire mai il tuo meccanismo creativo. 1) Preoccupati in primo luogo di stabilire la posta in gioco prima e non dopo che la ruota ha cominciato a girare; 2) cerca di abituarti a reagire consciamente alle emozioni del momento e rinforza questo tuo limite; 3) considera ogni giorno un ciclo completo di vita; 4) cerca di trovare qualche minuto per fermarti, osservare ed ascoltare; 5) Non combattere contro i fantasmi del passato e cerca di fare solo una cosa alla volta. Devi trovare in te una ordinata successione per avere l'equilibrio della bilancia della giustizia se no se questa pende solo da una parte e ne lascia a terra un altra allora non si otterrà mai il giusto effetto COLLABORARE PER ESEGUIRE QUALSIASI LAVORO, A COMPIERE QUALSIASI DOVERE E A RISOLVERE OGNI PROBLEMA. L'avvocato non deve vincere deve trovare questo equilibrio ed è per questo che usa la topica "Dormici sopra e poi con vigore torna all'opra!!"
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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