CARA LIBERTA'. Cara Libertà, ho scoperto oggi che ti posso trovare nelle crisi che ci riportano alla realtà che noi non siamo per niente bravi ad assecondare le esigenze del mondo, a soddisfare le esigenze altrui procedendo verso priorità stabilite da chi ci circonda. Non basta, difatti, per trovarti continuare a presentarci dove ci viene richiesto ed a svolgere i nostri compiti per anni, senza nemmeno una smagliatura; non basta cercare il virtuosismo, un giorno crolliamo di fronte alle tempeste che l'esistenza ci riserva e la rottura può assumere diverse forme. Talvolta non abbiamo voglia di alzarci dal letto, ci chiudiamo nel mutismo o cerchiamo vie di fuga, sviluppiamo una forte ansia sociale che ci divora dentro, ci rifiutiamo di mangiare, balbettiamo in modo incoerente, perdiamo il controllo facilmente, proviamo interiormente un impulso irrefrenabile di fare qualcosa di scandaloso e del tutto contrario al nostro comportamento usuale. Sviluppiamo profonde paranoie, rifiutiamo le consuete regole dei nostri rapporti sentimentali, iniziamo relazioni clandestine, esasperiamo lo scontro e diventiamo irascibili per un non nulla. Le crisi, sono estremamente sconvenienti e perciò si cerca di superarle il prima possibile, invece di usarle come una opportunità di crescita, autocomprensione ed autosviluppo, che finora abbiamo rifiutato di intraprendere. Tuttavia, se ci limitiamo a medicalizzare le crisi, e a farle terminare troppo in fretta, corriamo il rischio di lasciarci sfuggire la lezione implicita nella malattia o nella condizione sventurata: il crollo non è soltanto dolore, sebbene ce ne sia parecchio, ma è anche una buona occasione di apprendimento del fatto che non siamo stati abbastanza elastici nel corso degli anni. Ci sono cose nella nostra mente caro Zamparetti Marco che è estremamente importante e necessario ascoltare che si chiamano CONSIGLI, SUGGERIMENTI che non possiamo mettere da parte perché sono messaggi e frammenti di vita e di comunicazione ed insegnamento emotivo che abbiamo tralasciato, e che ora dopo avere pazientato ed atteso, per tanto, troppo tempo, devono emergere nella tempesta e nella disperazione. La crisi ci dice che dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento se no tutto diventa insopportabile ed insormontabile e finiamo per annullarci e poi scomparire. Dobbiamo perciò caro Gabriele Trivellin trovare un rifugio tranquillo, un posto lontano dai rumori assordanti dell'esistenza, un tempo utile per noi per ricaricarci ed evitare il melodramma, perché la mente cosciente è intrinsecamente pigra ed impressionabile, e rifiuta di recepire ciò che la crisi è costretta a dirle con brutalità e crudeltà e cioè che è triste e disfunzionale e che si ritrova in un rapporto che nasconde desideri di elevazione. Un buon psicoanalista NON censura mai la malattia, ma si sforza di ascoltarla in maniera diversa da quello che fanno gli altri in quanto nelle stranezze riconosce un appello, una richiesta simile a quella degli apostoli a Gesù: "Che hai cervello mio, cuore mio stai dormendo? Non ti importa se sto affogando nel mare della banalità??" Io sono stata onesta, io ho mostrato le mie piaghe di permalosità per il mio profondo desiderio di crescita che non ha trovato altro modo di esprimersi se non con il termine CONSIGLIO e NON invece OSSERVAZIONE perché caro Marco Zamparetti un conto è se osservo che tu hai una macchia sulla camicia di cui non ti eri accorto, un conto se ti dico come una gentilissima signora che c'è una cassa libera al supermercato per farti terminare prima di fare la spesa, un conto se ti dico che hai una gomma a terra ed un conto invece se faccio caso ai termini che usi e agli atteggiamenti che tieni quando vieni in chiesa quando un bellissimo salmo dice "Signore tu mi scruti e mi conosci, sai quando seggo e quando mi alzo, le mie parole non sono ancora sulla mia bocca e già tu le conosci e penetri tutti i miei pensieri..." e quindi ciò significa che per chi sa volere veramente bene non importa come ti atteggi, se ti sei dato lo smalto alle unghie oppure no, se hai i tatuaggi o i piercing, ma l'importante è che tu abbia la LIBERTA' attraverso i CONSIGLI che ti dicono che non sei impazzita se ti trovi in crisi, se sei tormentata come me che non riesco per niente a seguire il suggerimento del mio padre spirituale di buttarmi dietro le spalle tutti gli affronti subiti quando invece dovrei avere il coraggio di dire NO NON POSSO, PERCHE' SULLE MIE SPALLE HO CARICATO DELLE PESANTI CROCI, PERCHE' COME GESU' NON POSSO DIMENTICARE CHE DALLE CROCI SCATURISCE LA RINASCITA E LA VERA SALVEZZA. Quindi pongo a Gabriele Trivellin il domandone di turno: ma sarà vero che se accontento qualcuna facendomi correggere per un termine piuttosto che un altro alla fine lei avrà vera soddisfazione e si sentirà realizzata? Il fatto è che penso caro Marco Zamparetti che ci siano persone come i discepoli di Gesù durante le mareggiate e le crisi che pretendono di addossarle agli altri per alleggerirsene, che pretendono di fare sentire in colpa qualcun altra, per sentirsi meglio loro e così chiedono di risolverle a te le loro crisi, ma la "nostra" risposta deve essere un secco NO se no rimaniamo senza risorse, rimaniamo incatenati, schiavi di tutte le crisi di passaggio. NO, NON ci stiamo, NO li evitiamo questi fardelli ulteriori perché per sedare le crisi bisogna conoscere la condizione peggiore: diventarne schiavi e poi non rriuscire più a buttarle fuori. 

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