INCHIESTA DONNA. Riesaminando il materiale raccolto sul disagio femminile, ci si accorse che era il caso di sapere cosa potesse significare a livello psicologico e così lo si sottopose al vaglio di alcuni psicologi e psichiatri, fra cui la dottoressa Mirca che scriveva :"Oggi noi ci troviamo difronte a moltissimi casi di donne che presentano il problema spinoso e gravoso della obiettiva necessità di modificare la società, laddove però il bisogno di questa trasformazione pare non essere particolarmente sentito proprio da alcuni strati sociali borghesi che un tempo erano considerati i suoi classici portatori. La prima cosa da fare, dunque, è rimuovere i meccanismi che soffocano tale bisogno, il che presuppone a sua volta il bisogno della rimozione stessa. Si tratta di mettere in atto una dialettica dalla quale non sembra possibile uscire. Infatti, da una parte c'è la necessità assoluta di liberare prima di tutto la coscienza; dall'altra ci si trova di fronte ad una concentrazione di potere maschile rispetto al quale anche la più libera delle coscienze è destinata ad apparire visibilmente impotente. Per sviluppare nuovi bisogni rivoluzionari, allora debbono essere rimossi del tutto i meccanismi che tendono a riprodurre le vecchie e tradizionaliste tracce, il che presuppone da parte nostra a sua volta, il bisogno preminente di questa rimozione. Ma a questo punto ci si imbatte spesso in un innegabile circolo vizioso da cui pare non vi siano scappatoie. In effetti, l'implicita acquisizione della rimozione, va di pari passo con la logica che evita il collasso interiore nella prassi della psicoterapia quotidiana. Per certi versi, quindi, si ribadisce la necessità di rovesciare la circolarità in pratica di cambiamento con una argomentazione argomentativa di lessico inconfondibile di nuova sessualità e nuova natura che costituiscono l'elemento utopico per cui devono essere conquistate e vissute la spontaneità organizzata al di fuori delle tradizionali formazioni pratiche per applicare una nuova tradizione consiliare interna. Questa spontaneità organizzata presuppone, però, insieme alla trasformazione delle condizioni oggettive, anche quella della soggettività. Gli uomini e le donne che lavorano per questa rivoluzione, devono essere liberi e paritari già prima che avvenga il processo rivoluzionario stesso. Si deklinea così l'importanza primaria del fattore soggettivo per ciò che specificamente riguarda il potere ancora dirompente, benché devitalizzato dalle condizioni date dall'immaginazione produttiva. Nell'inconscio, il nucleo vitale della fantasia dovrebbe rimanere intatto ed immune da qualsiasi principio di realtà totalitario ed imperialista dei conquistatori. Per questo, una singolare forma di regressione non è solo tollerabile come un male minore sopportabile e comprensibile da parte degli psicologi, ma finisce con l'assumere praticamente una funzione progressiva per far uscire quella parte latente che reclama il proprio valore. Secondo una concezione freudiana, l'equiparazione fra maschile e femminile è come quello fra libertà e felicità, repressa dalla coscienza, e conservata nell'inconscio. La sua verità, benché rifiutata, continua a preoccupare la psiche che si turba; quest'ultima poi conserva il ricordo di fasi passate o presenti fallimentari, nelle quali era stata realizzata una soddisfazione integrale che deve continuare ad essere soddisfatta e ottenuta. Si genera così l'ossessione che devasta la vita in cui l'obiettivo continua a far valere le proprie esigenze di essere raggiunto e realizzato per avere un futuro credibile che fa nascere il continuo devastante e delirante desiderio di un paradiso di Adamo ed Eva ricreato in base alla propria conquista e credenza di successo. In particolar modo la regressione ad uno stadio pulsionale attuale implica anche il recupero di quella psicoanalisi definita sessualità polimorfa: l'espressione è più esplicitamente nel termine barbarico, tuttavia, non deve né spaventare né far sorridere. Certo, essa sicuramente con una connotazione diminutiva, se non del tutto dispregiativa, in rapporto alla condizione normale dell'apparato psichico di un individuo moderno che si sa adattare alla attuale società, ma appunto, però, la sua valutazione è poco chiara e relativa ad un quadro di riferimento storico e culturale determinato e non generale, allora si tratta di capire un destino che vuole forzare il corso degli eventi per uscire da determinati ambiti che soffocano e imprigionano e per cui non ci sono possibilità di raffronto se non con una realtà banalizzante e monotona. Anche, in questi casi improntare una idea regolativa di una direzione di natura sessuale più che altro di carattere istintivo, pare impossibile per un ritorno di natura solidale e sensibile auspicabile partendo da una idea di direzione, in parte prevedibile, alla quale le pulsioni liberate dalla repressione addizionale potrebbero, in futuro rivolgersi qualora si trovassero in forte disagio, difficoltà o forte inibizione. Ancora una volta, non si tratta di rivitalizzare una sostanza morta della filogenesi umana, ma di attualizzare e sollecitare potenzialità realistiche e possibili, di cui non si deve mai sprecare e sperimentare se sono represse dal rifiuto di una attivazione reale della dimensione biologica della vita. D'altra parte, è possibile riscontrare in questo aspetto della riflessione una vicinanza a talune posizioni femministe sul senso di sovvertire le categorie del rapporto amoroso, che dovrebbe solo sostenere un senso già acquisito di non pregiudicare categorie pesantemente codificate da una precedente e preconcetta tradizione maschilista di predominio sessuale e di comando. Si devono perciò studiare le diverse strategie di condizionamento che producono la differenza tra i sessi come un fatto sedicente e naturale che può superare i miti di Ulisse e di Penelope che disfa e rifà la tela amorosa in attesa del ritorno di un ideale amore illusorio. Recuperare la piena dimensione delle sensibilità umane, sia femminile e maschile è come cercare interiormente uomini e donne che si devono liberare da stigmi e stereotipi per vivere la loro sessualità in maniera più ricca e polimorfa di quella fino a qual momento codificata in espressioni più che altro superstiziose all'insegna della reificazione e dello sgradevole feticismo di quell'oggetto parziale in cui alcuni maschi intendono tutt'oggi l'amore e che invece dovrebbe riguardare la bellezza di un corpo femminile che ha le stesse attese di quello maschile per un risultato di radice di vera coscienza critica dove si possono realizzare non solo i sensi, ma anche gli attesi sentimenti di intenti condivisi della personalità sessuale che non si dovrebbe mai paragonare con la sessualità alienata di rassegnazione che non si addice ad alcun rapporto e a qualunque promessa di felicità fittizia, falsa ed ipocrita. Questo noi dobbiamo cercare di fare: non promettere il paradiso, ma promettere di mostrare il realistico viso dell'amore."
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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