IL GIURAMENTO. "Giuro di essere fedele alla Repubblica democratica italiana, e di osservare tutte le norme costituzionali seguendo l'ordinamento parlamentare e le regole prefissate dal popolo sovrano che io servirò nel pieno rispetto delle prerogative di attuazione dei progetti di solidarietà, costruzione e edificazione della Repubblica. Giuro!" Così, si compie ancora oggi il destino della Repubblica democratica inteso come partecipazione di tutti i cittadini che partecipando al giuramento degli onorevoli e delle figure più importanti che costituiscono la rappresentanza repubblicana e democratica, cerca di conservare il rispetto delle leggi e delle regole che servono alla pacifica convivenza. Quindi, il buon andamento della democrazia è determinato dalla partecipazione ed in quest'ottica deve essere vista la riforma repubblicana, come qualsiasi altra riforma che si possa proporre al popolo sovrano. Non si tratta, quindi più di un atteggiamento di dovere, ma si tratta del fatto che ciascuno ed ognuno, per quel che lo riguarda è chiamato a fare la propria parte, sul lavoro, nella società, nella famiglia e per la patria; ciascuno di noi è chiamato a svolgere un ruolo anche se non istituzionale che comunque serve alla collaborazione e alla costruzione concreta di un paese e di una nazione che si distingue per opere e per valori che superano qualsiasi genere, razza, cultura o credo religioso o politico. La partecipazione, dunque, è la vera chiave per la libertà caro Sergio Mattarella, la partecipazione fa progredire il Paese e la nazione e ci dà l'orgoglio e la fierezza di sentirci parte di qualcosa di importante che ci unisce e ci contraddistingue anche in Europa e all'estero. Si devono coinvolgere, in particolare modo i giovani, a partecipare al disegno italiano di poterci svelare capaci di grandi imprese, di poterci evidenziare per progetti importanti che possono dimostrare le nostre eccellenze e che promuovano nel mondo la nostra nazione. Bisogna fare capire ai giovani che ricordare la fondazione della Repubblica, non è solamente un dovere, ma è una partecipazione alla cultura contro tutte le violenze: quelle contro la democrazie, quelle del terrorismo, quelle della mafia, quelle della violenza di genere, quelle dello sfruttamento nel lavoro, quelle dello sfruttamento della prostituzione, quelle contro gli animali, quelle di truffa e di manipolazione e quelle contro l'espressione libera di pensiero e di studio. Bisogna fare capire che si partecipa alla vita del Paese per l'orgoglio e la fierezza di sentirsi parte di un progetto costituzionale in cui è importante che ciascuno metta a frutto in pieno le proprie attitudini, capacità e proprietà sia intellettive che operative per modo tale che si abbia una crescita del Paese che possa dare lustro all'Italia e che venga riconosciuta anche all'estero. Se i giovani non partecipano con il loro lavoro, con la loro intelligenza si perdono la grande opportunità di poter essere considerati pietre miliari del Paese, di poter avere uno spazio per le proprie idee e le proprie ambizioni attraverso le quali non solo possono avere soddisfazione per loro stessi, ma la possono dare anche alla madre patria e al padre costituzionale. La libertà stessa è partecipazione e se uno si sottrae, è come se rinunciasse alla sua stessa anima, è come se si annullasse ed è come se non fosse presente all'appello più importante: quello della chiamata dell'Italia. Siamo tutti concatenati, gli uni e gli altri e nessuno si salva mai da solo, nessuno può farcela mai da solo, ma solamente attraverso l'aiuto del lavoro costante, preminente, aggiornato e maturo della partecipazione alla democrazia che tutti vogliono vedere anche in Europa. Comprendere questo, ci renderà grandi, ci renderà capaci e più sicuri di avere prestigio. Se la partecipazione comporta sacrifici e rinunce da una parte, dall'altra però conferisce la migliore medaglia che ci possa essere: aver dimostrato con l'onestà, la rettitudine e la virtù della costante, paziente partecipazione all'impresa italiana che siamo degni di essere additati ad esempi per la Repubblica, per la democrazia e per la costituzione. Partecipiamo dunque con dovizia a questa impresa ed il nostro premio sarà avere il grazie del Paese. Una cittadina fiera ed orgogliosa di essere italiana. (al ministro Eugenia Rocella)
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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